Imprese Under 35: fatturano di più e creano occupazione

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Italiano il primato europeo di imprenditori con meno di 35 anni alla guida di aziende agricole. Sono in tutto 57.621 le ‘imprese giovani’ nel nostro Paese, con un aumento del 4,1% tra il 2017 e il 2018. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti, divulgata in occasione della diffusione dei dati Istat relativi al lavoro e alla disoccupazione ad aprile.

Si tratta di una presenza record per l’ultimo quinquennio che ha di fatto rivoluzionato il lavoro in campagna dove – sottolinea la Coldiretti – il 70% delle imprese giovani opera in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili”.

Dai dati emergono diverse peculiarità, anche quantitative, riferite alle imprese dei nuovi agricoltori italiani: sono più grandi, fatturano di più, creano posti di lavoro. I giovani infatti possiedono aziende con una superficie superiore di oltre il 54% rispetto alla media, occupano il 50% del personale in più e hanno un fatturato più elevato del 75%.

Sempre commentando i dati Istat, Coldiretti sottolinea anche che le ore lavorate in agricoltura nel primo trimestre del 2019 sono aumentate del 5,6% rispetto all’anno precedente, più del doppio dell’industria (+2,6%) e oltre sei volte i servizi.

Anche Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, commentando l’elaborazione dei dati Istat da parte della Camera di commercio di Milano, sottolinea che nel 2019 quasi una nuova impresa su 3 (28,8%) nata in Italia nel primo trimestre del 2019 è guidata da giovani con un vero e proprio boom nelle regioni del Centro-Sud, dal Lazio alla Calabria, dalla Sicilia alla Campania. Dai servizi all’artigianato, dall’agricoltura alla ristorazione, con una media di quasi 367 al giorno, sono 32.984 le aziende nate nei primi tre mesi del 2019 guidate da giovani sempre più al centro di una ricerca imprenditoriale che riguarda in particolare il centro sud. “Una situazione -spiega Uecoop- che si scontra, però, con le difficoltà della burocrazia e di trovare finanziamenti e capitali per avviare l’attività per i quali le famiglie spesso svolgono un ruolo di supplenza anche rispetto al sistema bancario”.

Accanto all’ottimismo creato da queste statistiche emerge però ancora una scarsa percezione, da parte del mondo giovanile, dell’importanza dell’agricoltura. Secondo quanto rilevato da un’indagine Ipsos per Fondazione Barilla, in Italia, infatti,  solo il 17% dei giovani under 27 sa cosa siano i SDGs (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile Onu del 2030). Il 55% non li conosce affatto e il 28% superficialmente, per 6 su 10 a raggiungerli ci dovranno pensare le generazioni future. La sostenibilità è un concetto familiare per il 40% degli intervistati, ma pochi la collegano alla produzione di cibo: solo 1 su 3, tra chi la conosce, pensa che il benessere del pianeta dipenda anche da cosa mettiamo nel piatto, quando proprio la produzione agricola è responsabile del 24% delle emissioni di gas serra.

C’è un diffuso interesse al tema trainato dalle preoccupazioni ambientali – spiega  Andrea Alemanno, responsabile ricerche sulla sostenibilità Ipsos – se però non si tramuta in una vera consapevolezza rischia di rimanere una paura e non determinare un cambiamento di comportamenti concreto”. In Italia solo il 9% dei giovani associa la sostenibilità al cibo” e “solo 4 su 10 ne conosce davvero il significato“.

Emiliano Raccagni