Il domani non è solo nel food  

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Si è tenuto a Milano dal 31 marzo all’1 aprile quello che per l’Italia è stato il primo congresso internazionale della Chimica Verde e Sostenibile, che ha visto intervenire i massimi esperti del settore nel nostro Paese, nonché prestigiose personalità internazionali. Ma cosa è esattamente la chimica verde e soprattutto cosa c’entra con l’agricoltura? Partiamo dalla prima domanda. La chimica verde è quella chimica ripensata in chiave di sostenibilità ambientale. I suoi principi possono essere individuati nella prevenzione di rifiuti e scarti da smaltire o detossificare, nella produzione di sostanze più sicure ed efficaci, nella progettazione di metodi di sintesi meno rischiosi sia per l’uomo che per l’ambiente, nell’impiego di materie prime rinnovabili (prodotti agricoli o scarti di altre produzioni). È la chimica che produce le bioplastiche e i biocombustibili, per intenderci. Con 241 miliardi di Euro di giro d’affari e 1,6 milioni di occupati, il settore della chimica verde e sostenibile si classifica come uno di quelli in cui l’Italia è leader mondiale. In Europa, infatti, siamo secondi solo a Francia e Germania in questo ambito.

Il sistema della chimica verde si appoggia su tre gambe: la ricerca, l’industria, come singole imprese, cluster o startup, e la finanza. In questo convegno abbiamo cercato di mettere in piedi queste tre gambe, consentendo degli scambi circolari per mettere insieme delle iniziative che abbiano una ricaduta economica e civile rispetto al Paese” ha dichiarato nel corso della manifestazione Luigi Campanella, Professore ordinario di Chimica all’Università la Sapienza di Roma e Presidente del Comitato Scientifico del Congresso.

In realtà il congresso ha dimostrato che non tre, ma quattro sono le gambe su cui poggia la chimica verde e una di esse è proprio l’agricoltura. “Non dimentichiamo che l’agricoltura sta alla base di tutta la chimica “biobased” afferma Andrea Borghini, Direttore Progetti Biomassa, Futuris S.p.A. nella sua presentazione, “perchè dalla agricoltura arriva la maggior parte dei prodotti e sottoprodotti che la chimica verde utilizza”.  Si tratta di una considerazione importante perché apre un nuovo contesto in cui l’agricoltura deve  trovare il proprio ruolo: non più solo produttrice di cibo, ma anche di materie prime da cui produrre “biochemicals”, per biocarburanti, per le bioplastiche e gli oli lubrificanti, etc. Una sfida per l’agricoltura, che si trova così a dover interpretare ruoli fino ad oggi mai immaginati, ma anche una possibilità, ovvero ampliare il proprio campo di azione e interazione con altri settori.

Niente paura, perché è proprio l’agricoltura, tra tutti i settori, quello che detiene le giuste competenze e l’esperienza per far fronte a quelle che sono le richieste della produzione di materia prima per la chimica verde: occorre migliorare le rese delle nuove piante impiegate per la produzione di prodotti tecnici (la Jatropha, ad esempio) che non sono mai state selezionate e crescono allo stato semi selvatico, con conseguenze negative sulle rese; occorre imparare  a gestirle sul campo per trovare le condizioni ideali di coltivazione; occorre migliorare le pratiche agronomiche, ad esempio di raccolta. Occorre insomma condurre queste nuove piante che producono materie per la chimica attraverso lo stesso percorso che l’agricoltura ha fatto fare alle piante per l’alimentazione, portando il mais, ad esempio, da rese di 1-2 tonnellate/ettaro agli oltre 15 di oggi; portando la raccolta da manuale a meccanizzata con spreco minimo di materiale. La sfida più grossa rimane quella della sostenibilità: l’agricoltura, sia che produca alimenti o che produca prodotti tecnici, deve agire nel massimo rispetto dell’ambiente, con il minimo consumo di risorse, tenendo sempre presente che non esistono “soluzioni miracolose” ma solo interazioni efficienti tra ricerca e applicazioni sul campo, tra tradizione e innovazione.

Articolo di Maria Luisa Doldi

Nella foto, Andrea Borghini, Direttore Progetti Biomassa, Futuris S.p.A. durante la sua presentazione al congresso della Chimica verde e sostenibile.