Kubota 4100: idrostatica giapponese

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Le nostre considerazioni su Kubota 4100.

Le marce? Roba vecchia! Potrebbe essere questo il refrain che da un po’ di tempo risuona tra gli agricoltori più attenti alle nuove tendenze in tema di trattori. Il CVT sembra la (promettente) strada imboccata dai costruttori, a partire dalle potenze elevate. Si tratta comunque di una soluzione che, con il progredire dell’esperienza, si sta diffondendo progressivamente anche sui modelli specializzati. In realtà, non è l’unica soluzione per “abolire le marce”. Ce n’è un’altra, ben nota da tempo, e adottata massicciamente sulle “cugine” (le macchine movimento terra) e su un numero sempre più importante di operatrici agricole semoventi. Si tratta della trasmissione idrostatica. E Kubota monta proprio una trasmissione di tipo idrostatico, denominata HST, su alcuni modelli di suoi trattori di potenza limitata (tra 23 e 56 CV), pensati per impieghi specifici di gardening (come ad esempio il BX2350), ma anche per lavori più generici (come la serie L40 o il modello L4100).
In questo caso, il controllo dell’avanzamento è effettuato tramite un pedale a doppio azionamento, che sostituisce quello classico dell’acceleratore. Si tratta di un comando decisamente ergonomico, che permette il governo della marcia avanti con il tallone appoggiato sulla pedana. Sul modello L4100HST è montata una pompa idraulica a portata variabile con cilindrata massima di 44,5 cm3, naturalmente di produzione Kubota, con asservimento idraulico che aumenta la reattività del pedale, soprattutto nei cambi di direzione. L’acceleratore “a mano” è a leva. La trasmissione idrostatica prevede 3 gamme, selezionabili tramite un comando dedicato; la velocità massima in marcia avanti è di 24,2 km/h (con gli pneumatici agricoli di serie), mentre in retromarcia si arriva a 20 km/h. I freni, meccanici in bagno d’olio, agiscono sul solo asse posteriore. Di serie è montato il bloccaggio del differenziale, attivabile tramite un pedale posto sulla pedana, quasi sotto al sedile del conducente. Per mantenere il regime motore voluto, indipendentemente dal carico richiesto, bisogna intervenire con l’acceleratore a mano; sarebbe utile allo scopo installare anche in questo caso la regolazione elettronica, già peraltro presente sulla serie L40, dove infatti la trasmissione idrostatica viene denominata HST “Plus”.
La macchina
Il motore E-TVCS, ovviamente made in Kubota, è un 4 cilindri in linea a iniezione indiretta da 2197 cm3, con corsa da 87 mm e alesaggio da 92,4 mm. La potenza netta dichiarata (ECE R24) è di 39,8 CV (29,3 kW) a 2400 giri/min, mentre alla pdp sono disponibili 33,4 CV (24,6 kW) per il modello HST. Il motore è raffreddato a liquido e rispetta i requisiti antinquinamento Tier 3A. Il serbatoio del gasolio è da 42 l, per un’ autonomia che si aggira intorno a 6 ore. Il costruttore dichiara un consumo specifico minimo di circa 280 g/kWh. Kubota afferma che l’elevata cilindrata del motore in rapporto alla potenza erogata riduce alla fonte la rumorosità e le vibrazioni.
Il cofano in lamiera è completato da fianchetti amovibili; è previsto un blocco meccanico in posizione aperta, mentre la chiusura è semplificata anche dal significativo peso del cofano stesso. I filtri sono tutti facilmente accessibili. La marmitta è sottocofano, con il terminale di scarico parallelo al motore e rivolto in avanti. È un soluzione inusuale, che a basse velocità in avanti può provocare ristagno dei fumi di scarico nell’intorno del posto di guida. Tale collocazione è probabilmente stata pensata per facilitare l’aggancio del caricatore frontale. Il Kubota L4100 non è propriamente un trattore a carreggiata stretta: ha infatti una larghezza minima di 1,585 m e una lunghezza (senza bracci inferiori dell’attacco a 3 punti) di poco più di 3 m. Anche la massa è importante: nella versione con cambio idrostatico è di 1480 kg a vuoto (dato dichiarato dal costruttore), in assetto da lavoro. Indubbiamente, si tratta di una macchina adeguata per molti lavori da campo aperto ma, soprattutto per le aziende di manutenzione del verde, il suo trasporto potrebbe diventare complicato perché comporta quasi sempre il superamento dei 3500 kg (se si considera anche la massa dell’autocarro che lo carica), con la conseguente impossibilità di condurre il mezzo da parte di soggetti in possesso della sola patente di tipo B.
La capacità dell’impianto idraulico (a centro aperto) è notevole: la pompa principale (dedicata a sollevamento, distributori e altri servizi) ha una portata di ben 30,5 l/min, a servizio della guida idrostatica è di 15,8 l/min. Il sollevatore, ben dimensionato, è in grado di sviluppare 1050 kg circa alle rotule. L’attacco a 3 punti è di categoria I; il controllo dello sforzo del sollevatore è optional nella versione con roll-bar posteriore a due montanti, ma è standard se è montato l’arco anteriore a due montanti abbattibile. Il gancio di traino sul modello esaminato è CUNA di categoria A1, con una massa massima rimorchiabile di 3000 kg. Il trattore è comunque omologato per traini fino a 5500 kg (naturalmente con frenatura meccanica o ad inerzia dell’operatrice trainata). Sarebbe interessante poter disporre del gancio di categoria B o C, con contestuale limitato aumento della massa massima rimorchiabile a 6000 kg. La pdp posteriore è a 540 giri/min, con innesto idraulico indipendente, che alla prova si è rivelato morbido e graduale. La macchina è offerta solo in versione a trazione integrale, con asse anteriore provvisto di ingranaggi a pignoni conici: si tratta di una soluzione che garantisce un’ampia luce dal suolo (385 mm) ed evita l’entrata accidentale di acqua negli ingranaggi. La stessa architettura dell’asse anteriore è adottata del resto da Kubota anche sui modelli di potenza maggiore (ad es. l’M130X). I cilindri dell’idroguida sono montati davanti all’asse, e sono protetti da un carter sagomato in lamiera. Lo sterzata è agevole e rapida; il raggio minimo di volta normale è di 3,8 m circa, valore che si riduce a soli 2,6 m utilizzando i freni. Il posto di guida è caratterizzato da una piattaforma senza tunnel centrale, per un accesso molto comodo. Il sedile ha sospensione meccanica, cintura di sicurezza e doppio bracciolo. I comandi sono generalmente ben disposti, eccetto la leva per l’innesto della pdp, che è posta sul parafango dietro al sedile, e quella per l’innesto della trazione anteriore, che è collocata in basso vicino al pedale per il bloccaggio del differenziale. Il volante è fisso: sarebbe utile poter usufruire della regolazione in altezza del piantone.
La cabina
Sui modelli a trasmissione meccanica l’abitacolo ha ancora il classico tunnel centrale, dove è collocata la leva delle marce, mentre quella delle gamme (che permette anche l’inserimento delle retromarce) è sul fianco del sedile, il che obbliga ad una manovra non velocissima per invertire la direzione di marcia. Il roll-bar posteriore parzialmente abbattibile è disponibile sulla versione a trasmissione idrostatica, mentre su quello a trasmissione meccanica l’arco è anteriore, totalmente abbattibile. Entrambi i ROPS sono ovviamente omologati secondo le normative vigenti. Sarebbe utile, almeno in opzione, poter disporre di una cabina con omologazione FOPS (Falling Objects Protective Structure, struttura di protezione contro la caduta di oggetti), che garantirebbe una maggiore sicurezza soprattutto per l’operatività con il caricatore frontale.
Gli accessori
In ambiti specializzati (giardinaggio, serre, vivaismo) i trattori si avvalgono spesso di un caricatore frontale che, munito degli opportuni attrezzi terminali, permette di movimentare piante, terra e altro materiale sfuso senza dover ricorrere ad attrezzature dedicate. Anche Kubota per il suo L4100 propone il modello LA 703, un caricatore frontale con una capacità di carico di 825 kg ai perni e di 615 kg a centro benna. L’altezza massima raggiungibile ai perni è di 2,6 m, mentre in fase di scarico la punta della benna scende a 2,13 m. Impiegato al massimo della sua capacità, il caricatore frontale richiede l’intera portata idraulica della pompa principale. Il caricatore è dotato di aggancio e sgancio rapidi direttamente dal posto di guida; in opzione sono disponibili gli attacchi universali per gli attrezzi e la terza funzione idraulica sulla pala. I comandi sono su una leva singola, che rimane sul trattore e permette inoltre il controllo dei distributori idraulici, dopo che il caricatore è stato staccato. Oltre il controllo dello sforzo sul sollevatore, in opzione Kubota prevede anche le zavorre anteriori, un tettuccio da aggiungere al roll-bar posteriore e 2 distributori idraulici, a doppio effetto con comando meccanico a leva, collocati posteriormente.
All’opera
La macchina è stata valutata nella sua operatività senza operatrici collegate, sia su terreno inerbito che appena lavorato. Il mezzo restituisce un’impressione di buona stabilità, anche in pendenza; l’ottima luce libera dal suolo comporta però anche un baricentro relativamente alto. Il trattore visto all’opera aveva pneumatici agricoli, della misura 8.00-16 davanti e 13.6-26 dietro. Le coperture anteriori sono forse un po’ strette per le necessità della macchina, perché su terreno lavorato tendono leggermente ad infossarsi durante le manovre. I livelli di rumorosità hanno prodotto risultati al di sopra degli 85 dB(A) solo in corrispondenza di regimi motore particolarmente alti; si tratta comunque di un ottimo risultato, dato che non è montata una cabina insonorizzata. Se si prevede di lavorare per periodi prolungati a regimi superiori ai 2000 giri/min, è consigliabile indossare idonei dispositivi di protezione individuale per l’udito (cuffie o tamponi).
Come funziona la trasmissione idrostatica
A differenza delle trasmissioni classiche, basate su una serie di ingranaggi in presa per trasmettere il moto, la trasmissione idrostatica sfrutta semplicemente l’azione di un fluido (l’olio) messo in pressione. In pratica, il motore endotermico del trattore muove una pompa idraulica a portata variabile, normalmente a pistoni, che mette in pressione l’olio idraulico prelevandolo da un serbatoio dedicato, e inviando tramite opportuni condotti a uno o più motori idraulici, anche montati su ogni singola ruota del veicolo. Poiché il fluido in pressione scorre all’interno di tubazioni flessibili, la complessità della trasmissione è enormemente ridotta rispetto ad una soluzione meccanica, che comprende alberi e ingranaggi. La trasmissione idraulica si sta sempre più diffondendo, specie sulle operatrici semoventi, come ad esempio le mietitrebbiatrici, le vendemmiatrici e i sollevatori telescopici, per il grande sostanziale vantaggio di poter disporre di flessibilità e progressione elevate nella marcia, qualità che compensano ampiamente il grosso limite (per ora invalicabile) del minor rendimento rispetto alla trasmissione di tipo meccanico.

Estratto dall’ articolo di Stefano Fioravanzo e Davide Giordano, pubblicato su Macchine Agricole marzo 2011.