Fonti alternative di acqua per l’agricoltura

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La carenza di risorse idriche è una delle sfide più importanti del XXI secolo e il problema è destinato ad aggravarsi: è stata questa una delle affermazioni centrali del „Global Forum for Food and Agriculture“ (QUI) tenutosi in questi giorni nel contesto della International Green Week di Berlino, la manifestazione forse più importante a livello mondiale legata all’agricoltura, orticoltura e produzione alimentare. (QUI). Anche uno studio dell’Università di Twente (Olanda), pubblicato sulla rivista Science Advances (QUI) afferma che sarebbero più di 4 i miliardi di persone che vivono in condizioni di scarsità d’acqua per almeno un mese l’anno. La scarsità d’acqua non è solo una delle sfide più pesanti che il mondo si trova ad affrontare, ma probabilmente è di gran lunga peggiore di quanto ci si aspettasse. La nuova ricerca rivela anche che sono ben 500 milioni le persone che vivono in luoghi dove il consumo annuo di acqua è doppio rispetto alla quantità che la pioggia riesce a reintegrare, cosa che sta rapidamente portando al degrado irreversibile delle falde acquifere. Legata alla scarsità d’acqua e al degrado delle falde sono la impossibilità di produrre alimenti in maniera sostenibile e sicura e quindi disordini sociali, migrazione, fame. «Non possiamo evitare la siccità, ma possiamo evitare che si trasformi in fame» afferma al forum il direttore della FAO General Jose Graziano da Silva. Da qui l’appello a una gestione più razionale e sostenibile della risorsa acqua e il lancio di un quadro di misure di azione. (QUI) Tra esse si fa strada l’idea della necessità di considerare le acque reflue non più come rifiuto, ma come risorsa e di potenziare un loro riutilizzo, dopo opportuni trattamenti, in agricoltura. «Sebbene manchino dati dettagliati derivanti da applicazioni pratiche, possiamo dire che, a livello globale, solo una piccola percentuale di acque reflue trattate è utilizzato per l’agricoltura» afferma Marlos De Souza, un alto ufficiale della Divisione Terra e acqua della FAO.

Una fonte alternativa?

A livello globale, la crescita della popolazione e l’espansione economica sono cause di crescente pressione sulle risorse di acqua dolce, con il tasso complessivo di prelievi da falda che cresce costantemente di circa l’1% annuo ormai dal 1980. L’agricoltura rappresenta il 70% dei prelievi di acqua dolce a livello mondiale, percentuale sicuramente destinata ad aumentare per via delle future maggiori richieste di alimenti. Nel contempo cresce anche la domanda di acqua da parte di industria e urbanizzazione. L’utilizzo di fonti “non-convenzionali” di acqua – tra cui l’effluente urbano ad esempio – potrebbe contribuire a mitigare questa competizione.

La gestione dei rischi 

Le acque reflue non trattate spesso contengono microbi e agenti patogeni, inquinanti chimici, residui di antibiotici e altre minacce per la salute dei lavoratori, degli agricoltori e dei consumatori. Vi sono però un certo numero di tecnologie che vengono utilizzate in tutto il mondo per trattare, gestire e riutilizzare le acque reflue in agricoltura. In Egitto, ad esempio, dove le forniture di acqua sono limitate e le acque di scarico tendono a essere altamente contaminate, la fitodepurazione sta dimostrando di essere un approccio promettente ed economicamente sostenibile. In Egitto e in Tunisia le acque reflue sono ampiamente utilizzate nei progetti agroforestali, sostenendo sia la produzione di legno, così come gli sforzi anti-desertificazione. In Messico le acque reflue urbane sono da lungo utilizzate per irrigare le colture. In Giordania, l’acqua riciclata rappresenta un impressionante 25% dell’uso totale di acqua nel paese. Anche negli Stati Uniti il trattamento e la gestione delle acque sono una pratica comune. Oltre ad aiutare ad affrontare il problema della scarsità d’acqua, riducendo la contaminazione ambientale e sostenendo sistemi di produzione alimentare, le infrastrutture e la gestione per la bonifica, il trattamento e il riutilizzo delle acque reflue possono essere fonte di nuovi posti di lavoro.

Risorse idriche: un paio di fatti

  • Per ogni grado di surriscaldamento globale, il 7% della popolazione mondiale vedrà una diminuzione di oltre il 20% di risorse idriche rinnovabili;
  • l’agricoltura irrigua contribuisce per il 40% della produzione agricola globale sul 20% della superficie totale coltivata;
  • l’ 84% dell’impatto economico della siccità ricade sull’agricoltura, e ha come principale conseguenza il mettere in pericolo la sicurezza alimentare;
  • la deforestazione, il degrado del suolo e la desertificazione derivante da un uso eccessivo delle risorse naturali hanno un impatto negativo sulla quantità e qualità delle risorse idriche;
  • la scarsità d’acqua aggrava gli effetti diretti e a lungo termine della desertificazione sulla terra e la qualità del suolo, la struttura del suolo, la materia organica e l’umidità del terreno e quindi sulla agricoli produttività;
  • il mondo contiene circa 1400 milioni di Km3 di acqua ma solo lo 0,003% ovvero 45000 Km3 sono “acque fresche” utilizzabili come acque potabili, sanitarie e per l’agricoltura e l’industria;
  • servono da 1 a 3 tonnellate d’acqua per produrre 1 kg di cereali e fino a 15 per produrre 1Kg di carne;
  • secondo stime FAO il fabbisogno alimentare giornaliero di una persona richiede tra i 2000 e i 5000 litri di acqua al giorno.

Opportunamente trattate le acque reflue possono costituire una risposta alla crescente carenza idrica. (Fonte immagini: FAO)

Maria Luisa Doldi