Drone e robot, la coppia dell’agricoltura di precisione

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L’agricoltura di precisione diventa un’opportunità sempre più concreta anche nelle Marche, dove in questi giorni vengono presentati i vantaggi di Flourish, un avveniristico progetto che prevede l’utilizzo di un drone che dall’alto monitora il terreno agricolo e con sensori e telecamera scova le piante infestanti, collaborando con  un robot che da terra raccoglie ed elabora le informazioni per eliminare uno a uno i vegetali nocivi. Ogni pianta infestante individuata dal drone può  infatti essere asportata dal robot meccanicamente o utilizzando diserbanti in maniera selettiva, riducendo di molto l’inquinamento e gli investimenti in mano d’opera. Il progetto, promosso e finanziato con i fondi europei di Horizon 2020, è stato  elaborato dalle università di Zurigo, Bonn, Friburgo, La Sapienza di Roma, Cnrs di Metz-Francia con l’azienda Bosch e concretizzato nella regione del centro Italia con la regia di Assam – Agenzia Servizi Settore Agroalimentare Marche.

In pratica – ha spiegato  Alberto Pretto, dell’Universita’ La Sapienza – il drone UAV (Unmanned Aerial Vehicle), oltre a raccogliere dati su posizione, temperatura, informazioni 3D e immagini visibili e spettrali per determinare eventuali aree critiche che vengono risolte in immagini ad alta definizione, e’ anche in grado di atterrare sul Robot UGV (Unmanned Ground Vehicle) per trasferirvi i dati e ricaricare la sua batteria. Sulla base delle mappe prodotte, il sistema formula delle raccomandazioni agronomiche, indica gli interventi necessari e programma le missioni del robot a terra”.

I vantaggi portati dal sistema sono innanzitutto misurabili in termini di sostenibilità, grazie all’aumento delle rese ottenuto con un minor impiego di prodotti per i trattamenti, il costante monitoraggio dello stato fitosanitario delle colture e l’applicazione limitata solo alle piante o porzioni di terreno che necessitano di intervento. L’adattabilità è perciò la caratteristica fondamentale: Flourish sviluppa infatti un sistema robotico che può essere adottato in un’ampia varietà di situazioni agronomiche, mediante l’uso di diversi sensori, metodi di trattamento e di analisi e interpretazione dei dati, proprio grazie all’interazione continua tra i due elementi: il drone e il veicolo a terra, che funge anche da piattaforma mobile di atterraggio e ricarica per l’UAV. Quest’ultimo, infatti, svolge le sue missioni decollando dall’UGV, per poi tornarvi a ricaricare la batteria e soprattutto fornire i dati al modulo analisi del robot.

Questi ultimi  possono essere inviati ad un server e a un dispositivo in dotazione all’agricoltore, che in questo modo può sovraintendere alle operazioni e approvare le richiesta del sistema per l’acquisizione di immagini o per l’intervento in campo del robot. Sulla base delle mappe prodotte, il sistema formula delle raccomandazioni agronomiche, determina la necessità di intervento in campo e programma le missioni dell’UGV, che può procedere a fertilizzare o controllare le infestanti. Il drone è in grado di monitorare almeno dieci ettari all’ora, mentre il robot identifica le piante distinguendo quelle coltivate dalle infestanti e creando mappe sulla base dei dati acquisiti. Una volta in azione, il robot determina il percorso ottimale per il trattamento, modulando la propria velocità in presenza di aree critiche e non danneggiando le colture sane, in quanto in grado di rilevare ed evitare gli ostacoli sul suo percorso.

I test sul sistema robotico saranno effettuati inizialmente nei campi di barbabietola da zucchero e girasoli e proprio in questi giorni, dopo essere stato presentate ai partner coinvolti, le potenzialità di funzionamento vengono mostrate agli studenti degli istituti agrari, agli osservatori e ai piloti dei droni, al pubblico, alle categorie interessate, ma tutti i cittadini che potranno verificarne l’utilizzo pratico in un terreno agricolo.

Emiliano Raccagni