Difesa area per i campi di mais

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Droni e parà contro la piralide. Per combattere uno dei più pericolosi parassiti del mais – spiega la Coldiretti Lombardia – adesso scendono in campo, anzi decollano, i droni con un carico di “incursori” speciali: squadre di larve nemiche della piralide, ma innocue per l’uomo e per il granoturco, che vengono lanciate sui terreni infestati. La sperimentazione è iniziata nel 2015 e da quest’anno il sistema, gestito dal Consorzio Agrario Terrepadane, potrà essere applicato su larga scala ovunque: richieste stanno già arrivando dalle province di Milano, Lodi e Pavia. La “Air Force biologica anti piralide” conta su due droni da trasporto in grado di coprire 20mila metri quadrati ogni ora, sganciando una larva nemica del parassita ogni 8 metri quadrati, seguendo mappe satellitari e volando a un’altezza di circa 10 metri. I droni sono guidati da piloti specializzati e possono essere usati solo dopo il via libera dall’Enav, l’Ente nazionale per il traffico aereo. Il mais – spiega Coldiretti Lombardia – è una delle colture più importanti della nostra regione perché si estende su quasi 340mila ettari ed è alla base dell’alimentazione di un sistema zootecnico che alleva ogni anno quasi un milione e mezzo di bovini da carne e da latte e oltre 3 milioni e 700mila suini. Ma la piralide non colpisce solo il mais, attacca anche altre 250 specie di piante fra cui: sorgo, peperone, fagiolini, canapa e a volte i frutteti di mele e pere