Il Senato modifica l’articolo 62 del Decreto Liberalizzazioni: più trasparenza nelle relazioni commerciali.
L’articolo 62 del Decreto Liberalizzazioni disciplina le relazioni commerciali in materia di cessione dei prodotti agricoli e agroalimentari, introduce l’obbligo del contratto scritto per la vendita dei prodotti agricoli e fissa i termini di pagamento a 30 giorni per i prodotti freschi e a 60 giorni per quelli non deperibili.
L’opinione di Fedagri-Confcooperative
Il Presidente di Fedagri-Confcooperative, Maurizio Gardini, ne ha commentato così il contenuto: “Il decreto introdurrà maggiore trasparenza ed equità nei rapporti commerciali all’interno della filiera agroalimentare, ma consentirà alla parte produttiva di poter disporre di maggiore liquidità, aspetto quest’ultimo non trascurabile viste le grandi difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese”.
La norma, in virtù dell’approvazione di un emendamento di queste ultime ore, entrerà in vigore sette mesi dopo la sua conversione in legge, un periodo, spiega Gardini, di “necessario rodaggio, che consentirà di mettere a regime le prassi commerciali”. L’emendamento approvato fa inoltre decorrere i termini di pagamento dalla data di ricevimento fattura e non più dalla data di ricevimento dei prodotti come inizialmente previsto. “Se questo Articolo arriverà al voto di Aula senza subire stravolgimenti, nonostante le fortissime pressioni esercitate in queste settimane – conclude Gardini – sarà per l’agricoltura italiana tutta, che si è schierata in maniera compatta in difesa della norma, un cambiamento epocale. Il cui merito va iscritto alla determinazione e al coraggio di Mario Catania, che ha dimostrato la sua ferma volontà di introdurre per la prima volta anche nel nostro Paese una precisa normativa per regolare i rapporti tra la filiera, al fine di contrastare la diffusa consuetudine di accordi verbali tra le parti e di pratiche scorrette”.
L’opinione della Confederazione italiana agricoltori
Anche per la CIA (Confederazione italiana agricoltori) il lavoro svolto dal ministro Mario Catania è positivo, sottolinea, infatti, quanto sia importante avere una maggiore chiarezza nei rapporti tra il mondo produttivo agricolo e la grande distribuzione. Le uniche perplessità che espone, riguardano la possibilità di affittare i terreni agricoli demaniali ai giovani agricoltori. La CIA, infatti, ribadisce che la vendita rappresenta un’opportunità significativa per i giovani purché si rispettino tre condizioni fondamentali: la destinazione agricola per contrastare l’assalto della speculazione, la trasparenza nell’assegnazione per evitare infiltrazioni della criminalità organizzata, privilegiare, appunto, i giovani agricoltori che possono così costruire un futuro imprenditoriale. Elementi contenuti nel provvedimento predisposto dal ministro Catania.
Per la CIA l’affitto non è, dunque, una soluzione efficace, anche perché, in alcuni casi, potrebbe far venire meno la possibilità al giovane di acquistare il bene terra sul quale poter progettare il futuro. A ciò si deve aggiungere che questi terreni del demanio, circa 350 mila ettari, in tutti questi anni hanno vissuto nel completo abbandono e non ne è stato fatto alcun uso agricolo. Quindi, se l’operazione della vendita sarà condotta con rigore, può dare un duplice rilevante effetto: assicurare proprietà, produzione e reddito all’agricoltore e contribuire alla difesa e al riassetto del territorio.
Per approfondire: Decreto Liberaliazzazioni