Compiti per la Politica

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Si è svolto sabato scorso a Berlino, nel contesto della manifestazione “Settimana verde” il 7° Global Forum for Food and Agriculture (GFFA), una conferenza internazionale della politica, economia e società civile sui temi legati all’alimentazione e agricoltura. Con oltre 1.300 partecipanti, tra cui circa 70 ministri da tutto il mondo, la FAO e la Banca Mondiale, la GFFA è stato un incontro sulle questioni centrali dell’agricoltura globale e dell’industria alimentare oggi, unico nel suo genere per la trasversalità con cui si affrontano i temi. Tema della manifestazione di quest’anno è stato “Cibo, materie prime e di energia: domanda in crescita. Opportunità per l’agricoltura o ostacolo per la sicurezza alimentare” e ha voluto affrontare la diversità di compiti, apparentemente contrastanti, a cui l’agricoltura si trova a dover rispondere.

Dal documento nato da questo incontro, però, risulta chiaro che: “Il futuro si trova nella bioeconomia ovvero una forma di economia che utilizzi in maniera sostenibile tutte le risorse”. Lo ha sottolineato il ministro tedesco per l’agricoltura Christian Schmidt. “Se la bioeconomia si sviluppa nelle zone rurali e diventa per le persone un mezzo di sostentamento dignitoso, allora anch’essa diventa un elemento importante per la sicurezza alimentare e la lotta alla fame”. Questo vale soprattutto per i paesi con poche risorse fossili, ma tanta agricoltura e campagna. Qui la bioeconomia è una possibilità per ampliare la produzione di valore dell’agricoltura, scoprire nuovi ambiti di azione, valorizzare materie rinnovabili.

Ci deve essere uno sviluppo orizzontale che guardi contemporaneamente a conservazione della biodiversità, gestione sostenibile del suolo e dell’acqua, benessere animale e gestione oculata delle. Non vi è una ricetta ad hoc, ma ogni luogo, ogni comunità deve trovare la sua via” continua Christian Schmidt.

Una cosa però è chiara per il ministro tedesco: “L’agricoltura deve essere al centro della bioeconomia e tutte le politiche devono guardare oltre i propri confini. Il commercio, l’energia, l’ambiente e l’agricoltura sono sempre più connessi tra loro e cosi deve essere la politica che si occupa di questi settori”. Eccolo, secondo Berlino, il compito della politica oggi.

La sfida per l’agricoltura di questo secolo è enorme e la conosciamo bene: nel 2050 vi saranno circa 9 miliardi di persone su questa Terra. Se nel 1950 ogni cittadino aveva a disposizione teoreticamente 5100 m2, nel 2050 ne avrà solo 2000. Oggi il 30% del PIL mondiale viene prodotto in paesi che soffrono per scarsità d’acqua, nel 2050 questa percentuale salirà, sempre teoricamente, a più del 50%. E non si pensi che i paesi con scarsità d’acqua siano molto lontani. Un articolo a firma anche italiana e pubblicato di recente su Nature Scientific Reports indica che “Il Sud Italia rischia di diventare una regione dal clima più simile a quello Nord africano, con estati ed inverni sempre più aridi e secchi e un impatto molto negativo sulla disponibilità di acqua, l’agricoltura e la salute. Lo stesso rischio minaccia Spagna del sud, Grecia e Turchia, per effetto dei cambiamenti climatici che potrebbero provocare lo ‘spostamento’ del clima mediterraneo verso le regioni del Nord e del Nord Est in Europa, ma anche nel resto del Pianeta”. Lo scrive il ricercatore italiano dell’ENEA Andrea Alessandri.

Articolo di Maria Luisa Doldi