Colture industriali, arriva l’app anti sprechi

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Conserve Italia guarda alla sostenibilità economica e ambientale presentando i risultati del progetto “Agricoltura di precisione sulle colture orticole industriali per migliorare la gestione delle risorse idriche, dei fertilizzanti e dei pesticidi“. In tre anni di lavoro il progetto ha implementato nuovi strumenti da mettere a disposizione degli oltre 14mila agricoltori associati al Consorzio di cooperative che rappresentano, tra l’altro, marchi come Valfrutta, Yoga, Cirio, Derby Bue e Jolly Colombani. Tra di essi, sistemi di allerta personalizzati per i trattamenti fungicidi e l’applicazione per smartphone che informa in maniera dettagliata sullo stato nutrizionale delle piante.

I risultati di queste attività, svolte nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Emilia-Romagna in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, l’Università di Genova e il C.I.C.A. di Bologna, sono stati presentati nei giorni scorsi in occasione di un convegno tenutosi nella sede aziendale di San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna. Il progetto triennale, co-finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, ha coinvolto tre aziende agricole associate a Conserve Italia presenti nelle province di Ferrara e Piacenza. Grazie  alle sperimentazioni svolte è stata verificata  l’importanza di nuovi strumenti per rendere più efficienti i trattamenti fungicidi, razionalizzare le concimazioni, ridurre l’impiego di acqua e conoscere nel dettaglio le strategie di adattamento delle piante ai cambiamenti climatici, in modo da sviluppare varietà più adatte per le condizioni che si verificheranno nei prossimi decenni. “Ridurre l’impatto dell’agricoltura sull’ambiente è un impegno che portiamo avanti da anni, promuovendo coltivazioni sempre più sostenibili a partire da un minore consumo idrico e da una razionalizzazione del ricorso ai fitofarmaci”, ha dichiarato il presidente di Conserve Italia, Maurizio Gardini. “Siamo una grande cooperativa che riunisce migliaia di agricoltori, la nostra filiera integrata parte dal seme, passa dal campo e dopo la trasformazione industriale arriva fino alla  commercializzazione; siamo quindi in grado di    controllare l’intero processo produttivo“. Per rendere più efficaci ed efficienti i trattamenti fungicidi, sono stati sperimentati sistemi di allerta, in particolare per la peronospora del pisello e del pomodoro,l’antracnosi del fagiolo e l’alternariosi del pomodoro. Grazie a bollettini resi disponibili ogni giorno per ogni patogeno, gli alert hanno consentito agli agricoltori di eseguire trattamenti solo nel caso fosse previsto un rischio di infezione medio o alto, evitando così i trattamenti normalmente previsti a calendario. La possibilità di distribuire prodotti fungicidi solo quando realmente necessario ha garantito così un risparmio di tempo e risorse e  soprattutto una concreta diminuzione dell’impatto ambientale dei sistemi colturali, grazie all’impiego di quantitativi minori di prodotti fitosanitari.

Una seconda applicazione è invece stata sviluppata per quantificare lo stato nutrizionale delle colture, permettendo al coltivatore di utilizzare il proprio smartphone per monitorare le condizioni di stress, leggero stress e consumo di lusso. Queste informazioni hanno consentito all’agricoltore di dosare correttamente il quantitativo di azoto da distribuire, evitando sia perdite produttive dovute a insufficiente disponibilità di nutrienti sia problemi dovuti ad eventuale sovradosaggio dovuto all’aumentata suscettibilità ad allettamento o a infezioni da parte di patogeni fungini. Contemporaneamente, risulta limitato al minimo il rischio di sovradosaggi – frequenti nel caso di concimazioni azotate di copertura – che porta a perdite di azoto nell’ambiente. La app è da qualche mese disponibile per mais e recentemente è stata estesa anche al pomodoro da industria.

Con questo progetto sull’agricoltura di precisione – continua Gardini – abbiamo testato l’utilità di alcuni strumenti da mettere a disposizione dei nostri agricoltori per ottenere dalle piante il massimo delle loro potenzialità, contribuendo da un lato ad aumentare la redditività delle aziende agricole, dall’altro a razionalizzare l’utilizzo di acqua, fertilizzanti e pesticidi così da ridurre l’impatto sull’ambiente. I risultati ci dicono che applicando le tecniche sperimentate sarà possibile, ad esempio, diminuire fino al 7% il consumo idrico per colture orticole come pomodoro da industria, pisello, mais dolce e borlotto“.

Emiliano Raccagni