Cia, accordo strategico per digitalizzare l’agricoltura

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L’obiettivo è quello di accompagnare i produttori nel processo tecnologico e culturale di transizione digitale, fornendo servizi utili a implementare il business delle aziende. Per questo, recentemente CIA-Agricoltori italiani ha annunciato assieme ad Agia, la sua associazione dei giovani imprenditori agricoli, un accordo con importanti player dell’agritech italiano che diventeranno partner strategici dell’associazione nel processo di innovazione, fondamentale per alfabetizzare le Pmi del settore agricolo, e aprire interessanti prospettive verso il cosiddetto “smart farming”.

La sfida arriva nel momento in cui la digitalizzazione in agricoltura sta assumendo un ruolo di primo piano all’interno delle politiche comunitarie, col forte impulso -sia dalla Pac che dal PNRR- all’implementazione della tecnologia dell’informazione. Digitalizzare è, infatti, sinonimo di semplificazione e risparmio, utilizzando le opportunità offerte dell’hi-tech per riuscire a “produrre di più con meno” con una corretta gestione delle risorse, a partire da quella idrica, rinnovando anche il parco macchine e migliorando la tracciabilità della filiera.

Lo scopo finale del progetto è quello di aumentare la profittabilità e la sostenibilità economica, ma anche ambientale e sociale dell’agricoltura, permettendo al settore di competere a livello globale. Cia vuole, dunque, diventare soggetto primario nella trasformazione digitale nel settore agricolo, diventando punto di riferimento dei principali attori istituzionali e privati. Ci si pone l’obiettivo di supportare le aziende agricole nella scelta delle soluzioni migliori, offrendo loro una formazione tecnica dedicata e riconosciuta e colmando il gap digitale che ancora sussiste, in particolare nelle aree interne. In generale, Cia stima, infatti, che il 50% delle aziende non abbia ancora familiarità con l’agritech. Robotizzazione in campo, sistemi satellitari e Big Data guideranno la rivoluzione tecnologica interconnessa, attraverso tecnologie avanzate mirate a implementare e rendere più sostenibili gli output di produzione.

Fare smart farming significa raccogliere dati, elaborarli e prendere decisioni grazie alle informazioni raccolte -dichiara Claudia Merlino, direttore generale Cia-; agricoltori non producono, infatti, solo cibo ma anche dati, che sono il driver del nuovo paradigma digitale. La conoscenza puntuale dei dati nell’azienda è la chiave di volta, unica ed insostituibile, per il cambio di passo dell’intero sistema rurale. Gli agricoltori italiani hanno, quindi, bisogno di essere accompagnati in questo processo di transizione digitale per applicare i processi di blockchain che possono supportare il mondo agricolo sia recuperando quote di valore nella catena agroalimentare, sia in materia di sicurezza alimentare, nella tutela del rapporto con i consumatori, offrendo loro la possibilità di consultare in trasparenza tutte le informazioni relative a un prodotto”.

Siamo player del mondo dell’innovazione digitale per l’agricoltura e abbiamo da sempre a cuore la questione dei dati, della consulenza evoluta e del progresso verso un orizzonte smart -dichiara Roberto Bandieri di Ruralset-. L’agricoltura innovativa non ha altro limite che l’immaginazione dei suoi protagonisti e ha l’urgenza indifferibile di aiutare le imprese agricole a efficientare la produzione, facendo le scelte giuste, al momento giusto e nel posto giusto. La tecnologia e le competenze ci sono, tocca adesso passare ai fatti per creare le condizioni di una vera rivoluzione digitale nel settore rurale. Siamo, dunque, grati a Cia-Agricoltori Italiani per averci individuato come partner idonei a intraprendere un percorso così ambizioso e altamente sfidante”.

Emiliano Raccagni