Biogas per l’indipendenza energetica regionale

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Come già anticipato, si sta svolgendo la Settimana Europea dell’Energia Sostenibile. Alcuni progetti per la produzione di energia rinnovabile e realizzati in uno Stato Membro hanno ricevuto oggi un riconoscimento in una cerimonia ufficiale svoltasi a Bruxelles. Tra questi vi è l’impianto a Biogas in Austria Bassa, a Margarethen am Moos. Si tratta del più grosso impianto a Biogas realizzato in Austria e viene sfruttato per produrre diverse forme di energia dai scarti agricoli e da rifiuti urbani. Oltre alla produzione di elettricità e calore, l’impianto è in grado di produrre biometano. Questo mix energetico permette al progetto di offrire energia a emissioni zero e sotto diverse forme, per soddisfare le molteplici esigenze di consumo energetico. Anche il digestato viene utilizzato come fertilizzante di alta qualità.

Il progetto mira a dimostrare che è possibile raggiungere l’indipendenza energetica regionale mediante biogas prodotto localmente da una varietà di materiali di scarto. Questo biogas può fornire soluzioni sostenibili per il riscaldamento degli ambienti e fornire energia per abitazioni, per l’industria e per i trasporti.

Per noi di MethaPOWER, il biogas rappresenta la forma di energia rinnovabile più efficace in quanto può essere immagazzinato, trasportato e utilizzato in tanti modi diversi, così da rispondere efficacementea  molteplici esigenze energetiche e modalità di indipendenza energetica locale. Stiamo lavorando con una soluzione pulita per i nostri crescenti bisogni energetici” afferma Werner Wendt, Responsabile del settore legale presso MethaPower, azienda coordinatrice del progetto.

L’impianto di biogas a Margarethen am Moos è stato costruito nel 2005 per una produzione di 500 kWh. A seguito di un’operazione di Repowering e dell’allargamento iniziato nel 2012 l’impianto ha acquisito una potenza totale di 3 MW. Sull’impianto esistente è stato costruito un impianto di purificazione a membrane con una potenza di 1000 Nm3 di biogas. Esso gestisce attualmente 25.000 tonnellate di biomassa all’anno. Questa viene convertita in 12,4 GW di energia elettrica all’anno, che viene immessa nella rete pubblica, insieme a 0,5 megawatt all’ora (MW/h) di energia termica per oltre 4800 ore/anno, che finiscono nella rete di teleriscaldamento legata al progetto. L’impianto produce 600Nm3/h di biogas per oltre 8000 ore/anno: questo biogas sostituisce direttamente il consumo di 4,8 milioni m3 di gas naturale di origine fossile. Infine, circa 20.000 tonnellate di digestato vengono utilizzate sui terreni agricoli locali.

Oltre a questi prodotti “tradizionali” questo impianto può produrre biometano come sostituzione diretta del gas naturale. Il biometano può essere immesso nella rete del gas naturale o appositamente conservato. Esso viene utilizzato come sostituto per il gas naturale compresso (CNG – in Italia comunemente chiamato “metano” , anche se è una miscela di gas composta in gran parte da metano, ma anche da altri idrocarburi leggeri) per alimentare una varietà di veicoli privati e pubblici nel comune. Le stazioni di servizio sono in grado di gestire il biometano nello stesso modo in cui gestiscono il tradizionale CNG. Alcuni motori diesel utilizzati nel settore agricolo sono stati modificati in modo da poter usare biometano. Il progetto di MethaPOWER ha anche seguito il retrofit del primo trattore da motore diesel a motore per biometano.

Il progetto soddisfa le esigenze di una vasta gamma di beneficiari. La popolazione locale trae vantaggio dall’approvvigionamento energetico del biogas sia per l’elettricità che per il calore, entrambi più convenienti dell’approvvigionamento tradizionale. Gli agricoltori beneficiano di una riduzione dei costi di carburanti e fertilizzanti. Anche i trasporti stanno vedendo ridurre i propri costi.

Nonostante l’impianto in questione si trovi vicino al centro abitato, il fatto che non si abbiano emissioni o cattivi odori, che esso aiuti l’eliminazione sostenibile dei rifiuti urbani e una migliore gestione economica della comunità ne hanno fatto un progetto modello per l’Austria. Realizzazioni simili sono previste anche in Germania.

Articolo di Maria Luisa Doldi