Biogas dall’erba

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Trasformare gli scarti in materia prima per produrre energia pulita. Questo l’obiettivo del Progetto europeo Gr3, Grass to green gas, presentato da Veneto Agricoltura nella sede del Consorzio di Bonifica lo scorso 24 giugno 2014 durante il primo di una serie di workshop organizzati nell’ambito di Gr3, di cui Veneto Agricoltura è partner.
“Il progetto, che coinvolge 11 regioni europee, tra cui il Veneto – ha spiegato Giustino Mezzalira, Direttore Settore Ricerca di Veneto Agricoltura – mira a promuovere l’utilizzo degli sfalci d’erba derivanti dalla gestione del territorio come risorsa per la produzione di biogas. L’energia potenziale dell’erba proveniente dalla manutenzione di aree urbane, agricole e protette rimane ampiamente sottoutilizzata in Europa”.
Sono migliaia i chilometri di fasce erbose lungo i canali che il Consorzio di Bonifica sfalcia regolarmente. Tonnellate di erba che vengono tagliate, trinciate e lasciate in loco.
“Un peccato perché l’erba potrebbe essere utilizzata negli impianti di biogas – ha commentato Antonio Tomezzoli, Presidente del Consorzio di Bonifica – anche se ha un potenziale energetico minore del mais. Organizzandosi con le strutture di stoccaggio e i macchinari adeguati si può rendere conveniente un’operazione di manutenzione del territorio che va in ogni caso fatta due volte l’anno durante la stagione estiva per mantenere i canali sgombri e favorire il deflusso dell’acqua. Il Consorzio sta attrezzando un’area di prova per valutarne la fattibilità operativa”.
Le barriere all’impiego dell’erba da sfalcio e dei residui erbacei sono un’insufficiente conoscenza ed espansione di tecnologie idonee per la falciatura, la conservazione e la digestione anaerobica di residui di erba, l’assenza o mancanza di cooperazione tra gli operatori della filiera e alcuni di natura giuridica.
La valorizzazione degli stessi come fonte di energia rinnovabile nella produzione di biogas renderebbe economiche numerose operazioni attualmente svolte per la manutenzione delle aree verdi anche nelle città. Veneto Agricoltura ha calcolato che nei capoluoghi di provincia regionali e nelle zone turistiche costiere come il lago di Garda, la raccolta derivante dallo sfalcio potrebbe superare le 500 tonnellate l’anno di sostanza secca. Una quantità sufficiente a rendere conveniente l’impiego nella produzione di biogas.
“Veneto agricoltura è alla costante ricerca – ha concluso Federico Correale di Veneto Agricoltura – di filiere che garantiscano opportunità di reddito alle aziende del settore primario e tutela dell’ambiente. Una buona filiera è quella che da valore a un sotto prodotto o che si integra perfettamente con le altre attività agricole, non quella che vi sottrae terreno”.

In campo…
E proprio oggi, martedì 1 luglio 2014 nell’Azienda pilota e dimostrativa “Diana” di  Veneto Agricoltura, a Mogliano Veneto (TV), si scende in campo per vedere da vicino l’iter che porta dai campi ai digestori anaerobici. Nell’ambito del Progetto europeo GR3 – IEE “GRass as a GReen Gas Resource”, di cui l’Azienda regionale è partner e che ha lo scopo di valorizzare i residui erbacei come fonte di energia rinnovabili per la produzione di biogas, è in programma una dimostrazione sulle tecniche di sfalcio e valorizzazione energetica dell’erba. La giornata è organizzata in collaborazione con il Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, Dipartimento Tesaf dell’Università di Padova e l’Università degli Studi di Verona e permetterà di conoscere da vicino le prove in campo, articolate in quattro linee: la fienagione tradizionale, l’insilamento e imballatura, l’insilamento del prodotto sfuso, la raccolta dell’erba di fondo.  È infatti previsto un percorso in campo con dimostrazione dinamica di una serie di macchine ed attrezzature lungo le sponde del Fiume Zero. Il programma proseguirà con la visita ad un impianto agricolo per la produzione di biogas presso l’Azienda Agricola Andretta Ivano e Bizzotto Antonietta s.s in località San Liberale di Marcon (VE), il co-digestore anaerobico permette di trasformare i reflui dell’allevamento bovino e gli scarti dell’agroindustria in energia termica, che viene poi riutilizzata in azienda per essiccare il digestato.