Bankitalia: calo dei finanziamenti per i giovani agricoltori

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Per i giovani agricoltori resta sempre più difficile l’accesso al credito e senza di esso non c’è sviluppo. Gli “under 40” incontrano infatti parecchi ostacoli per ottenere prestiti indispensabili per la crescita delle loro imprese. E i problemi diventano ancora più complessi davanti a una richiesta di finanziamento pubblico: per ottenerlo passano in media quasi due anni, mentre soltanto i costi burocratici legati all’avviamento aziendale ammontano a circa 7 mila euro l’anno.

È quanto sottolinea l’AgiaAssociazione giovani imprenditori agricoli della CiaConfederazione italiana agricoltori in merito ai dati resi noti dalla Banca d’Italia sui prestiti bancari da parte delle banche nel mese di novembre 2012, che segnano una caduta dello 0,3% per le famiglie e del 3,4 per le imprese.

E proprio i giovani agricoltori hanno oggi impellente bisogno di sostegni per innovare le imprese, per competere sui mercati. Un problema che -afferma l’Agia-Cia- si pone urgente soprattutto in una fase di riorganizzazione della struttura aziendale, che contrappone all’elevata mortalità delle piccole aziende agricole un contestuale ampliamento della superficie media, aumentata del 69,6% tra il 2006 e il 2012.

D’altra parte, attualmente per costruire un’azienda agricola solida e realmente competitiva, occorre, secondo l’Agia-Cia, una valida strategia imprenditoriale, che va supportata da adeguati investimenti nell’innovazione e, pertanto, da soluzioni efficaci di accesso al credito. È per tale motivo che è necessario mirare a un modello di “business specialistico”, che sia nelle condizioni di assicurare maggiore flessibilità ai finanziamenti a breve e medio termine, una diversificazione dell’assistenza finanziaria per le diverse filiere produttive, oltre che l’incentivazione di forme innovative di aggregazione.

Ecco perché -aggiunge l’Agia-Cia- è fondamentale rafforzare il rapporto con il mondo del credito, cercando anche nuove strade che favoriscano l’investimento dei risparmiatori sulle aziende agricole giovani. Si potrebbe, ad esempio, riprodurre il “crowdfunding”, quel modello già in uso in altri Paesi europei, in grado di dare all’imprenditore l’opportunità di accedere a un prestito senza passare dal sistema bancario.

Insomma, una ristrutturazione del sistema di credito che -spiega l’Agia-Cia- permetterebbe di arrivare alla costituzione di una rete di esperti, costituita da tecnici delle organizzazioni di categoria e degli istituti di credito, che affianchi l’imprenditore nelle scelte finanziarie.