Area d’impronta

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L’incremento di potenza dei trattori, che sembra inarrestabile, ha portato alla produzione di modelli sempre più grandi e inevitabilmente pesanti. Non solo: per riuscire a scaricare con la massima efficienza questa potenza sul terreno, anche gli organi di propulsione (ruote o cingoli) hanno giocoforza dovuto aumentare le loro dimensioni. A ciò però si contrappone una serie di vincoli, sia strutturali che legislativi. Ad esempio, in Italia la larghezza massima ammissibile di un trattore per circolare sulla strada pubblica è di 2,55 m, salvo eccezioni. E’ pur vero che con permessi esplicitamente accordati (cui si deve aggiungere in alcuni casi la cosiddetta “scorta tecnica”), è possibile superare questi limiti dimensionali. La predisposizione di tutto ciò comporta comunque tempi e costi non trascurabili.

Come si può risolvere il problema? Molti costruttori, soprattutto per mietitrebbiatrici o trattori di potenza estremamente elevata, stanno proponendo ormai da qualche anno il montaggio di cingolature (di varia conformazione) in sostituzione dei normali pneumatici. Con l’aumento della lunghezza della superficie di appoggio, a parità di impronta a terra è possibile ottenere larghezze inferiori, a tutto vantaggio di un ridotto ingombro trasversale del veicolo.

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Fig. 1 – A parità di carico supportato, l’adozione della cingolatura (che comporta una maggior lunghezza dell’area di appoggio) in sostituzione dei normali pneumatici permette di ridurre l’ingombro trasversale della macchina.

Una soluzione alternativa, adottata spesso all’estero (in particolare negli USA), è la cosiddetta gemellatura degli pneumatici, ovvero l’installazione (con vari dispositivi di fissaggio) di una coppia di ruote complete all’esterno di quelle motrici. In questo modo si ottiene un notevole aumento della superficie di appoggio, tramite un intervento che è reversibile e che non richiede tempi eccessivi di esecuzione. Si tratta di un’opportunità tutto sommato abbastanza economica, che però in Italia non ha mai riscosso un grande successo, soprattutto per le difficoltà incontrate nei frequenti spostamenti su strada da effettuare a causa della notevole parcellizzazione delle aziende agricole. Infatti, per quanto la rimozione della gemellatura sia un’operazione relativamente veloce, non è certo pensabile una frequenza quotidiana di tale intervento, soprattutto senza utensili e attrezzature dedicate.

 

Fig2Fig. 2 – La gemellatura degli pneumatici aumenta notevolmente l’area di impronta, ma rende problematico il transito su strada della macchina così allestita.

Un significativo passo avanti, che semplifica di molto la questione, lo propone l’olandese Peecon: è il Gull Wing, un dispositivo di ripiegamento idraulico delle ruote gemellate. In pratica, le ruote aggiuntive sono connesse in maniera rigida al telaio del trattore, tramite due ali fissate dietro la cabina di guida. Durante la marcia su strada le doppie ruote rimangono sollevate e ripiegate; quando la macchina arriva in campo, tramite comandi idraulici la struttura viene aperta, portando le ruote gemelle a contatto con quelle principali, per essere poi agganciate meccanicamente in modo rigido.

 

Fig4Fig. 3 – Un render del progetto Gull Wing della Peecon, nelle fasi di apertura.

 

Si tratta di un concept sicuramente interessante, apprezzato anche dal Comitato Tecnico di Agritechnica 2015, che l’ha premiato con la medaglia d’argento. Praticità e rapidità sono gli indubbi vantaggi, anche se al momento rimangono una serie di interrogativi: ad esempio, le gomme gemellate in posizione di riposo limitano in modo significativo la visibilità posteriore e occultano i gruppi ottici posteriori, rendendo necessario (almeno in alcuni casi) l’installazione di luci ripetitrici. Inoltre, specie per trattori di potenza elevata, le due ruote complete possono avere una massa notevole (anche 7-800 kg); ciò modifica la distribuzione delle masse sugli assi (alleggerendo l’anteriore), e riduce inevitabilmente il carico utile per le attrezzature portate all’attacco a 3 punti. Non c’è dubbio comunque che l’innovazione riscuota interesse. Restiamo allora in attesa delle specifiche tecnico-operative; la più importante pare essere la massima misura di pneumatico (e quindi la massima dimensione del trattore) per la quale è possibile installare questo dispositivo.

Ma, alla fine, la domanda base che ogni agricoltore (e contoterzista) si fa, è: quanto costerà?

 

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