Agriturismo, in Lombardia cambiano le regole

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Molte novità per il mondo degli agriturismi in Lombardia. Il Consiglio regionale, infatti, ha approvato a maggioranza diverse modifiche al Testo Unico in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale.

Questi i principali provvedimenti assunti: aumenta dal 30 al 35% la soglia minima di prodotti aziendali utilizzati nella somministrazione dei pasti, per arrivare all’80% di prodotti lombardi e solo il 20% di prodotti acquistati dalla grande distribuzione. In particolare, il 100% del vino e del pesce servito agli ospiti dovrà essere di provenienza lombarda, perché, come spiegato dall’assessore all’agricoltura Fabio Rolfi, “La Lombardia è una grande regione vitivinicola e ha una ampia gamma di prodotti da offrire. È impensabile trovare nei nostri agriturismi vini provenienti da altre regioni. Sarà valorizzata anche la carne di selvaggina selvatica prelevata sul territorio lombardo, che sarà considerata come prodotto di origine regionale”.

La norma prevede, inoltre, la facoltà di aumentare i posti letto da 60 a 100, valorizzando e sviluppando l’ospitalità offerta dalle strutture agricole. Viene inoltre introdotta, per sviluppare il concetto di multifunzionalità, la possibilità di organizzare attività agrituristico – venatorie e cinotecniche, ricreativo culturali, ludico didattiche, di rilevanza sociale nonché di ittiturismo e ippoturismo. Le aziende agrituristiche potranno somministrare alimenti e bevande al di fuori delle strutture aziendali, ma nel limite di venti giornate all’anno. Viene introdotta la nuova disciplina sull’enoturismo e istituito l’elenco regionale degli operatori; viene estesa l’attuale cumulabilità settimanale dei pasti rendendola annuale, permettendo all’azienda di distribuire nel corso dell’anno, in base alle esigenze, il numero complessivo dei pasti previsti nel certificato di connessione, che precisa quali produzioni possono essere somministrate.

Secondo il relatore della Legge Giovanni Malanchini, “C’era la necessità di riformare il sistema per valorizzare i veri agriturismi: abbiamo stretto le maglie e al contempo semplificato le norme“. Malumore dalle opposizioni in aula, che criticano l’estensione del numero dei posti letto fino a 100 e all’eccessiva ‘lombardizzazione’ del settore. “Un conto– dice il consigliere Marco Piloni– è valorizzare i nostri prodotti, cosa che viene fatta nell’80% dei casi. Altro aspetto e’ vietare vini di altre regioni nel restante 20%. E’ come dare una sorta di daspo ai vini che provengono da altre regioni.”

Entra comunque in tutta Italia nel vivo la stagione negli oltre 23mila agriturismi. Secondo le prime stime di Coldiretti in base alle prenotazioni delle strutture associate a Campagna Amica e all’analisi effettuata da Cst-Assoturismo Confesercenti, in controtendenza con l’andamento generale le presenze in queste strutture potrebbero crescere del 3%, grazie all’aumento dell’offerta, sempre più completa grazie ad agriturismo che puntano a servizi innovativi per sportivi, curiosi e ambientalisti, come l’equitazione, il tiro con l’arco, il trekking o attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici, ma anche corsi di cucina e wellness.

Negli ultimi anni il numero di aziende agrituristiche nel Paese è cresciuto con percentuali in doppia cifra: un vero e proprio boom,  dal numero di aziende (+32%) a quello dei posti a tavola (+37%), dai posti letto (+40%) alle piazzole di sosta (+67%), fino allo stesso valore economico del settore, salito a 1,36 miliardi (+24%).

Emiliano Raccagni