AAA: Terra cerca Agricoltore

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Figura 1

Se fossero disponibili delle terre agricole in comodato o per un affitto simbolico, con il solo vincolo di praticarvi agricoltura sostenibile e di non distruggere ma valorizzare quanto già esiste sui terreni, vi dedichereste alla loro coltivazione? Intraprendereste un’attività agricola? La risposta di 650 giovani italiani a questa domanda è stata positiva e tante sono state le richieste di partecipazione a un bando ideato e portato avanti da due professionisti in proprietà di terreni agricoli non più coltivati. Lia e Franco, impegnati ormai da una vita in un settore diverso da quello agricolo, hanno dato il via all’iniziativa “Antiche Terre Giovani Progetti”, per assegnare le terre agricole ereditate dai nonni a giovani in grado di occuparsene con idee innovative “e per offrire la possibilità di poter lavorare con un obiettivo proprio, per trovare anche in agricoltura modi, tecniche e strumenti che permettano una vita dignitosa, senza quei sacrifici immani dei nostri nonni”  spiega Lia. Alla base dell’idea l’amore per le proprie radici: “La principale spinta ad intraprendere questo percorso è venuta dal desiderio di non lasciare le terre sulle quali le nostre famiglie avevano tanto investito in termini di denaro e di amore. La nostra età non ci permette oggi di occuparci a tempo pieno di questi terreni e inoltre siamo occupati  a svolgere le attività che ci siamo costruiti nel corso della nostra vita. Abbiamo un figlio di 20 anni e attraverso i suoi occhi e quelli dei figli dei nostri amici, ci stiamo rendendo conto non solo della difficoltà che essi incontrano nel trovare un lavoro adeguato alle loro capacità, attitudini e studi, ma anche di una certa sfiducia generale nel futuro, nella possibilità di un cambiamento per loro stessi e per  la società in cui vivono e vivranno. Così abbiamo pensato che questo potesse essere un modo per stimolare curiosità e per mettere in moto un piccolo cambiamento“.

E qualcosa si è mosso. I tre terreni di Lia e Franco sono stati assegnati in seguito a una selezione dei progetti presentati.  I giovani assegnatari, grazie anche a sostegni ottenuti tramite bandi regionali PSR, hanno intrapreso una nuova attività agricola e restituiscono ai vecchi terreni nuove glorie. “Scegliere non è stato facile e ci dispiace per tutti quelli che sono stati esclusi” dice Lia, ma il progetto ha aperto nuove possibilità. Infatti, altri 6 proprietari di terre in varie parti d’Italia hanno deciso di calcare la stessa via di Lia e Franco: tramite i canali già aperti dall’iniziativa “Antiche Terre”, hanno messo a disposizione i propri terreni in varie parti di Italia  con le stesse condizioni, ovvero comodato o affitto simbolico, agricoltura sostenibile, rispetto delle colture e strutture esistenti. I terreni e la tipologia di colture o strutture esistenti sono descritte nella pagina web di “Antiche Terre “ (QUI) in modo che ognuno possa farsi un’idea precisa di quanto si offre, mandare il curriculum e un progetto adatto al tipo di terreno e alla zona di realizzazione.

Ma quale è la tipologia di persone che si sono interessate al progetto “Antiche Terre”? “Sono soprattutto giovani dai 20 ai 35 anni, disoccupati ma laureati in diverse discipline. Vi sono anche alcuni cinquantenni o più che hanno perso lavoro. Tutti desiderosi di un’opportunità“. Ma non solo:Ci hanno scritto dall’Italia, ma anche dal Burundi, da New York, Francia, Svizzera, Brasile, ecc. Si tratta di persone emigrate che desiderano rientrare in Italia”. La terra, dunque, come possibilità per ripartire e come possibilità per ritornare. Antiche Terre è in contatto anche con un’ altra iniziativa di carattere regionale: la Banca della Terra della Regione Toscana, che informa periodicamente delle terre toscane incolte pubbliche o private che possono essere richieste tramite domanda ( QUI ). In un’intervista rilasciata due anni fa alla stampa, Franco Scaramuzzi, allora presidente dimissionario della Accademia dei Georgofili, affermò: “Nelle campagne il lavoro è duro. E, a ben vedere, chi piega la schiena a lavorare nei campi non aumenta“. Le statistiche continuano a dargli ragione. Intanto “Antiche Terre” cerca, nel suo piccolo, di invertire la rotta.

di Maria Luisa Doldi