Vino: al via nuovo sistema delle autorizzazioni

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Se ne parlava da tempo. Negli scorsi anni il dibattito tra gli addetti ai lavori è stato piuttosto acceso. Così come il mercato che, naturalmente, sta vivendo settimane davvero particolari in vista della fatidica data dell’1 gennaio 2016. Entreranno, infatti, in vigore dal primo giorno del nuovo imminente anno le norme che disciplineranno il sistema delle autorizzazioni per l’impianto di vigneti, così come previsto dalla regolamentazione adottata a livello europeo. Proprio per “allinearsi” a quanto prevede la normativa comunitaria, nei giorni scorsi il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto relativo al nuovo sistema che resterà in vigore sino al 31 dicembre 2030.

Tale nuova disciplina, che sostituisce il regime di limitazione agli impianti viticoli gestito attraverso il sistema dei “diritti di impianto e reimpianto”, si basa sul rilascio di autorizzazioni per l’impianto di nuovi vigneti, per i reimpianti e per convertire ed utilizzare i “vecchi” diritti di reimpianto, già in possesso dei produttori. Le autorizzazioni saranno rilasciate tenendo conto del tetto massimo annuo pari all’1% della superficie vitata nazionale. Evidentemente si tratta di un mutamento piuttosto radicale che andrà testato sul campo per verificare effetti positivi e negativi che sorgeranno. Ed in tal senso, il decreto adottato prevede che al termine del primo anno di applicazione sarà effettuata una verifica approfondita con lo scopo di valutare in concreto i risultati raggiunti ed apportare le eventuali modifiche ed integrazioni al fine di migliorare l’efficienza del sistema stesso.

“Ringrazio il Ministro Martina per aver sbloccato la situazione, consentendo di approvare in Consiglio dei Ministri l’importante decreto il cui contenuto riprende le indicazioni che Unione Italiana Vini aveva evidenziato fin dall’inizio dell’anno rispetto all’implementazione nazionale del sistema a partire dal 2016, – ha commentato Domenico Zonin, presidente dell’Unione Italiana Vini -; bisognerà, però, prestare particolare attenzione al plafond dell’1% di nuove autorizzazioni, che per l’Italia si traduce in circa 6.400 ettari all’anno di nuovi vigneti, previsto dalla normativa comunitaria, percentuale che potrebbe risultare insufficiente poiché il nostro Paese ha perso mediamente nell’ultimo decennio circa 8-9.000 ha di vigneto all’anno”.

Passo dopo passo, il nuovo sistema muterà certamente gli scenari produttivi italiani, tenendo conto che fino al 2020 è prevista la fase di monitoraggio della conversione dei diritti di reimpianto, con circa 50.000 ha attualmente in portafoglio delle aziende. Una fase fondamentale, come sottolinea lo stesso Domenico Zonin, in quanto si dovrà “evitare di perdere ulteriore potenziale viticolo a causa degli abbandoni da parte dei viticoltori che per motivi economici o legati all’età non sono più incentivati a investire in vigneto”. Altra data importante sarà quella del 2023: in tale anno, secondo quanto prevede il Regolamento Europeo, la Commissione dovrà effettuare una prima valutazione del nuovo sistema.

di Antonio Longo