Usare il suolo per mitigare il clima

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La Corte dei Conti europea ha appena pubblicato un’analisi panoramica sugli effetti delle misure dell’UE in materia di energia e ambiente. Il risultato generale afferma che, anche se gli sforzi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra avranno successo, sarà comunque necessario adattarsi ai mutamenti del clima, che vi saranno. Alla fine del secolo il clima dell’Europa sarà ben diverso da oggi, anche se l’aumento della temperatura non sarà superiore ai 2°C previsti dall’accordo di Parigi del 2015. L’aumento di 2°C è una media globale. Questo significa ad esempio che, anche se sarà realizzato, in alcune regioni l’aumento delle temperature sarà di gran lunga superiore ai 2°C; significa ad esempio che in estate, in gran parte della Spagna e nella Scandinavia settentrionale le temperature potrebbero aumentare in media di 3-4°C; significa infine che i livelli delle precipitazioni estive potrebbero diminuire di oltre il 50 % in buona parte delle coste mediterranee dell’UE. Tra i settori che più risentiranno di queste conseguenze vi sarà l’agricoltura che dovrà affrontare problemi legati alla disponibilità d acqua (che, per altro, già oggi si trova in parte a dover affrontare), alle temperature elevate, a nuovi agenti nocivi e specie invasive.  I raccolti potrebbero aumentare nel nord Europa, ma diminuire nel sud e le stime dicono fino a un -30%. La silvicoltura dovrà fare fronte a rischi maggiori di incendio. Secondo la corte dei conti, nel 2015 – anno a cui si riferiscono i dati dell’analisi qui citata – l’agricoltura è stata responsabile dell’11%  delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE. Tra il 1990 e il 2013 queste sono effettivamente diminuite del 20%, indicando che le misure messe in atto dalle aziende per migliori gestioni agronomiche e zootecniche hanno ottenuto un ottimo risultato, ma nel 2014 sono tornate a salire. Esse sono da attribuire essenzialmente a ossido di azoto e metano, legati agli allevamenti e alla gestione del suolo agricolo. Questi, dunque, due fronti importanti su cui operare. Esistono strumenti per ridurre questo tipo di emissioni, ad esempio‚ un uso più efficiente di fertilizzanti e pratiche differenti di allevamento del bestiame.  «Tuttavia – si legge nel rapporto –  è diffuso lo spesso incontestato pregiudizio che tali soluzioni siamo più costose di azioni di mitigazioni in altri settori».

Il suolo svolge un ruolo fondamentale nella mitigazione delle emissioni di gas a effetto serra. Attualmente esso sequestrerebbe – o immagazzinerebbe – circa 1/3 delle emissioni mondiali in forma di crescita dei prati, degli alberi, delle foreste, accumulo di sostanza organica, etc.   Tutti i processi che favoriscono l’accumulo di carbonio nel suolo sono dunque basilari per la mitigazione del clima. La ricerca e l’innovazione delle tecnologie di gestione del suolo sono fondamentali per poter contribuire con questa risorsa alla mitigazione del clima. Recentemente si è concluso un progetto europeo che ha avuto come centro di interesse proprio il suolo. HELPSOIL, questo il nome del progetto, si è proposto di testare e dimostrare tecniche di agricoltura conservativa abbinate a pratiche innovative di gestione dei terreni agricoli con l’obiettivo di:

  • potenziare le funzioni ecologiche dei suoli (sequestro di carbonio, aumento di fertilità e biodiversità edafica, protezione dall’erosione);
  • favorire l’efficienza dell’uso irriguo delle acque;
  • aumentare l’efficienza della fertilizzazione, in particolare nell’uso degli effluenti zootecnici;
  • contenere l’uso di prodotti fitosanitari per il controllo di infestanti e malattie delle piante.

I risultati del progetto sono molto incoraggianti e promuovono la diffusione di tecniche e soluzioni migliorative in grado di aumentare la sostenibilità e la competitività dell’attività agricola. Allo stesso tempo – ai fini dell’adattamento dei sistemi territoriali nei confronti degli impatti del cambiamento climatico – promuovono la protezione e l’uso sostenibile del suolo, preservandone le funzioni, prevenendo possibili minacce e attenuando gli impatti dell’attività agricola sull’ambiente. Le azioni progettuali hanno interessato la Pianura Padana e le limitrofe aree collinari del margine appenninico e alpino e sono applicate in 20 aziende agricole dimostrative. Nel contesto di HELPSOIL sono state definite linee guida per l’applicazione e la diffusione dell’agricoltura conservativa in modo da trovare attuazione nel contesto dei Programmi di Sviluppo Rurale regionali, individuando per l’intero bacino padano-veneto pratiche di gestione considerabili come Best Available Techniques (migliori tecniche disponibili) per una agricoltura durevole e in grado di produrre più ampi servizi ecosistemici. Regione Lombardia è stata capofila del progetto. Gli altri partner erano: Regione Piemonte, Regione Veneto, Regione Emilia Romagna,  Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste (ERSAF), Centro Ricerche Produzioni Animali (CRPA), Veneto Agricoltura, con Cofinanziamento di Kuhn Italia srl.

Articolo di Maria Luisa Doldi