Una valida alternativa

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Siamo in Germania, nella regione della Renania Settentrionale-Vestfalia. Dal 2004 l’azienda agricola della famiglia Benning conduce un impianto a biogas, dapprima di 100kW e poi ingrandito in stadi successivi fino a  raggiungere gli attuali 1000kW di potenza. Nel 2012 questo impianto ha prodotto per il 40% energia elettrica (7,1 milioni di kWh) e per il resto energia termica che, a differenza di quanto spesso avviene ancora in Italia, non è andata dispersa nell’ambiente o utilizzata solo in minima parte ma utilizzata quasi in toto per far funzionare tre unità di cogenerazione poste a circa tre Km di distanza dall’impianto. Le tre centrali sono collegate all’impianto a biogas tramite una microrete attraverso cui il biogas fluisce alle unità. In ognuna di queste tre unità satellite l’energia elettrica prodotta viene mandata in rete e il calore viene distribuito direttamente agli utenti finali nei dintorni, ovvero una piscina, una casa per anziani una comunità per persone con handicap e un centro sportivo. Queste utenze richiedono calore anche d’estate, quindi l’utilizzo del calore è continuo durante l’anno. Poiché l’azienda vende direttamente il calore alle utenze si può parlare di una vendita diretta dell’energia, che, se fosse stata prodotta da fonti fossili, avrebbe richiesto il consumo di ben 2 milioni di olio combustibile.

L’azienda agricola risale al secolo scorso. Negli anni sessanta possedeva solo 20 vacche da latte e 40 maiali oltre ai campi coltivati a patate, verdure e cereali. Entro la fine degli anni Novanta il numero degli animali è andato via via aumentando : “Se non avessimo iniziato anche l’attività di produzione di energia, avremmo avuto grosse difficoltà economiche. I margini di guadagno per i prodotti agricoli alimentari divengono sempre minori” spiega Hermann-Josef Benning. Da qui l’idea di iniziare a produrre energia con i frutti dei campi. E la concorrenza tra produzione alimentare e produzione agricola? Ai Benning non piace questa contrapposizione: “Abbiamo iniziato a produrre biogas in un periodo caratterizzato da continua sovrapproduzione alimentare. I campi venivano messi a riposo e si veniva pagati per non produrre, il che è abbastanza frustrante. Era il tempo delle “montagne di burro e di latte”. Il biogas è sembrato una valida alternativa alla chiusura. Dopotutto l’energia è tanto essenziale e pregiata quanto il prodotto alimentare” afferma Benning… e come dargli torto, soprattutto oggi? L’azienda agricola dei Benning continua ad essere integrata nel tessuto economico della regione: dieci aziende agricole contigue portano all’impianto una parte delle proprie colture, prodotti secondari e reflui zootecnici. Anche questo è un servizio al paesaggio, alla regione, alla conservazione della attività agricola. “Energia elettrica e calore sono diventati per noi prodotti preziosi tanto quanto latte e carne. E poiché vendiamo il calore direttamente a chi lo utilizza, facciamo vendita diretta dalla fattoria” afferma soddisfatto Benning.. e mostra il suo impianto a biogas, adornato dai murales dipinti  da un giovane del luogo: un flusso di energia dal sole ai campi, alle case.

Articolo di Maria Luisa Doldi 

Nella foto, nonno e nipote Benning davanti all’impianto a biogas adornato di murale (Fonte www.fnr.de)