Una maggiore liberalizzazione è auspicabile

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Umbria, terra ricca di risorse ed energie. Anche nel comparto agricolo. Ed è proprio nel cuore di questa regione che da oltre 50 anni opera l’azienda agricola Montioni, da sempre dedita alla viticoltura e all’olivicoltura, proponendo prodotti di altissima qualità. Ci troviamo a soli 150 metri dal centro storico della città di Montefalco, da considerarsi come l’area vitivinicola più importante della regione. E’ qui che si trovano il centro aziendale e produttivo ovvero il frantoio, la cantina, gli uffici e il punto vendita / area degustazione. “La nostra superficie aziendale è composta da 5 ettari di vigneto, 7 ettari di oliveto e 3 ettari di seminativo, – esordisce Paolo Montioni – le nostre produzioni più rilevanti sono costituite dal famoso vino Sagrantino e dall’olio extra vergine di oliva “Estratto a freddo“. Ci consideriamo un’azienda giovane, dinamica e con una quota export molto rilevante, vicina al 75% della produzione. Senza dimenticare l’apprezzato servizio di wine tour aziendale che da marzo ad ottobre porta numerosissimi appassionati delle cose buone a visitare la nostra azienda”.

Una realtà produttiva attenta anche alla tutela dell’ambiente ed allo sviluppo delle nuove tipologie di energia. “Consegniamo i nostri sottoprodotti, ossia vinacce, fecce, scarti della lavorazione delle olive, ad un biodigestore per la produzione di energie alternative, – evidenzia Montioni – inoltre, tra i progetti in cantiere abbiamo la realizzazione di un nuovo oliveto costituito da 1350 piante da frutto nell’ambito del nuovo piano olivicolo nazionale in cui siamo stati una delle poche aziende che hanno fornito il proprio contributo durante la fase di stesura”.

Un quadro piuttosto roseo in cui si inseriscono, come spesso accade, le “solite” problematiche. “Ogni giorno siamo costretti, nostro malgrado, a destreggiarci con l’eccessiva burocrazia e la molteplicità di enti inutili che bisogna pagare per certificare un prodotto ( doc, igt o docg), – osserva Paolo – inoltre, la molteplicità di norme che indistintamente si applicano sia alle piccole aziende che alle grandi non ci aiuta di certo. Inoltre, secondo me chi svolge attività agricola per mestiere deve essere più tutelato rispetto alla concorrenza portata avanti da aziende avviate da professionisti che nella vita si occupano di altro e che magari dopo qualche anno preferiscono chiudere i battenti”.

Capitolo normativa agricola. “Sarebbe auspicabile divenire maggiormente liberisti, prendendo ad esempio ciò che accade in America o in Australia, sottolinea Montioni – ma messi alle spalle i profili critici, sono ottimista perché vivo in un territorio dall’alto valore aggiunto ed inimitabile, inoltre per fortuna dalle nostre parti si riesce a “fare sistema” grazie alla sinergia virtuosa tra privato e pubblico. Fra qualche anno chi condurrà con eccellenza e professionalità aziende agricole diventerà un punto di riferimento. Amo il mio lavoro ma non amo chi scrive le regole del mio lavoro: l’agricoltura deve essere salvaguardata e non riempita di mille regole”.

di Antonio Longo