Un progetto per il grano duro di qualità

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Garantire alla pasta italiana una materia prima di eccellente qualità, con ottime rese e basso impatto ambientale. Sono gli obiettivi del progetto Icafrud (impronta carbonica della coltivazione di frumento duro), messo a punto da CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria in collaborazione con Barilla, Horta, Lyfe Cycle Engeneering e CCPB, nell’ambito del progetto Barilla Sustainable Farming, che punta a ottenere prodotti agricoli più sostenibili con un migliore utilizzo di fattori produttivi.

Le aziende aderenti hanno presentato i primi risultati in occasione del World Pasta Day, celebrato nei giorni scorsi, durante il  workshop “Per un’agricoltura italiana più sostenibile: l’esperienza della filiera del grano duro di alta qualità”.

L’impresa aderente sottoscrive un contratto di coltivazione e può utilizzare il sistema informativo GranoDuro.net, “Decalogo per la coltivazione sostenibile del grano duro di qualità”, un innovativo strumento di consulenza, sviluppato da Horta e concepito come supporto alle decisioni (DSS) che integra le informazioni relative all`andamento meteorologico, alle condizioni del suolo e alle caratteristiche varietali. Le informazioni generate da questa applicazione informatica e implementate dall`azienda stessa consentono di avere anche i dati tecnici necessari per calcolare l’impronta carbonica ed ecologica della coltivazione, secondo lo standard ISO 14067 implementato da LC Engineering.

Gli output delle aziende che adottano GranoDuro.net sono stati messi a confronto con quelli ottenuti dalle imprese appartenenti al campione della Rete di informazione contabile agricola (Rica), gestito dal Crea, e che applicano una gestione ordinaria della coltura. L’impronta carbonica del frumento duro nelle aziende Rica è stata misurata attraverso un’indagine pilota diretta, che ha integrato le informazioni strutturali e tecniche già rilevate nell’ambito dell’attività Rica. La rilevazione e il successivo confronto hanno riguardato 136 aziende appartenenti al campione Rica e diverse centinaia di aziende che hanno adottato GranoDuro.net nei 4 anni (2014-2017) scelti per l’indagine.

Dalla comparazione dei dati, emergono risultati migliori in termini di sostenibilità e qualità del prodotto da parte della aziende  GranoDuro.net. In particolare, le rese nelle aziende GDN sono superiori del 22-32% rispetto a quelle riscontrabili nelle aziende ordinarie RICA, a seconda dell’anno di coltivazione, mentre l’impronta carbonica (misurata in tonnellate di CO2 equivalente) delle aziende GDN è inferiore in misura variabile dall’8 al 16%, sempre in funzione dell’annata agraria. Se la riduzione delle emissioni di gas serra venisse riportata ad ettaro e si ipotizzasse l’adozione delle pratiche sostenibili sull’intera superficie a frumento duro nazionale, si avrebbe una diminuzione delle emissioni intorno alle 500.000 tonnellate di CO2 equivalente all’anno, pari al 1,5% delle emissioni complessive del settore agricolo italiano.

Emiliano Raccagni