Un passo in più verso l’indipendenza energetica

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Figura 2

Il biometano è un gas che contiene almeno il 95% di metano e deriva dal biogas prodotto dalla digestione anaerobica di biomasse in ambiente controllato (digestore) o in discarica, in seguito alla decomposizione dei rifiuti o dal gas derivante dalla gassificazione delle biomasse. Sottoposto a un processo di purificazione e di upgrading, raggiunge la qualità del gas naturale e, rispettando le caratteristiche chimico-fisiche previste nelle direttive dell’AEEGSI, è idoneo alla successiva fase di compressione per l’immissione nella rete del gas naturale o all’utilizzo extra rete per i trasporti.  Si tratta di una fonte di energia rinnovabile la cui incentivazione attualmente è disciplinata dal DM 5 dicembre 2013 (Decreto Biometano) che, in attuazione del Dlgs 28/2011, completa il quadro normativo-regolamentare in tema di promozione dell’energia da fonti rinnovabili in Italia e raggiungimento degli obiettivi del pacchetto clima-energia. Il Decreto descrive le tipologie di incentivazione per il biometano immesso nella rete del gas naturale, a seconda della sua destinazione d’uso. (QUI)

Fino ad ora, però, il quadro tecnico-normativo in materia di incentivazione del biometano non risultava completo. Infatti, per accedere agli incentivi è necessario presentare al GSE un’apposita richiesta di qualifica dell’impianto di produzione di biometano, le cui modalità non erano ancora definite. Ma l’estate ha permesso di compiere un passo in avanti: il 5 agosto il GSE ha pubblicato le procedure di qualifica degli impianti di produzione di biometano e quelle applicative per la richiesta e il rilascio degli incentivi per il biometano trasportato con modalità extra rete a mezzo carri bombolai. (QUI) “Con la loro definizione – sottolinea in una nota il Cib, Consorzio Italiano Biogas – si chiude il complesso iter attuativo avviato con il decreto ministeriale 5 dicembre 2013. Per quanto riguarda invece l’immissione del biometano nella rete del gas naturale, il processo del necessario aggiornamento del ‘codice di rete’ deve essere ancora concluso”.

Il quadro dunque non è ancora completo, ma sicuramente è stato fatto un importante passo avanti verso l’utilizzo del biometano come fonte energetica e, dunque, verso una possibile maggiore autonomia del sistema Paese per uno dei settori ad oggi meno affrancati dall’uso delle fonti fossili: quello dei trasporti, che in Italia assorbe circa il 33% dei consumi energetici nazionali (Dati ENEA) e rappresenta anche, in termini di andamento dei consumi energetici, il settore che cresce più in fretta, rendendo la dipendenza da fossile ancora più insostenibile. (maggiori informazioni QUI). Se quindi in Italia prenderà avvio la produzione di biometano per i trasporti, secondo il coordinamento delle associazioni che rappresentano la filiera del biometano italiano – Consorzio Italiano Biogas (CIB), Confagricoltura, Assogasmetano, NGV Italy e Consorzio Italiano Compostatori – “si arriverà ad una sensibile riduzione delle importazioni di biocarburanti dall’estero e la creazione di nuovi posti di lavoro”. Infatti, secondo le stime del CIB, suffragate dalle proiezioni di uno studio Althesys, la filiera del biogas-biometano potrebbe consentire la creazione di 13mila posti di lavoro al 2020, con investimenti per oltre 2 miliardi di euro.

Ma vi è dell’altro. Al di là della questione legata all’indipendenza energetica lo sviluppo di una filiera del biometano significherebbe continuare il percorso di sviluppo della filiera agroenergetica italiana: il biometano prodotto in Italia utilizza materie prime derivanti dalla agricoltura (e industria agroalimentare) italiana; la sua produzione è strettamente legata al territorio di origine della materia prima; esso può essere prodotto sulla scala delle aziende agricole italiane e rappresenta una possibilità di sostegno per l’agricoltura che, in un momento di crisi, può diversificare il reddito senza creare competizione con l’alimentare; rappresenta infine per l’agricoltura la possibilità di tornare a produrre autonomamente il carburante per la lavorazione dei campi. Autonomia energetica dell’agricoltura e sua diversificazione produttiva: questo è quello che promette l’agroenergia al settore agricolo e col biometano queste promesse si concretizzano ulteriormente.

Articolo di Maria Luisa Doldi