Un Invictus… all’acquisto!

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È nata una (piccola) stella: l’isodiametrico Invictus K300 che, unitamente al fratello maggiore K400, è proposto da BCS sia a ruote sterzanti sia in versione articolata.
I nuovissimi Invictus della BCS sono trattori entry-level, macchine fondamentalmente destinate all’hobbista evoluto che pensa in grande, non si accontenta di un motocoltivatore (sia pur nella sua massima evoluzione) ed è disposto con pochi soldi in più ad assicurarsi livelli di produttività e comfort decisamente migliori. In realtà, dato il livello tecnico significativamente elevato per la categoria, questi “trattori in scala ridotta” possono tranquillamente soddisfare anche le esigenze professionali di giardinieri, frutticoltori e vivaisti. Si tratta di macchine a ruote isodiametriche monodirezionali, disponibili sia a ruote anteriori sterzanti (con la specifica RS), sia con telaio articolato (con il suffisso AR). Si caratterizzano a prima vista per le dimensioni compatte e il look accattivante e moderno; da vicino si scoprono dotazioni davvero poco consuete per trattori di dimensioni così limitate, come ad esempio il regolatore della velocità di discesa del sollevatore posteriore.

Motori Kubota: l’affidabilità innanzitutto
Per la prima volta, su trattori di fabbricazione italiana è montato un motore Kubota, che fa dell’affidabilità il suo punto di forza. È un connubio non da poco, se si pensa che fino a poco tempo fa il costruttore giapponese si rifiutava di fornire ai competitor i propri propulsori, che tanto hanno contribuito ad affermare il marchio a livello mondiale. Dato l’alesaggio di 78 mm e la corsa di 78,4 mm, entrambi i motori montati sugli Invictus di BCS sono praticamente “quadri”. Il K300 è equipaggiato con un 3 cilindri da 1123 cm³, mentre sul K400 è installato un 4 cilindri, con la cilindrata che aumenta a 1498 cm³. Entrambi i propulsori sono ad iniezione indiretta, aspirazione naturale e raffreddamento a liquido.
Grazie ad una nuova conformazione della camera di combustione, che incorpora l’E-TVCS (Electronic Three Vortex Combustion System, una soluzione a triplo vortice sviluppata da Kubota), entrambi soddisfano ai requisiti del Tier 3A, con una riduzione delle emissioni di particolato del 50% circa rispetto ai predecessori.
Il tricilindrico eroga una potenza massima di 25,2 CV (18,5 kW) a 3000 giri/min; a 2100 giri/min è sviluppata la coppia massima (pari a 72 Nm), un regime al quale si registra anche il consumo specifico minimo (252 g/kWh). Il 4 cilindri è in grado di offrire fino a 35,6 CV (26,2 kW) sempre a 3000 giri/min; la coppia massima (di 92 Nm) è a 2200 giri/min, mentre il consumo specifico minimo di 242 g/kWh si ottiene a 2000 giri/min. In particolare, i valori di consumo specifico minimo sono tuttavia nella norma per questa categoria di propulsori; in più, le curve sono pressoché piatte, con aumenti del consumo specifico a regime di potenza massima molto contenuti rispetto a quelli minimi assoluti, non più del 9% per il 4 cilindri e intorno al 14% per il 3 cilindri. Si tratta di cifre dichiarate da Kubota, al lordo degli autoassorbimenti e misurati in conformità alla SAE J 1995. La vocazione agricola di questi propulsori è sottolineata dalla presenza di una curva di coppia piuttosto arcuata, con riserve di coppia del 10% per il motore a 4 cilindri e del 18% per quello a 3. La percezione delle vibrazioni prodotte dal motore sono limitate anche sul 3 cilindri, che notoriamente è un tipo di propulsore problematico per quanto riguarda il bilanciamento dinamico. La manutenzione periodica (sostituzione olio lubrificante e relativo filtro) è raccomandata ogni 200 ore: si tratta di intervalli non particolarmente lunghi, anche se forse il costruttore ha preferito stabilire un valore prudenziale, per evitare che l’olio non venga cambiato per molti anni, dato che tali macchine di frequente vengono impiegate da hobbisti, per poche decine di ore l’anno.
Il cambio
Il cambio non è sincronizzato, ma è come se lo fosse.
Semplice ed essenziale, ma comunque molto ben curata la trasmissione: gli Invictus montano un cambio non sincronizzato a 12 velocità (con 8 marce in avanti suddivise in due gamme e 4 retromarce) asservito da una frizione monodisco a secco a comando meccanico. Pur su un esemplare nuovo “di zecca”, l’ innesto dei rapporti è risultato morbido e immediato; è possibile anche cambiare a veicolo in movimento, senza la classica “doppietta” normalmente necessaria con cambi non sincronizzati. A sensazione, sembra di manovrare un cambio non perfettamente sincronizzato invece di uno che non lo è proprio! Indovinata anche la spaziatura dei rapporti, senza sovrapposizione di velocità tra le gamme. Tutta la gamma lenta, con la quale è possibile raggiungere in quarta e al massimo regime i 6,9 km/h, è disponibile anche in retromarcia; viceversa la gamma veloce è solo per la marcia avanti e consente di raggiungere i 30 km/h, una velocità di tutto rispetto anche per il manutentore del verde che necessita di effettuare piccoli spostamenti su strada. Tramite un comando meccanico a pedale, comodamente azionabile con il tallone del piede destro, i differenziali anteriore e posteriore sono bloccabili simultaneamente. Unitamente alla trazione permanente sulle 4 ruote, gli Invictus possono cavarsela egregiamente anche dalle situazioni più difficili. Nelle versioni articolate, il telaio oscilla fino a ± 15°, mentre nelle versioni sterzanti la medesima ampiezza di oscillazione è consentita all’asse anteriore.
Il circuito idraulico a 125 bar. E fino a 6 distributori
Il circuito idraulico degli Invictus prevede una pompa idraulica che lavora fino a 125 bar con una portata massima di 16,7 l/min. Il sollevatore posteriore di serie è a doppio cilindro idraulico e opera con un attacco a 3 punti di categoria 1, completo di stabilizzatori per limitare l’oscillazione laterale degli attrezzi. Il terzo punto e i tiranti verticali hanno regolazione manuale. La capacità massima di sollevamento alle rotule è di 1050 kg; l’operatività del sollevatore prevede il controllo di posizione e la modalità quella flottante, mentre non è previsto il controllo dello sforzo. Possono essere richiesti fino a 6 distributori idraulici, a comando meccanico. La loro configurazione standard è monoblocco a doppio effetto; in opzione sono disponibili un ulteriore distributore a semplice effetto, uno a doppio effetto e uno a doppio effetto flottante. Solo le versioni articolate possono essere equipaggiate da due distributori opzionali a doppio effetto. Alla sterzatura provvede un gruppo idrostatico incorporato nel cruscotto: sulle versioni AR comanda un cilindro idraulico a doppio effetto che agisce sull’articolazione centrale, mentre sulle macchine a ruote sterzanti (che hanno il suffisso RS) un altro cilindro a doppio effetto (di dimensioni inferiori) muove le ruote anteriori.
La sterzata max per gli articolati è di circa 36,5°, mentre con le ruote sterzanti si raggiungono i 46°. Tra gli optional, è prevista anche la regolazione in altezza del volante. Il veicolo ha mostrato un’agilità sorprendente: sull’Invictus K300 RS è stato rilevato un raggio minimo di volta di soli 2,21 m. I freni di servizio sono a tamburo e agiscono con comando meccanico sull’asse posteriore; sugli articolati c’è un pedale singolo, mentre sui modelli RS sono presenti i classici due pedali accoppiabili con un chiavistello, impiegabili singolarmente per agevolare la sterzata. Il freno di stazionamento coincide con quello di servizio ed è comandato meccanicamente tramite la classica leva a mano. Messi alla prova, i freni si sono dimostrati ben modulabili e sufficientemente efficienti. Gli Invictus montano per l’Italia un gancio posteriore CUNA di cat. C, regolabile in altezza su 8 posizioni; è presente anche un piccolo gancio anteriore (non omologato per la circolazione su strada pubblica), utile per manovrare un carro o per togliere d’impiccio il trattore da eventuali impantanamenti.
La massa massima rimorchiabile non frenata è pari a quella in ordine di marcia del trattore, e cioè 1060 kg per le versioni articolate e 20 kg in più per quelle RS; con rimorchi dotati di dispositivo di frenatura indipendente, i valori salgono rispettivamente a 2120 e 3240 kg. La distribuzione dei pesi è simile per tutte le versioni ed è quella tipica degli isodiametrici, cioè 60% davanti e 40% dietro. Il serbatoio del gasolio, così come la batteria, sono collocati sotto una protezione in plastica dietro il cofano. Grazie ai motori installati, di potenza contenuta e parchi nei consumi, la capacità di 43 l è sufficiente per affrontare un’impegnativa giornata lavorativa di 8 ore senza dover effettuare rabbocchi.
Il posto di guida
Se si fa eccezione per la rumorosità (che è un po’ alta) sugli Invictus il comfort del posto di guida è superiore a quello delle macchine di pari categoria. Seppur sempre in posizione centrale, le leve del cambio sono allocate in posizione avanzata, sotto il cruscotto, con un azionamento abbastanza comodo che al contempo, non intralcia l’accesso al sedile. Il design della strumentazione di controllo, dei gruppi ottici, del cofano e dei parafanghi è nuovo e gradevole nel suo insieme; oltre a caratterizzare elegantemente il cruscotto, i doppi strumenti di forma tondeggiante assicurano al conducente un adeguato controllo del mezzo. I 4 proiettori (anabbaglianti e luci di lavoro) sono incorporati nella parte anteriore del cofano e montano lampade alogene; le luci di posizione e gli indicatori di direzione sono invece inglobati nei parafanghi anteriori, mentre i gruppi posteriori sono un tutt’uno con i rispettivi parafanghi. È possibile inoltre applicare un faro da lavoro posteriore. Il pannello dei fusibili è collocato in posizione accessibile sul lato inferiore destro del cruscotto.
Estratto dall’ articolo di Davide Facchinetti, pubblicato su Macchine Agricole maggio 2011.