Un impegno lungo cinque generazioni

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Cinque generazioni. Una storia aziendale che ha radici profonde. E che con l’ineluttabile trascorrere del tempo non ha mai perso lo smalto iniziale. L’azienda Milazzo Vini rappresenta uno dei fiori all’occhiello della viticoltura siciliana. “Tutto ebbe inizio con una ventina di ettari di vigneti posizionati a cavallo tra i due piccoli centri dell’altipiano collinare agrigentino, Campobello di Licata e Ravanusa, – ci racconta Saverio Lo Leggio (nella foto insieme alla moglie Giuseppina Milazzo) – nel tempo abbiamo acquisito nuovi terreni, tutti concentrati in un’area di circa 5 km quadrati. Oggi la proprietĂ  conta 75 ettari vitati, a cui si aggiungono altri circa 40 ettari per un totale di circa 120 ettari. Tutti certificati biologici”. I vigneti si estendono in un’area denominata “Terre della Baronia” che si caratterizza per una significativa varietĂ  di terreni e per un andamento climatico altrettanto variegato, posizionati su una zona collinare a circa 400 metri di altitudine e a 20 km dal mare. Le Terre della Baronia sono costituite da 8 contrade, suddivise in diverse sotto-aree, per una perfetta identificazione tra vigneto, varietĂ  e prodotto. “Ci siamo sempre considerati dei fautori di una viticoltura artigianale, intesa come un lavoro agricolo assolutamente improntato alla valorizzazione del territorio, delle sue tradizioni e alla salvaguardia dell’ambiente – sottolinea Saverio – questo modo di intendere il nostro mestiere è stato ciò che ci ha, ad esempio, fatto scegliere di investire nella valorizzazione delle varietĂ  autoctone siciliane, fatta eccezione per l’unica varietĂ  internazionale che coltiviamo che è lo Chardonnay. I vitigni selezionati sono, infatti, Nero d’Avola, Nero Cappuccio e Perricone per i rossi; Inzolia e Catarratto Lucido per i bianchi; Chardonnay e Inzolia per il metodo classico. Una scelta che ha significato sperimentazione sui biotipi e sui cloni, accurato studio dei nostri terreni per il miglior adattamento,  avendo come obiettivo produrre vini di qualitĂ  e capaci di reggere la sfida del lungo affinamento. Siamo molto tradizionali in campagna: il nostro rispetto per la terra e la vite si esplica nella scelta di gestire tutte le lavorazioni, l’uso del trattore è relegato al solo impiego per la gestione del terreno tra le file, in modo rigorosamente manuale: dalla zappatura, alla potatura, al diradamento, alla vendemmia”.

Ma accanto alla tradizione si fa strada l’innovazione tecnologica. “Continuiamo ad investire in tecnologia a supporto del lavoro enologico, – evidenzia Lo Leggio – i nostri impianti di vinificazione sono di ultima generazione, dove tecnologia del freddo e igiene sono i due elementi chiave per proteggere il vino e salvaguardare tutti gli sforzi fatti in vigna per produrre uve sane e mature ma soprattutto genuine. Siamo considerati i precursori della spumantistica siciliana, tra i primi a credere nella valorizzazione dei vitigni autoctoni, i primi a sperimentare tagli particolari sui vini. Ossessionati dall’idea di produrre vini eleganti e morbidi nel totale rispetto delle peculiaritĂ  delle nostre uve ma con l’obiettivo di far emergere caratteristiche del tutto inaspettate, proprio grazie al lavoro di ricerca agronomica che ancora oggi è alla base del nostro mestiere”.

Senza tralasciare la cura particolare dedicata alle fonti energetiche alternative e alla tutela dell’ambiente. “Siamo molto sensibili a questo aspetto, siamo un’azienda biologica e sostenibile, per noi la sostenibilitĂ  ambientale è un fattore strategico, – prosegue Lo Leggio – prova ne è la nostra ammissione e partecipazione al programma per la valutazione dell’impronta di carbonio promosso e co-finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con l’obiettivo di responsabilizzazione della nostra impresa verso un contenimento dell’effetto serra. Un intenso lavoro che ci ha consentito di raccogliere e analizzare tutti i dati relativi alle nostre emissioni di CO2 di tutti i vini e spumanti in tutte le fasi produttive. In vigna: coltivazione e raccolta. In cantina: vinificazione, imbottigliamento ed etichettatura. In magazzino: confezionamento e trasporto. Partendo da questi dati, che ci hanno consentito di fotografare lo stato dell’arte, abbiamo avviato una serie di progetti e rafforzato i programmi che giĂ  avevamo avviato. Tra questi il fotovoltaico. L’impianto sarĂ  attivato nel corso del 2016. La superficie che utilizzeremo sarĂ  di circa 1500 mq., sufficienti per i nostri attuali fabbisogni. Sfrutteremo al massimo le superfici idonee, infatti una parte delle coperture, per esposizione e/o ombreggiatura, non possono essere efficacemente utilizzate per l’installazione di pannelli fotovoltaici. Questo comporterĂ  naturalmente un significativo ulteriore beneficio sulla diminuzione della CO2. Per quanto riguarda l’aspetto finanziario, stiamo valutando piĂą opzioni, sia la possibilitĂ  di accedere a fondi pubblici che privati, leggasi sistema bancario, la nostra prioritĂ  è la realizzazione del progetto e dunque la valutazione deve tenere conto sia di fattori di economicitĂ  che di tempi ragionevoli di realizzazione. Tutto ciò in un contesto in cui una particolare criticitĂ  è rappresentata dalla difficoltĂ  di trovare condivisione nei programmi di ricerca da parte delle istituzioni ed adeguamenti nella progettazione di materiali e mezzi da parte dell’industria di settore”.

Un appello alle istituzioni competenti in materia? “E’ fondamentale che le istituzioni e la politica garantiscano attraverso misure adeguate piĂą sostegno alla ricerca e che favoriscano una maggiore compenetrazione tra ricerca applicata e aziende, – risponde Saverio – purtroppo le politiche comunitarie in materia agricola continuano a garantire un maggior peso ai paesi del Nord d’Europa, questo ha come conseguenza di lasciare piĂą spazio all’industria di trasformazione del prodotto agricolo, che genera una conseguenza diretta sul mondo della produzione agricola di qualitĂ . Si favoriscono, infatti, le dinamiche perverse della globalizzazione che premiano il minor prezzo piuttosto che tutelare e valorizzare i territori produttivi d’origine”.

Uno sguardo al futuro è d’obbligo. “Immagino il settore agricolo nei prossimi anni con alti e bassi, – conclude Lo Leggio – fino ad oggi la crescita, in particolare nel settore vitivinicolo, è stata evidente. AffinchĂ© si abbia continuitĂ  di crescita nel lungo periodo è necessario operare per ridurre i tempi morti e prevenire le fasi di regressione.Crediamo moltissimo nel biologico e nella sostenibilitĂ . Bio ormai è del tutto evidente che non rappresenta piĂą una moda, è una tendenza di mercato forte e irreversibile che genera riconoscibilitĂ . Proprio per questo riteniamo che incentivi e finanziamenti vadano indirizzati su questa strada”.

di Antonio Longo