Un Atlante dei territori del vino italiano

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L’Italia è senza dubbio uno dei Paesi più importanti al mondo per la produzione vitivinicola di qualità, e l’immagine dei suoi vini nel mercato mondiale ha raggiunto un livello fino a qualche anno fa impensabile.Tuttavia, a differenza della Francia, in Italia non esiste, almeno fino ad ora, un’opera omnia sul mondo del vino, uno strumento, quindi, approfondito, complesso ma esauriente su tutti gli aspetti legati al rapporto tra vino, territorio, vitigno, tradizioni locali e aspetti storico-culturali, espressione del tessuto rurale e della socialità stessa del territorio nazionale, un intreccio tra storia, tradizioni e paesaggi che sono una delle carte vincenti dell’immagine italiana.
Si auspica che questo vuoto sia stato finalmente riempito con la pubblicazione Atlante dei territori del vino italiano, uno strumento completo per la valorizzazione del patrimonio viticolo nazionale, che ha beneficiato, per la sua realizzazione, del contributo economico del Ministero delle politiche agricole e forestali.
È un’opera complessa, che si è avvalsa anche dell’operato di un Comitato scientifico istituito ad hoc, con il compito di indirizzo e di supervisione su tutte le attività di realizzazione dell’opera, di cui hanno fatto parte personalità di indubbie competenze e professionalità: dal Presidente, On. Stefano Boco, già sottosegretario al Ministero delle politiche agricole, ai membri Antonio CalòFabio CarlesiGiancarlo MastellaLuigi Moio ed Eugenio Pomarici.
Sono occorsi circa cinque anni per completare la stesura di questa opera, durante i quali si è prima proceduto ad attivare collaborazioni strategiche, come quelle con l’Istituto Geografico Militare per la realizzazione della cartografia o le altre con l’Ente CRA-APB – Centro di ricerca per l’agrobiologia e la pedologia di Firenze e l’Ente CRA-VIT – Centro di Ricerca per la viticoltura di Conegliano e Arezzo, l’Università di Napoli “Federico II” e l’Università di Bologna “Alma Mater Studiorum”. Il tutto coordinato dall’Enoteca Italiana di Siena.
Per la realizzazione dell’Atlante hanno contribuito diversi autori: Luca Pollini, che ha collaborato anche con l’Istituto Geografico Militare per la realizzazione della cartografia sulla base delle aree delimitate riportate nei disciplinari di produzione delle singole DOP e si è raccordato con l’Editore per il progetto grafico e l’impaginazione; Pierluigi Bocelli, Edoardo A.C. Costantini, Giovanni L’Abate e Romina Lorenzetti, in particolare per ciò che concerne gli approfondimenti pedologici e climatici; Luigi Moio e Maria Tiziana Lisantiper gli aspetti più legati alla produzione enologica; Eugenio Pomarici e Giulio Malorgio sugli elementi caratterizzanti il sistema produttivo, dal punto di vista economico e sociale; Antonio Calò, Diego Tomasi e Paolo Storchi in particolare per ciò che concerne gli approfondimenti viticoli. Tutti, in ogni caso, hanno lavorato come una vera squadra, apportando le proprie competenze e collaborando nella realizzazione complessiva dell’opera.
L’Atlante dei territori del vino italiano costituisce un’opera unica nel settore vitivinicolo, in grado di proporre una visione della diversità dei territori del vino italiani con una chiave di lettura innovativa, che, attraverso l’uso di mappe dettagliate delle zone di produzione dei vini, arricchite di informazioni sulla natura dei terreni, le condizioni ambientali, le scelte varietali, le tradizioni e la cultura locale, fa capire l’importanza del binomio “vino-territorio” quale legame inscindibile tra il prodotto vitivinicolo e il suo areale di produzione.
L’Atlante non propone, quindi, una semplice elencazione dei vini italiani, ma descrive l’offerta enologica nazionale come il risultato delle tradizioni produttive proprie di ogni macroarea, l’unità territoriale entro la quale sono state inserite e riunite più denominazioni di origine caratterizzate da un elevato numero di elementi comuni, in grado di caratterizzare il timbro espressivo della produzione vinicola.
Se il panorama dei vini italiani DOP raggiunge cifre da primato, con 403 vini, di cui 73 DOCG e 330 DOC, l’Atlante testimonia la complessa identità e il valore dei territori del vino italiano attraverso un viaggio ideale tra le 92 macroaree in cui l’Italia è stata suddivisa.
Questa scelta ha consentito anche di semplificare la presentazione sistematica delle DOP italiane, rappresentate, nella quasi totalità dei casi, nella cartografia elaborata dall’Istituto Geografico Militare di Firenze.
L’Atlante, testimoniando, quindi, la complessa identità e il valore dei territori del vino italiano, ha anche l’ambizione di diventare in Italia un punto di riferimento per i produttori, gli studiosi e le Amministrazioni, oltre che per tutti gli appassionati del vino, ma allo stesso tempo vuole essere uno strumento utile ai produttori, nella misura in cui dovrebbe consentire loro di comprendere meglio le caratteristiche del proprio ambiente agronomico, anche grazie alla esplicitazione delle differenze rispetto agli altri territori, offrendo quindi una base conoscitiva per l’ulteriore perfezionamento dei propri vini.
L’Atlante aspira, perciò, a contribuire all’affermazione di un’immagine della produzione vinicola italiana che assume spessore e valore proprio dalla ricchezza di prodotti il cui individuale pregio e originalità è il frutto di una molteplicità di ambienti, vitigni, paesaggi, tradizioni produttive e sedimentazioni culturali.