Triste autunno per le castagne italiane

1674

os01043

Autunno, tempo di castagne. Un binomio radicato che nel 2016 rischia davvero di subire un duro contraccolpo. C’e’ anche chi, come la Coldiretti, parla addirittura del peggiore raccolto di tutti i tempi.  La crisi del settore e’ conclamata, la presente stagione autunnale potrà davvero essere ricordata come un incubo dagli addetti ai lavori. Le motivazioni sono presto dette.

Secondo quanto evidenzia Coldiretti, in primis la causa della disastrosa stagione e’ da a scriversi a quanto avvenuto in Campania, la prima regione produttrice in cui le negative previsioni paventano un taglio che si potra’ addirittura attestare intorno al 90%. Ma e’ tutto il Meridione della penisola che registra vistosi cali della produzione, soltanto in minima parte compensati da una leggera ripresa dei raccolti al Settentrione. Uno scenario preoccupante, per nulla paragonabile al contesto dello scorso anno, quando si era toccata con mano la leggera ripresa rispetto al 2014 che aveva fatto segnare il minimo storico.

Dietro le quinte di una crisi senza precedenti si celano gli attacchi del cinipide, parassita cinese che fa seccare gli alberi e che ha provocato nei boschi italiani una vera strage. In tal senso, si assiste ad un’Italia letteralmente spaccata in due: al nord la lotta al cinipide sta producendo risultati soddisfacenti, invece al centro-sud, contestualmente ad un andamento climatico non ottimale, si è aggiunta la recrudescenza dei danni del cinipide, arrivato in queste aree più recentemente e non ancora debellato.

Delineate le cause, secondo le stime della Coldiretti, il raccolto di castagne, pur garantendo una qualita’ del prodotto ottima, si attestera’, in termini prettamente quantitativi, in misura inferiore ai 20 milioni di chili rispetto allo scorso anno, ben al di sotto delle medie storiche. Basti pensare, per ben comprendere lo stato dell’arte,  che nel 1911 la produzione di castagne ammontava a 829 milioni di chili, ma ancora dieci anni fa era il triplo rispetto a quella attuale.

Senza dimenticare che il castagno, oltre che per i suoi gustosi frutti, rappresenta una pianta importante per garantire un ottimale presidio del territorio e per la salvaguardia dell’assetto ambientale ed idrogeologico.

Al cospetto di un così desolante panorama, altro fisiologico rischio e’ quello di acquistare,  inconsapevolmente, caldarroste provenienti dall’estero, in particolare da Spagna, Portogallo ed Albania. I consumatori sono, quindi, chiamati a prestare una sempre maggiore attenzione, così come le autorità deputate ad effettuare i controlli per tutelare l’alta qualità della produzione made in Italy che conta ben quindici prodotti a denominazione di origine legati al castagno che hanno ottenuto il riconoscimento europeo.

Di Antonio Longo