Trasmissioni a variazione continua: saranno tutte così?

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Le trasmissioni a variazione continua sono presenti in agricoltura ormai da oltre due decenni.

Apprezzate soprattutto nelle applicazioni gravose dove sono richieste alte potenze e il dosaggio quasi millimetrico della velocità sfruttando al massimo le capacità di trazione del trattore, le trasmissioni a variazione continua si stanno imponendo non solo nel campo dei trattori agricoli. Non solo grandi potenze, quindi, ma anche motorizzazioni e dimensioni più ridotte stanno sempre più prendendo piede. E non solo con marchi “noti ai più come.

Noi di “Macchine Agricole” ne avevamo parlato lo scorso anno in questo articolo.

Alla base del funzionamento di questo tipo di trasmissioni c’è un concetto molto semplice: riempire i “vuoti” di velocità fra un rapporto e l’altro che permangono nonostante la tendenza a un sempre maggiore frazionamento dei cambi Power-shift.

Alla comparsa sul mercato delle trasmissioni a variazione continua vi fu un vero e proprio salto epocale. Esattamente come avvenne nel movimento terra quando le prime pale a trasmissione idrostatica fecero la loro comparsa. Il salto positivo rispetto ai cambi Power-shift utilizzati fino a quel momento fu pari, se non superiore, a quando gli stessi comparvero al posto dei classici cambi meccanici con inversore.

I pregi? Ottimizzazione dei consumi, resa eccezionale in ogni condizione operativa, capacità di sfruttare al massimo la coppia e la potenza disponibili, pieno controllo della macchina grazie alla infinita possibilità di variare la velocità operativa.

I difetti? Sostanzialmente uno: il costo superiore rispetto a soluzioni completamente meccaniche. Con un gap che si assottiglia nel tempo grazie al risparmio in termini di carburante consumato.

Come si diceva, una soluzione che sta prendendo piede anche nel movimento terra grazie ai primi modelli di pale gommate che utilizzano le trasmissioni a variazione continua.

La validità si sta imponendo, come nei trattori, direttamente sul campo. Con utilizzatori all’inizio scettici e ora, come spesso accade, pieni difensori di questo tipo di soluzione.

In questo caso, più ancora che nei trattori, l’abbassamento dei consumi e la possibilità di compiere manovre particolarmente delicate e precise ha nuovamente messo un confine fra le soluzioni del passato e le trasmissioni a variazione continua. Anche se, a dire il vero, i moderni cambi Power-shift a controllo elettronico e con lock-up automatico hanno decisamente ridotto il gap in termini di guidabilità rispetto alle trasmissioni idrostatiche.

Il futuro sarà quindi a completo (o quasi) appannaggio delle trasmissioni a variazione continua? Si vedrà. Di sicuro i costruttori di trasmissioni completamente meccaniche non staranno a guardare dalla finestra.

Costantino Radis