Smart farming, ovvero conservare ed essere precisi

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Dopo le edizioni svolte in Veneto e in Lombardia, con il patrocinio della regione Emilia-Romagna lo scorso 16 luglio presso la Cooperativa Agricola “Il Raccolto” di Bentivoglio (Bo) si è svolta la terza edizione di “Nova Agricoltura in campo”, organizzata dalle riviste specializzate nel settore agricolo del gruppo Tecniche Nuove. Come ormai di consueto, i leit motiv della manifestazione sono stati l’agricoltura conservativa e quella di precisione, due argomenti di grande attualità, tali da richiamare ben 1500 visitatori. Nonostante il caldo asfissiante, più della metà degli intervenuti sono riusciti a resistere fino alla conclusione dell’evento, culminato con il pranzo offerto dagli organizzatori.

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Il pubblico intervenuto alla manifestazione

L’evento di quest’anno era particolarmente incentrato sulle smart farm, che dall’inglese sarebbero letteralmente le “aziende agricole intelligenti”, definizione che in questo caso è stata riferita ai contoterzisti professionisti, che per l’ottimizzazione della loro attività si avvalgono di informazioni seriate nel tempo e ricavate direttamente in campo, in modo da ottenere informazioni utili per lavorazioni differenziate zona per zona.

Ancor più che nelle scorse edizioni, questa volta le vere protagoniste sono state le macchine, in particolare seminatrici da sodo e combinate, coltivatori e decompattatori, ovvero macchine specifiche per l’agricoltura conservativa. Ma non solo: facevano bella mostra di sè anche irroratrici e spandiconcime a rateo variabile, nonché altri mezzi specifici per l’agricoltura di precisione. In un’area dedicata erano poi presenti anche alcune aziende produttrici di sementi, agrofarmaci e fertilizzanti a basso impatto ambientale.

In generale, è curioso constatare che mentre per le tecniche di agricoltura conservativa si stia vivendo nell’Unione Europea un momento di grande espansione (anche grazie alla PAC), per l’agricoltura di precisione sembrerebbe sia in atto una sorta di pausa di riflessione, nonostante la diminuzione dei costi di molti sensori e la progressiva diffusione di reti di trasmissione wireless a buon mercato, che comunque permettono uno scambio dati sempre più rapido ed efficiente. Non è infatti un caso che, dopo un grande fuoco di paglia iniziale, anche negli USA la precision farming sia oggi adottata da non più del 20% delle imprese agricole, mentre in Italia siamo ancora fermi ad uno striminzito 2% circa.

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Uno spandiletame a rateo variabile della Kuhn, una delle aziende presenti alla manifestazione