Salvaguardare l’Europa dei vigneti

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Liberalizzare o non liberalizzare i diritti di impianto sui vigneti. Difenderli, per l’Italia e per l’Europa intera significherebbe salvaguardare la qualità del vino.
Si è svolta a Bruxelles la prima riunione del Gruppo europeo ad alto livello sui diritti di impianto, ne è emerso un atteggiamento positivo, confermato dalle dichiarazioni del Commissario Ciolos nel suo discorso di apertura, in cui ha sottolineato l’esigenza di una “valutazione realistica” della situazione. Alla riunione era presente anche Mario Guidi, Presidente di Confagricoltura, che ha dichiarato: “Ci auguriamo che a Bruxelles il  Gruppo europeo ad alto livello sui diritti di impianto lavori con serenità e senza pregiudiziali su un tema che sta a cuore a tutti i viticoltori europei, difendendo, come ha detto il commissario Ciolos, la qualità del vino ed il loro reddito”.
La Commissione Ue, prima di prendere qualsiasi tipo di decisione in materia attenderà le conclusioni del Gruppo. La liberalizzazione degli impianti porteranno, come fa presente Confagricoltura, all’aumento delle superfici, ingovernabilità dell’offerta a denominazione d’origine, sovrapproduzione, delocalizzazione, perdita dei valori patrimoniali dei vigneti.
A Bruxelles si ritiene, però, che un’eventuale liberalizzazione possa rendere il sistema vitivinicolo più competitivo a livello internazionale: Confagricoltura si augura che il Gruppo di specialisti faccia comprendere la situazione, aiutata anche dal Ministro Mario Catania, il quale sta lavorando per difendere lo schieramento dei Paesi contrari alla liberalizzazione.
Confagricoltura avverte: “La protezione del sistema delle denominazioni, anche attraverso il sistema dei diritti, è fondamentale per la nostra vitivinicoltura. Ma il problema è chiaramente presente anche per i vini comuni, dal momento che la liberalizzazione darebbe più spazio ai vini varietali che riporteranno in etichetta anche l’annata ed il vitigno. Tali produzioni, se non adeguatamente limitate, nel tempo andranno a minare il mercato dei vini ad IGT/IGP, che storicamente puntano soprattutto sul luogo geografico di provenienza e sul vitigno”.
I dati a supporto della difesa del sistema dei diritti di impianti vitati sono i seguenti: 15 Stati membri dell’Unione Europea, su 27, non si sono pronunciati in materia e, per ottenere la maggioranza in consiglio, occorrono ancora 40 voti.
Stati membri e voti in Consiglio degli Stati contro la liberalizzazione:

  • Germania, 29 voti
  • Francia, 29
  • Italia, 29
  • Spagna, 27
  • Portogallo, 12
  • Ungheria, 12
  • Austria, 10
  • Romania, 14
  • Lussemburgo, 4
  • Cipro, 4
  • Repubblica Ceca, 12
  • Repubblica slovacca, 7
  • Grecia, 12
  • Slovenia, 4
  • Bulgaria, 10

Tra gli Stati membri che non si sono ancora pronunciati, troviamo:

  • Malta, 4
  • Regno Unito, 29
  • Svezia, 10
  • Polonia, 27
  • Lituania, 7
  • Lettonia, 4
  • Estonia, 4
  • Belgio, 12
  • Irlanda, 7
  • Finlandia, 7
  • Danimarca, 7
  • Olanda, 13