Riforma voucher, i dubbi del mondo agricolo

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Il Governo pare aver sciolto la riserva sulla riforma del sistema “voucher”, i buoni utilizzati per pagare a ore i lavoratori. Il settore agricolo, a quanto si apprende sul testo del decreto che potrebbe essere approvato entro la prossima settimana, verrà sostanzialmente equiparato agli altri, nonostante le forti perplessità espresse nei giorni scorsi dalle principali organizzazioni di settore. Nelle intenzioni di Palazzo Chigi, il nuovo sistema dovrebbe favorire la tracciabilità, con l’obiettivo di contrastare truffe e abusi. Ogni azienda, infatti, avrà l’obbligo di comunicare all’Inps, tramite sms e mail, i dati del lavoratore, luogo e inizio del lavoro. Il tutto, al massimo un’ora prima dell’inizio della prestazione. Uno dei nodi in discussione, evidentemente bocciato, prevedeva infatti una maggiore elasticità sulle tempistiche proprio per il settore primario, per il quale le uniche eccezioni ammesse riguardano, in caso di prestazioni fino a tre giorni, lo slittamento della stessa in caso di maltempo o cause di forza maggiore. Una concessione bilanciata da norme più stringenti, rispetto agli altri settori: in agricoltura i voucher potranno essere utilizzati solo in caso di prestazioni lavorative offerte da studenti, cassintegrati e pensionati.

Un sistema che, di fatto, secondo Coldiretti renderebbe ancora più inutilizzabili questi strumenti, che nel 2015 hanno registrato un vero e proprio “boom”, con 115 milioni di voucher distribuiti, soprattutto nell’edilizia, nel turismo e nel commercio.  Non altrettanto si può dire per l’agricoltura, dove nel corso degli anni, l’utilizzo è andato drasticamente riducendosi, pur essendo stato il primo settore in cui vennero sperimentati nel 2008. L’agricoltura, contrariamente ad altri settori, utilizza solo il 2% di questi buoni. Nati come strumento contro il lavoro nero durante la stagione della raccolta, in particolare per la vendemmia, per sopperire alle esigenze delle imprese e per offrire opportunità di lavoro occasionale oggi il loro uso è molto limitato: in un anno appena 400 mila voucher sono stati adoperati nei campi,

In agricoltura è tutto un paletto; se ne vengono messi altri, come la comunicazione entro i 60 minuti, credo non verranno più utilizzati, ma allora si autorizza il lavoro nero? Già esiste il vincolo del loro utilizzo solo in agricoltura, per studenti, anziani e lavoratori in cig, la stretta vanificherebbe lo spirito dei voucher che è completare il mercato del lavoro. Noi abbiamo espresso le nostre perplessità su un irrigidimento non supportato da statistiche”, commenta Romano Magrini, responsabile Lavoro della Coldiretti.

Quello che viene proposto è un ulteriore irrigidimento burocratico che rende difficile la gestione dei buoni lavoro”, gli fa eco Roberto Caponi, direttore area sindacale di Confagricoltura: “Eventi climatici o anche biologici, come le fasi di maturazione, possono rinviare l’utilizzo dei voucher anche all’ultimo momento, e se un imprenditore decidesse di non utilizzare più un lavoratore quel giorno, che succede?” rimarca .

Secondo il presidente di Confagricoltura Maurizio Guidi, i voucher hanno comunque dimostrato di essere un notevole supporto nella lotta contro il lavoro nero, che ha dato modo di utilizzare, con ogni garanzia di trasparenza, manodopera occasionale in momenti di maggiore necessità’.  ”Vorrei mettere in evidenza -spiega – che Confagricoltura si è sempre battuta contro il lavoro nero, come testimonia anche l’ultima iniziativa di dotarsi, come Organizzazione, di un codice etico di valori e responsabilità condivise. I voucher sono dunque uno strumento importante che, esclusivamente nel nostro settore, deve osservare limitazioni oggettive e soggettive, a garanzia di un uso corretto. Sarebbe necessario diffonderne e incoraggiarne l’impiego su tutto il territorio nazionale”.

Articolo di Emiliano Raccagni