Regione che vai, agricoltura che trovi

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In sinergia con l’Unione Europea e con lo Stato, le regioni italiane sono chiamate a svolgere un ruolo fondamentale nell’ambito delle politiche agricole e delle azioni da mettere in campo per supportare gli operatori del comparto e favorire la crescita e lo sviluppo delle aziende italiane. L’Annuario dell’agricoltura italiana, pubblicato di recente dall’Inea, ha dedicato un focus specifico sulle differenti politiche regionali e sugli interventi attuati a livello di singoli territori negli ultimi anni. Un’attenta analisi che fornisce interessanti spunti di riflessione per meglio comprendere il contesto in cui si muovono gli addetti ai lavori.

 

L’evoluzione dell’assetto istituzionale e finanziario. La crisi economico-finanziaria che dal 2008 ha investito in maniera rilevante anche l’Italia ha certamente influito sulle misure normative adottate in termini di raggiungimento degli obiettivi e di vincoli di finanza pubblica. In particolare, la legislazione degli ultimi anni è stata resa più stringente dall’introduzione dei principi di coordinamento economico e finanziario, nonché dall’introduzione, nella Carta costituzionale, del principio del pareggio di bilancio. Tutto ciò ha senza dubbio influito nel limitare i margini di manovra concessi agli enti territoriali. Ciò doverosamente premesso, l’analisi dell’Inea sottolinea come il quadro complessivo degli interventi legislativi regionali conferma come l’agricoltura rimanga, rispetto alle altre materie che interessano lo sviluppo economico e le attività produttive, il settore più dinamico. Le Regioni nel corso dell’anno 2013 hanno emanato complessivamente 68 leggi che hanno riguardato, in maniera più o meno diretta, il sistema agro-alimentare.

 

Le diverse leggi regionali di valorizzazione. L’impegno maggiore profuso dalle Regioni in materia di agricoltura è andato nella direzione della valorizzazione e della promozione sia dei prodotti agricoli, soprattutto tipici e di qualità, sia delle attività connesse svolte dall’imprenditore agricolo.Tra gli interventi di valorizzazione dei prodotti agricoli e agro-alimentari tipici e di qualità, rientra la l.reg. 4/2013 della Toscana sulle strade del vino, dell’olio e dei prodotti di qualità; anche la Provincia autonoma di Trento con il d.p.p 16-118/Leg ha approvato un regolamento sulle strade del vino e dei sapori. Con l’obiettivo di tutela della qualità è stato emanato anche il d.p.g.r. 11/R del Piemonte che ha individuato i prodotti agro-alimentari con specificità di processo e/o di prodotto, aventi caratteristiche qualitativamente superiori rispetto alle norme di commercializzazione o ai requisiti minimi stabiliti dalla normativa comunitaria e nazionale. Tra gli interventi volti alla valorizzazione dei prodotti locali, si ricorda la l.reg. 14/2013 della Lombardia che modifica il Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale del 2008, per introdurvi alcuni articoli dedicati ai mercati rurali e alla promozione dei prodotti locali.

Nel 2013 un discreto numero di interventi si è occupato di agriturismo, come, per esempio, la l.reg. 42/2013 della Puglia che ha disciplinato in maniera organica le attività di ricezione e ospitalità esercitate, dagli imprenditori agricoli. Sempre in tema di agriturismo, la l.reg. 35/2013 del Veneto ha modificato la normativa del 2012 per integrarvi la disciplina del turismo rurale e delle fattorie didattiche. Di fattorie didattiche si occupa anche la l.reg. 48/2013 dell’Abruzzo che disciplina le attività didattico-educative svolte dalle imprese agricole distinguendole in fattorie didattiche, agrinido, agriasilo e agritata. Sempre in tema d’agriturismo il regolamento regionale 6/2013 delle Marche che ha dato attuazione alla disciplina regionale del 2011, introducendo i criteri e le modalità per la verifica del rapporto di connessione con l’attività agricola principale, l’organizzazione del servizio di ospitalità, la tipologia dei prodotti utilizzati per la somministrazione di pasti e bevande, la degustazione di prodotti aziendali, la definizione dell’attività di fattoria didattica e il d.p.p 15-117/Leg della Provincia autonoma di Trento che interviene in tema di modalità e limiti per l’esercizio dell’attività d’agriturismo e accertamento del rapporto di connessione con l’attività agricola principale, nonché di requisiti delle strutture e dei locali utilizzati e dell’ospitalità in spazi aperti attrezzati.

Numerosi in questi ultimi anni sono stati i provvedimenti in tema di agricoltura sociale, l’attività che associa alla produzione agricola il soddisfacimento di bisogni sociali, come la riabilitazione e il recupero di soggetti svantaggiati, l’inserimento lavorativo o le attività didattiche. Si ricordano, in particolare, le l.reg. 36/2013 della Liguria e l.reg. 14/2013 del Veneto.

 

Le leggi di tutela.  Diversi interventi nel 2013 hanno riguardato il problema della tutela delle risorse necessarie all’attività agricole. La l.reg. 10/2013 della Campania ha disciplinato le modalità di affidamento dei beni pubblici a vocazione agricola a giovani imprenditori agricoli. In tema, invece, di risorse genetiche autoctone, si ricordano la l.reg. 19/2013 della Sicilia e la l.reg. 39/2013 della Puglia. Tali leggi, allo scopo di tutelare le varietà e le razze locali e promuovere e garantire la loro utilizzazione collettiva, hanno istituito un Repertorio o Registro volontario regionale delle risorse genetiche e una Rete di conservazione e salvaguardia delle risorse genetiche autoctone diretta a mantenere in vita le risorse a rischio di estinzione.

 

Le leggi di sostegno.  Nel 2013 un discreto numero di leggi ha confermato o previsto interventi a sostegno del settore e delle imprese agricole. Tra queste ricordiamo la l.reg. 6/2013 dell’Abruzzo e la l.reg. 6/2013 del Piemonte che ha previsto aiuti per la copertura dei costi sostenuti dai consorzi agrari di difesa per la stesura di polizze assicurative agevolate contro le avversità atmosferiche, interventi di rafforzamento del sistema di garanzia dedicato al settore della produzione primaria con misure di emergenza per la prevenzione e l’eradicazione di fitopatie e infestazioni parassitarie. Le l.reg. 25/2013 e 40/2013 della Sardegna sono intervenute prevedendo aiuti economici agli allevatori danneggiati dalla diffusione della febbre catarrale degli ovini. Ulteriori interventi di sostegno sono contenuti nelle leggi finanziarie, in quelle collegate alla finanziaria o nelle leggi di bilancio. Solo a titolo di esempio, si ricordano: la l.reg. 9/2013 dell’Emilia-Romagna che ha finanziato interventi di bonifica e irrigazione, azioni per garantire l’efficienza irrigua delle imprese agricole e il sostegno a quelle colpite dal sisma del 2012; la l.reg. 8/2013 dell’Umbria che prevede, tra l’altro, quali eccezionali misure anticrisi, la riduzione, per due annate agrarie, dei canoni di concessione relativi alle aziende agrarie facenti parte del patrimonio immobiliare regionale e autorizza il finanziamento dell’associazione regionale allevatori; la l.reg. 12/2013 della Sardegna che contiene autorizzazioni di spesa per il miglioramento della produzione zootecnica, per l’attuazione di un programma finalizzato a “progetti sperimentali in agricoltura” in aree marginali per assicurare, nel triennio 2013-2015, il vaccino per la prevenzione di focolai di “blue tongue”; la l.reg. 4/2013 del Molise che prevede un contributo per l’acquisto di fondi rustici da parte dei coltivatori; la l.reg. 23/2013 del Friuli Venezia Giulia che, tra le altre cose, incrementa la dotazione del fondo di rotazione regionale per interventi nel settore agricolo e sostiene, attraverso le sue risorse, le imprese agricole con difficoltà finanziarie con la concessione di finanziamenti agevolati.

La spesa agricola delle Regioni. La spesa regionale per l’agricoltura, analogamente agli andamenti della finanza nazionale, ha mostrato per il 2012 una contrazione degli stanziamenti definitivi di competenza che sono arrivati a 3,7 miliardi di euro dai 4,2 del 2011. Anche i pagamenti al settore si sono ridotti a meno di 2,6 miliardi di euro contro i circa 3,3 miliardi dell’anno precedente. Entrando nel dettaglio territoriale, la spesa erogata dalle regioni per il settore agricolo è risultata in contrazione nella maggior parte dei casi, fatta eccezione per alcune realtà del Centro (Umbria e Lazio) e del Sud (Puglia, Abruzzo, Molise) che non sono riuscite, tuttavia, a imprimere un effetto di sostanza sul valore della circoscrizione di appartenenza dove si è rilevata la perdita più consistente di valore rispetto al 2011 (600 milioni di euro). Infatti, le regioni meridionali e in particolare quelle insulari hanno apportato un elevato contributo alla riduzione di spesa. In particolare, la spesa delle regioni mostra, nel complesso, una preferenza per gli interventi in attività forestali (21,6%) e di sostegno alla gestione aziendale (18,1%), entrambi in calo rispetto al 2011, e che coprono, congiuntamente alle misure di finanziamento del sistema di assistenza in agricoltura, circa i due terzi della spesa regionale complessiva. Gli investimenti aziendali e infrastrutturali, attuati a livello regionale, invece beneficiano di contributi di minore entità e pari rispettivamente a 10,7% e 15,4%. Nelle regioni del nord si osservano valori superiori alla media nazionali per le attività dei servizi di sviluppo in agricoltura e per gli aiuti alla gestione; mentre più bassa della media nazionale è la spesa per attività forestali. Tra le regioni dell’Italia centrale si trova, invece, una maggior incidenza delle spese per infrastrutture rispetto alla media nazionale e, tra i servizi, quelli destinati alla promozione e al marketing sono destinatari di una quota di risorse più elevata. La circoscrizione meridionale presenta un sostegno che riguarda principalmente le attività forestali, i servizi allo sviluppo e gli aiuti alla gestione.

Articolo di Antonio Longo