Prodotti toscani da esaltare

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Avvicinare ancor di più produttori agricoli e consumatori, accorciando la filiera, ed esaltare le tipicità che la terra di Toscana è in grado di offrire. In un mercato altamente globalizzato quale quello attuale, unire le forze e consentire di riscoprire i sapori ed i profumi del tempo che fu possono davvero rappresentare due importanti chiavi per il successo delle aziende medio – piccole che costellano il panorama produttivo italico. Si chiama “Agrimè” il progetto allestito dal giovanissimo Giulio Gargani che ha messo in piedi on line, su internet, la filosofia e l’idea di consumo a Km 0, sfruttando l’esperienza maturata sui campi e gli studi universitari. Ma in cosa consiste, nello specifico, il progetto? Per rispondere al quesito basta leggere sul sito internet aziendale alcuni degli obiettivi prefissati: unire le esigenze dei coltivatori a quelle dei consumatori,  fornire prodotti toscani sani e di ottima qualità senza però che il cliente debba macinare centinaia di chilometri per fare il giro di tutte le aziende agricole o prendere una settimana di ferie per visitare tutti i mercatini di filiera corta, tutelare le aziende produttrici consentendo loro di vendere i prodotti a prezzi remunerativi. La procedura è molto semplice: ci si registra sul sito, si prenotano i prodotti che si vogliono acquistare, si decide in quali luoghi, tra quelli indicati, si preferisce ritirare la merce.

Abbiamo intervistato Gargani per capire meglio di cosa si tratta. “Quello dell’agricoltore non è un lavoro come gli altri, è il tuo lavoro, la tua passione, ti entra nelle vene come se fosse il tuo sangue, e non puoi più farne a meno, – esordisce il giovane imprenditore – .Agrimè propone un nuovo tipo di consumo, che non si basi sull’acquistare e consumare più prodotti possibile, ma, al contrario, sul consumo dell’essenziale, di quello che serve, di quello vicino, di quello sano”.

Uno dei principi basilari su cui si fonda l’iniziativa è l’efficienza: nemmeno una foglia di insalata viene raccolta dal campo senza essere stata prenotata. Pertanto, lavorando solo su prenotazione, gli sprechi di prodotti sono ridotti a zero. Un team affiatato e professionalmente valido gestisce il progetto a 360°. “Io gestisco l’azienda agricola “Il Fondolino” e sto per laurearmi in scienze agrarie presso l’università degli studi di Firenze, – prosegue Gargani –; nel progetto sono affiancato da dottori agronomi e tecnologi alimentari che sono perfettamente in grado non solo di gestire e monitorare la qualità dei prodotti commercializzati ma anche di organizzare al meglio le varie produzioni aziendali, in modo da valorizzare il più possibile le capacità produttive di ogni fattoria”.

E la risposta dei consumatori, quale è stata? “Fino ad oggi i riscontri sono molto positivi, sia per una progressiva riscoperta di valori ormai da tempo dimenticati che per una crescente paura nei confronti di alimenti di origine non locale dovuta alle frodi alimentari alle quali siamo tristemente abituati – risponde Gargani -; una volta che il cliente si è reso conto della differenza della qualità tra il prodotto che percorre centinaia di km e quello che viene raccolto e consegnato in giornata nella maggior parte dei casi non torna indietro e si fidelizza”.

Altri progetti in cantiere? “I progetti sono molti, da poco è stato avviato il settore B2B, che punta ad avvicinare la filiera corta non solo ai privati, ma anche ad attività commerciali come ristoranti, hotel ed altre attività ricettive, ormai sempre più attente a temi quali sostenibilità ambientale della filiera eno-gastronomica, qualità e rintracciabilità delle materie prime e certificazioni di coltivazioni biologiche o integrate dei prodotti, – sottolinea Gargani -; un altro settore in fase di sviluppo è quello delle consegne a domicilio anche con prenotazione telefonica, che ci permetterà di abbracciare una tipologia di pubblico molto sensibile ai nostri valori, ma lontana dal mondo dell’e-commerce per ovvi motivi generazionali. Stiamo meditando anche di iniziare ad espanderci sul territorio nazionale, e per questo cerchiamo figure giovani, competenti in materia agro-alimentare e radicate nel territorio per aprire nuovi centri di gestione fuori da Firenze. Negli ultimi 50 anni, in seguito al boom industriale del nostro paese, l’importanza dell’agricoltura è andata gradualmente scemando, fino ad arrivare alla situazione attuale, in cui la maggior parte dei prodotti agricoli viene dai paesi esteri, nei quali i costi produttivi sono di molto minori rispetto ai nostri, e la nostra agricoltura spesso non riesce più a produrre reddito. Ogni anno quindi migliaia di ettari di campi coltivati vengono abbandonati e si trasformano in boscaglie fuori controllo. Una situazione del genere, che si manifesta soprattutto nei terreni collinari, nei quali la meccanizzazione agraria risulta più complicata, porta ad enormi danni non solo per gli agricoltori, che non riescono più a creare un reddito dalla loro attività, ma anche per la comunità intera, considerando che i contadini, con le loro opere di sistemazione idraulico-agraria e di manutenzione, fungono da veri e propri “paladini del territorio”, preservando il territorio rurale dai rischi di dissesto idrogeologico e di incendi”.