Pomodoro da industria, Italia maggior produttore europeo

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L’Italia è il secondo maggior produttore mondiale di pomodoro industriale, preceduto solo dalla California, ma anche questa posizione viene insidiata dalla Cina. L’Italia ha prodotto infatti 4 milioni di tonnellate di pomodoro industriale nel 2013, mentre la Cina circa 3,8 milioni, ma il suo trend di rapida crescita lascia prevedere che nel 2014 possa ritornare a superare (dopo un periodo di declino)  la quota di 5 milioni, raggiungendo o addirittura superando le previsioni di produzione dell’ Italia (il primato della California è irraggiungibile, con i suoi 12,2 milioni di prodotto attesi). Nella classifica mondiale dei principali produttori seguono: Turchia, Spagna, Iran, Brasile e Portogallo (fonte: World Processing Tomato Council, febb 2014). Le prospettive di produzione, trasformazione, distribuzione e consumo del pomodoro da industria a livello globale  saranno discusse nel corso del Congresso Mondiale del Pomodoro, che si terrà  in Italia a Sirmione (Lago di Garda) dall’8 all’11 giugno 2014,  a cui parteciperanno tutti  i principali key-player del mercato  nazionale ed internazionale.

Il Congresso,  che si sviluppa sul tema “Dalla terra alla tavola: un impegno comune per il futuro dei prodotti trasformati a base pomodoro”, è organizzato da AMITOM, Association Méditerranéenne Internationale de la Tomate, e dal World Processing Tomato Council che presenteranno, grazie ad un modello previsionale unico basato sui dati reali della filiera, i dati di consumo mondiale del pomodoro da industria previsti nei prossimi anni. La produzione mondiale del pomodoro da industria ha conosciuto dal 2009 al 2013 una decrescita continua passando da 42,3 mln di tonnellate ai più modesti 33,2 del 2013. Diverso il trend dei consumi mondiali che sembrerebbe essersi  assestato a  38,0 mln che è la quantità di produzione prevista per il 2014, secondo le primissime indicazioni.

Cosa avverrà nei prossimi anni? Equilibrio di mercato o è ipotizzabile una carenza di prodotto trasformato? Quale scenario si prospetta per  l’Italia?  Quali saranno i nuovi consumatori del futuro e come consumeranno? Sono questi alcuni dei temi portati all’attenzione degli oltre  500 operatori  che saranno presenti al congresso, temi che accanto agli interventi di primari operatori di India, Russia, Brasile e Iran – i nuovi mercati di sbocco – consentiranno di delineare i futuri assetti di mercato e le politiche di valorizzazione e commercializzazione del prodotto. Altri i punti cardine trattati nelle  sessioni  del Congresso: innovazione tecnologica, nuove frontiere del packaging, il rapporto tra sostenibilità ambientale ed economica nella supply chain, in altri termini le sfide cruciali che le imprese del comparto dovranno affrontare nei prossimi anni.