Più efficienza ambientale per la futura PAC

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Che la futura politica agricola comune debba fornire più servizi e benefici ambientali è un’opinione che accomuna imprenditori agricoli e non. Lo conferma la consultazione pubblica che la Commissione europea ha lanciato nel 2017, da cui risulta che il 64% degli imprenditori agricoli e il 92% del resto dei partecipanti indicano che „la politica agricola comune debba realizzare maggiori benefici per l’ambiente“. Significa, dunque, che le misure di greening – o „inverdimento“ – introdotte con la riforma del 2013 sono considerate in generale poco ambiziose. Ricordiamo qui che l’ “inverdimento” ha come scopo quello di compensare gli agricoltori per l’impatto positivo che certe pratiche produrrebbero sull’ambiente, un beneficio che non sarebbe altrimenti compensato dal mercato. Si tratta dell’unico pagamento diretto la cui principale finalità dichiarata è di carattere ambientale. L’UE spende oggi 12 miliardi di euro l’anno per questo nuovo pagamento verde, pari al 30 % di tutti i pagamenti diretti della PAC e a quasi all’8 % dell’intero bilancio dell’UE. Per gli agricoltori questo si traduce in un importo medio di circa 80 euro per ettaro all’anno. Quando è stato introdotto l’inverdimento, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno spostato questi fondi dagli altri pagamenti diretti. L’ammontare totale dei pagamenti diretti della PAC è quindi rimasto sostanzialmente stabile. Visti i risultati della consultazione pubblica, la Commissione europea, nella Comunicazione resa nota a novembre sulle future linee d’azione della PAC, pone l’accento sulla necessità di una politica agricola più efficace per l’ambiente di quanto lo sia oggi. Proprio su questo tema giunge ora anche una relazione della Corte dei Conti europea che analizza l’efficacia del pagamento di inverdimento e l’efficacia ambientale della PAC. Il risultato? Nella relazione si afferma che l’inverdimento ha reso burocraticamente più complesso il sostegno al reddito senza rendere la PAC più efficace sul piano ambientale. La Corte ha esaminato se l’inverdimento (greening) sia stato in grado di migliorare la performance della PAC sul piano ambientale e climatico in linea con gli obiettivi dell’UE. Sono state consultate le autorità di cinque Stati membri: Grecia, Spagna (Castiglia e León), Francia (Aquitania e Nord-Pas-de-Calais), Paesi Bassi e Polonia. «L’inverdimento rimane, fondamentalmente, un regime di sostegno al reddito» ha affermato Samo Jereb, il Membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione. «Così come è attualmente applicato, è improbabile però che possa migliorare in maniera significativa la performance della PAC in materia di ambiente e di clima». Secondo questa nuova relazione i pagamenti destinati ad incoraggiare gli agricoltori ad adottare pratiche più rispettose dell’ambiente hanno determinato un cambiamento delle pratiche agricole solo per il 5 % della superficie agricola dell’UE. Inoltre, secondo la Corte, una parte significativa delle pratiche sovvenzionate sarebbe stata attuata comunque, anche senza tale contributo, motivo per cui si ritiene improbabile che l’inverdimento apporti benefici significativi per l’ambiente e per il clima. La Corte ha rilevato infine che è improbabile che i risultati della politica giustifichino la notevole complessità che l’inverdimento ha aggiunto alla PAC, dovuta in parte alla sovrapposizione tra gli obblighi introdotti dall’inverdimento e gli altri obblighi ambientali della PAC. La Corte raccomanda alla Commissione di definire, in occasione della prossima riforma della PAC, una logica di intervento completa riguardo al contributo della PAC agli obiettivi dell’UE in materia di ambiente e di clima.

Nella proposta di riforma, secondo la Corte dei Conti la Commissione dovrebbe applicare i seguenti principi:

  • gli agricoltori dovrebbero percepire i pagamenti PAC soltanto se rispettano una serie di norme ambientali di base. Le sanzioni applicate in caso di inosservanza dovrebbero costituire un deterrente sufficiente;
  • i programmi agricoli volti a rispondere a necessità di carattere ambientale e climatico dovrebbero includere obiettivi di performance e finanziamenti che rispecchino i costi sostenuti e il mancato guadagno risultante da pratiche che vanno oltre gli standard ambientali di base;
  • quando gli Stati membri hanno la possibilità di scegliere tra più opzioni per l’attuazione della PAC, dovrebbero dimostrare di aver scelto opzioni efficaci ed efficienti ai fini del conseguimento degli obiettivi della politica.

La relazione citata della Corte dei Conti, dal titolo “L’inverdimento: un regime di sostegno al reddito più complesso, non ancora efficace sul piano ambientale”, è disponibile anche in italiano QUI

 Articolo di Maria Luisa Doldi