Passione per le piante officinali

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Ventuno ettari dedicati alle piante officinali, coltivate con metodo biologico. Una netta e ben precisa scelta quella adottata da Piante Officinali San Marco, azienda agricola specializzata nella coltivazione, lavorazione e trasformazione delle piante aromatiche e medicinali. Ci troviamo nel comune di Asciano, a pochi chilometri da Siena, sull’antica via Lauretana, nel suggestivo paesaggio delle Crete Senesi.  “L’idea di un’azienda impegnata esclusivamente nella coltivazione delle piante aromatiche e officinali è nata nel 2009 dalla volontà di trovare alternative alle coltivazioni tradizionali, soprattutto cerealicole della zona, facendo buon uso delle risorse offerte dal territorio delle Crete Senesi, – spiega Federica Zurli – da questa ambizione si è sviluppato il progetto di riscoperta e valorizzazione delle specie aromatiche ed officinali autoctone, una volta ampiamente coltivate in questi luoghi”.

Nata inizialmente come azienda di produzione all’ingrosso, Piante Officinali San Marco è dedicata dal 2013 anche al commercio e alla vendita on line sul sito www.officinalisanmarco.com dei propri prodotti biologici certificati. “Sette ettari di terreno sono dedicati alla coltivazione di piante officinali, quali salvia, origano, timo, rosmarino, iperico, achillea, elicriso e zafferano mentre altri 10 ettari sono destinati alle colture aromatiche estensive quali finocchio, lino oltre alle tradizionali colture di rotazione: farro (monococco e dicocco), avena bianca, trifoglio alessandrino e favino; infine, 4 ettari di terreno boschivo, – prosegue Federica – le erbe aromatiche, coltivate direttamente sui nostri terreni a tutela ambientale secondo il metodo biologico, sono destinate alla trasformazione aziendale per impieghi diversi, tra cui la produzione di alimenti, e a tal fine è stato realizzato un laboratorio a norma HACCP, dotato di impianti tecnologici per la selezione, la pulizia e il taglio di piante aromatiche essiccate”.

L’azienda è anche impegnata al mantenimento della biodiversità essendo il territorio censito negli elenchi di Rete NATURA 2000 (SIC, ZPS,SIR) come sito di interesse comunitario per la conservazione della biodiversità degli habitat naturali e specie protette. A ciò si collega l’incarico conferito dalla Regione Toscana di Coltivatore Custode del Germoplasma di specie vegetali per la conservazione dell’ Iris Florentina a rischio di estinzione genetica, favorendone la coltivazione, proteggendola da forme di contaminazione o distruzione ed assicurandone il mantenimento sul territorio.
In tale direzione, si colloca l’attenzione per la tutela dell’ambiente. “Sono molto consapevole della necessità di sviluppare ed utilizzare energie alternative per non influire negativamente sull’equilibrio biologico ed ambientale, già spesso messo in pericolo o già danneggiato dall’uso di energia convenzionale, – osserva la Zurli – nel nostro caso, comunque, la necessità di energia è già limitata in partenza per il tipo di coltivazione prescelto: infatti, ad esempio, per favorire la piena adattabilità delle varietà alle condizioni pedoclimatiche del territorio, tutte le nostre piante sono coltivate direttamente in pieno campo senza bisogno di serre o altro tipo di strutture che necessitano di energia. Anche i macchinari per l’essiccazione, per il taglio e la lavorazione delle aromatiche sono stati tutti scelti tra quelli a basso impatto ambientale. Per quanto riguarda i bandi, abbiamo solo richiesto ed ottenuto nel 2011 l’accesso al Psr finalizzato alla ristrutturazione di un fabbricato rurale che era stato individuato e quindi adibito quale nostro laboratorio di lavorazione delle piante officinali secondo i parametri previsti dall’H.a.c.c.p.  Una scelta, quindi, che si inserisce nel discorso di riuso e rivalutazione del patrimonio costruttivo rurale che altrimenti andrebbe perso”. Sono molti i progetti sui quali si sta ipotizzando una linea di azione. “Stiamo valutando diverse idee che possano valorizzare ancor di più i prodotti di questa area che ritengo davvero unica come caratteristiche ambientali e quindi della qualità di quanto coltivato, – sottolinea federica – parallelamente, però, riteniamo che in questa fase sia opportuno consolidare e migliorare i risultati finora ottenuti attraverso un incremento delle colture in campo per poter rispondere sempre meglio alle richieste dei nostri clienti che apprezzano la nostra dedizione e filosofia di fondo che tende, come accennato, come primo ed importante fine alla qualità dei prodotti, aromatiche o cereali, offerti sul mercato”.
Federica, giovane donna dalle idee chiare e dai tanti sogni nel cassetto. “Il ruolo della donna è profondamente cambiato negli ultimi 40 anni, per fortuna; se fino a qualche decennio fa, il compito della donna era relegato quasi esclusivamente alla casa ed alla famiglia, per essere poi venir estremizzato negli anni ’90 dalla figura della donna manager. Oggi la definizione di donna è a 360 gradi.  È donna, madre, moglie, lavoratrice instancabile a tempo pieno, nel pieno rispetto della propria femminilità e nella libertà delle proprie idee. E libera di scegliere. Non credo nelle differenze di genere, come non ritengo che ci siano limiti che possano ostacolare l’inserimento delle donne nel settore agricolo o in altri settori. Ciò si deve, a mio avviso, anche grazie alle nuove tecnologie, al perfezionamento di macchine e attrezzature agricole sempre più sofisticate che fanno sì che la forza fisica non costituisca più, come in passato, l’elemento determinante e imprescindibile per chi voglia fare agricoltura”.

Infine, uno sguardo all’attuale contesto generale in cui si muove il settore primario. “Premesso che ritengo l’agricoltura ancora la “spina dorsale” della economia italiana, rilevo come in questi ultimi anni il settore sia stato fortemente penalizzato dalla mancanza di una politica capace di tutelare le reali esigenze degli agricoltori e degli allevatori, – riflette la Zurli – l’approvazione della Legge di Stabilità 2016 ha introdotto importanti misure per il comparto, come l’eliminazione dell’Irap e dell’Imu sui terreni, decisioni queste che non possono che dare respiro agli agricoltori ed alla situazione agricola nazionale in generale. Sono dell’opinione che la riduzione degli oneri fiscali consentirà alle aziende agricole di recuperare risorse anche a favore di investimenti finalizzati all’ammodernamento aziendale o a progetti legati ai piani di filiera. Occorre comunque adottare una linea politica ad ampio spettro che sappia interpretare e far fronte alle necessità delle imprese, una politica che sia in grado di semplificare al massimo le procedure per non penalizzare le imprese agricole con oneri burocratici spesso cavillosi e inutili. E che salvaguardi e tuteli i prodotti ‘Made in Italy’ contro ogni forma di contraffazione, fornendo, al tempo stesso, alle aziende gli strumenti per essere più competitive sul mercato internazionale, attraverso magari percorsi formativi che forniscano alle aziende gli strumenti necessari per conoscere ed imporsi con maggior consapevolezza sui mercati esteri. Si può e si deve, comunque, essere ottimisti. In prima persona, ciascuno può nel suo piccolo essere artefice di positivi cambiamenti. Credo che a favore dell’agricoltura, e dell’ambiente in generale, si stia facendo molto ed in tal senso anche la recente riforma pac, con l’introduzione del greening, lo ha dimostrato”.

 Articolo di Antonio Longo