Parmigiano Reggiano, cambio della guardia ai vertici del Consorzio

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Arriva da Parma e guiderà per i prossimi quattro anni il Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano. È Nicola Bertinelli, 44 anni, il nuovo presidente del sodalizio che riunisce tutti i produttori del Re dei formaggi. Doppia laurea (in Scienze Agrarie e in Economia e Commercio), master in Canada, imprenditore del settore caseario e contitolare dell’azienda agricola di famiglia fondata più di 120 anni fa a Medesano. Giornata importante, infatti, quella tenutasi presso la sede del Consorzio a Reggio Emilia, dove l’Assemblea dei soci ha approvato il bilancio 2016, con investimenti per 10,6 milioni in comunicazione al consumo e per 2,47 milioni in incentivi alle esportazioni (+5,8%), in un’annata che ha registrato un +12% dei prezzi all’origine e consumi interni stabili (+0,3%). L’Assemblea ha anche rinnovato il cda (28 consiglieri con diritto di voto e 4 senza voto designati dagli enti pubblici di Emilia-Romagna e Lombardia), che eleggerà presidente e vice nella sua prima riunione. Bertinelli, rappresentante dei “caseifici liberi”, può contare sulla maggioranza dei voti dell’Assemblea, superando di fatto il presidente uscente Alessandro Bezzi, sostenuto da Confcooperative e Legacoop. La storia imprenditoriale del prossimo Presidente, oltre che supportata da una secolare tradizione di famiglia, è anche dinamica e, per certi aspetti curiosa, visto che proprio la sua azienda ha recentemente conquistato spazio sulle cronache per essere stata in grado di ottenere le certificazioni Kosher e Halal. Quest’ultima, la più recente in ordine cronologico, permetterà di avere disponibili, entro la fine di quest’anno, le prime forme di Parmigiano Reggiano che conciliano il disciplinare di produzione definito dal Consorzio di Tutela con la normativa islamica sul cibo basata sull’interpretazione del Corano, aprendo di fatto un mercato nuovo e potenzialmente enorme. Tornando ai numeri del Consorzio, la nuova classe dirigente ripartirà dai promettenti dati diffusi a inizio di quest’anno, che confermano una tendenza alla ripresa dopo un 2015 che sarà ricordato come uno degli anni peggiori dell’ultimo decennio (quotazioni medie a 7,65 euro/kg, con un solo precedente peggiore nel 2008, fermo a 7,40 euro/kg). La svolta più marcata è venuta nella seconda parte del 2016, quando i prezzi all’origine hanno registrato un incremento del 12% rispetto al 2015. Dati supportati da un andamento dei consumi interni che ha registrato un incremento dello 0,3%, per arrivare poi al + 5,8% segnato dai mercati esteri, che con oltre 49.000 tonnellate rappresentano ora il 37% sul totale, con una quota raddoppiata negli ultimi dieci anni. Decisamente positivi, e per alcuni aspetti sorprendenti, i dati sull’export, che stanno registrando un testa a testa tra USA e Francia, per molti anni indiscusso mercato leader per il Parmigiano Reggiano. Questo nonostante il Nord America offra numerosi prodotti di imitazione e di “italian sounding” che disorientano e danneggiano consumatori e produttori. Sulle prospettive future del Parmigiano Reggiano, orientate ad un cauto ottimismo, incide anche il calo delle scorte nei magazzini, con giacenze che al novembre 2016 apparivano del 2,2% inferiori a quelle dello stesso mese 2015. La produzione registrata nel 2016, infine ha visto salire a 3.469.000 il numero delle forme, con un aumento del 5,1%.

Emiliano Raccagni