Opportunità hi-tech per i giovani agricoltori 

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Giovani, motivati e capaci di declinare le nuove tecnologie e le ultime soluzione dell’hi-tech nelle proprie aziende in campagna. Ma, soprattutto, sempre più numerosi. Sono gli imprenditori agricoli under 40, per i quali si moltiplicano le opportunità e le occasioni di visibilità. Ultimo dato positivo, quello arrivato dalla prima regione agricola italiana per Pil, la Lombardia, dove nell’ultimo anno, nel periodo compreso tra il primo trimestre 2014 e i primi tre mesi 2015, si è registrato un aumento del 32% di nuove imprese condotte da giovani imprenditori, con picchi nelle province di Lecco, Como, Sondrio.

Si tratta della conferma di un trend che come Coldiretti stiamo rilevando da anni”, spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia. “Per le nuove generazioni fare l’agricoltore non è più una vergogna o un mestiere poco qualificato, ma rappresenta invece un modo per costruire il futuro e trovare una nuova dimensione di vita”.

Le maggiori difficoltà, per avviare una nuova impresa agricola senza cospicui investimenti di capitali, si trovano nelle aree pianeggianti, in quanto il sistema agricolo è caratterizzato da zootecnia da latte e da carne. E’ quindi più facile trovare aziende tramandate da padre in figlio, piuttosto che vedere l’apertura di nuovi allevamenti. Ma, è un dato di fatto, oggi le aziende sono in mano a ragazzi sempre più preparati: la maggior parte di loro ha conseguito titoli specifici (perito agrario,  agrotecnico, scienze agrarie, viticoltura ed enologia), e non mancano meccanici, geometri, esperti di pubbliche relazioni e ingegneri elettronici che nonostante studi non agricoli hanno scelto il “ritorno alla terra”. Un fenomeno che coinvolge le nuove generazioni per passione (36%) o per mantenere in vita l’azienda di famiglia (26%). I settori per i quali i giovani imprenditori sono più impegnati sono l’allevamento (49%), la coltivazione di ortaggi (14%) e quella di alberi da frutto (11%).

Con le nuove tecnologie il 50% delle imprese è presente online con siti internet e i social network, come facebook e twitter, per pubblicizzare la propria azienda. Un trend che va di pari passo con l’aumento della preparazione scolastica dei titolari.  E, se si parla di nuove tecnologia, si moltiplicano anche le iniziative per diffonderne l’applicazione. Dai droni per monitorare le colture, alle ‘app’ contro lo spreco alimentare, dalle piattaforme web per la promozione turistica, a un servizio per la dispersione delle ceneri dei defunti nei boschi. Sono alcuni dei progetti imprenditoriali dei 30 giovani protagonisti di ‘ReStartApp 2015’, il primo incubatore di impresa per il rilancio dell’Appennino organizzato dalla Fondazione Edoardo Garrone da questi giorni al 19 settembre a Grondona (Alessandria) e a Portico di Romagna (Forlì-Cesena).

I giovani partecipanti saranno affiancati da un team di docenti, esperti, imprenditori e professionisti, specializzati nelle filiere dell’economia appenninica in cui vogliono inserirsi le nuove start up, in particolare l’agricoltura, l’allevamento, l’agroalimentare e il turismo. “La nostra strategia per valorizzare il potenziale dell’Appennino è incentrata sulla nascita e il consolidamento di nuove giovani imprese capaci di rivitalizzare l’economia rurale e montana – spiega il presidente della Fondazione Alessandro Garrone – Siamo partiti l’anno scorso con il primo campus e, in poco tempo, siamo già cresciuti raddoppiando a 2 campus, con un network di partner di altissimo profilo istituzionale e scientifico“. Infine, siccome non esiste agricoltura senza terra, va segnalato che fino alle 12 del 31 luglio prossimo c’è tempo per partecipare ai bandi per la concessione in affitto di 770 ettari di fondi rustici di propietà di ASP Città di Bologna. I bandi sono 32, per terreni agricoli in 13 diversi comuni del bolognese tra cui Anzola, Castel San Pietro, Minerbio  e Baricella. I bandi, relativi ai diversi fondi rustici, prevedono dei vincoli precisi tra cui il divieto di coltivazioni di OGM e il mantenimento del metodo di agricoltura biologica nel caso di terreni già convertiti al biologico o in via di conversione.

Articolo di Emiliano Raccagni