Olio extra vergine di oliva fai da te

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Le olive sono un frutto simbolico della cultura mediterranea fin dai tempi dell’Antica Grecia, ed oggi sono una delle eccellenze dell’Italia, dalla Toscana alla Puglia, soprattutto grazie all’inimitabile olio extra vergine di oliva che se ne ricava. Alcune normative hanno modificato le diciture sulle etichette degli olii disponibili nella grande distribuzione: è obbligatorio indicare il Paese d’origine delle olive, ma spesso la dicitura si limita ad indicare ‘miscele di olii di oliva comunitari’ o dell’Unione Europea. È importante invece scegliere un prodotto 100% Made in Italy (“ottenuto da olive coltivate in Italia”). Perché altrimenti non attrezzarsi con qualche ulivo nel proprio giardino e avviare una piccola produzione di olio home-made, totalmente biologico e a km zero? Per fare 1 litro di olio servono dai 5 a 6 kg di olive ed un solo ulivo può produrre ben 15-25 kg di olive all’anno: gli strumenti si possono acquistare su ManoMano.

Saper leggere l’etichetta

Se si decide di acquistare l’olio presso la grande distribuzione, è importante verificare che sia un prodotto 100% Made in Italy. Sono infatti più di 800 mila le aziende agricole italiane che lo producono, con oltre 150 milioni di piante e più di 500 cultivar presenti sul territorio, che forniscono in media 440 mila tonnellate annue. Una punta di diamante del food italiano, l’oro verde è apprezzato quasi più all’estero che in Italia: nei primi 10 mesi del 2015, l’export è cresciuto del 10% in valore con oltre 1 miliardo e 263 milioni di vendite. Gli Usa, oltre a confermarsi prima destinazione con circa 390 milioni di euro, hanno aumentato gli acquisti del 16%; seguono Germania e Francia dove le vendite sono addirittura raddoppiate rispetto al 2014.

Coltivare un ulivo

L’ulivo (Olea europaea) è una pianta particolarmente longeva, sempreverde, che raggiunge circa 2 metri di altezza; predilige un clima mite e asciutto, molto esposto al sole. Teme l’umidità, dunque il terreno in cui viene messo a dimora deve evitare i ristagni d’acqua: infatti in estate basta bagnare l’albero una volta a settimana, in inverno ogni due settimane.

Raccogliere le olive

Il momento giusto per la raccolta va valutato attentamente. Poiché varia in base alla cultivar, alla latitudine, al clima e all’esposizione della pianta, bisogna affidarsi a indizi empirici come la valutazione del colore della buccia e della polpa (la raccolta si attua quando la buccia delle olive ha raggiunto tutta la sua pigmentazione tipica senza interessare la polpa), oppure all’inizio della cascola delle drupe (i frutti). Nell’Italia settentrionale si raccoglie di solito da settembre a novembre, in centro si va da fine ottobre a dicembre, nell’Italia meridionale si arriva sino a febbraio-marzo.

La raccolta può essere eseguita:

  • brucatura a mano – si impiega circa un’ora per pianta; è il metodo più lento ma è anche quello migliore perché permette di ottenere la migliore qualità dei frutti e di non rovinare le piante;
  • con l’ausilio di pettini – consiste nel passare fra i rami un grosso pettine di legno che stacca le olive, che vengono raccolte in un telo posizionato sotto l’ulivo; può portare all’ammaccatura dei frutti;
  • bacchiatura – consiste nel battere i rami delle piante con delle lunghe pertiche e fare così in modo di far cadere le olive; più veloce della brucatura, è però facile danneggiare i rami;
  • scrollatura – viene effettuata tramite un braccio meccanico installato su un trattore che scrolla sia l’albero che i suoi rami facendone cadere il frutto; le olive si raccolgono in un telo steso sotto l’ulivo e risultano sane e non ammaccate.

L’ultimo passaggio è trovare un piccolo frantoio nelle vicinanze dove spremere le proprie olive.