Nuove idee per nuovi mestieri

3526

19128

Negli ultimi tre anni, secondo le stime, in Italia sono almeno cinquemila le nuove attività aperte, soprattutto da giovani, che si discostano dai canoni della produzione tradizionale, puntando tutto sull’innovazione e la multifunzionalità. In agricoltura, questo significa battere nuove piste o cercare di dare un taglio moderno e di rilancio a mestieri antichi e già presenti sul territorio. Ecco quindi nascere il “professore di tartufo”, l’architetto del verde,  il consulente enogastronomico, lo stilista attento all’ecosostenibilità che utilizza materiali e fibre vegetali. E poi catering a chilometro zero e fattorie ‘sportive’ che si affiancano a quelle didattiche e sociali. Sono solo alcuni esempi delle decine di nuovi mestieri, alcuni davvero originali, che partono dall’agricoltura e che vengono segnalati dall’associazione dei giovani agricoltori della Cia (Agia-Cia). Il loro apporto al bilancio complessivo del complesso sistema agricolo e alimentare al momento è quantificabile in almeno 200 milioni di euro l’anno, percentuali ancora basse se confrontate con i 250 miliardi mossi dall’agroalimentare italiano nel suo insieme, ma dalle enormi potenzialità future.

Agricatering a km zero. Un esempio concreto arriva proprio dall’attività di agricatering avviata dall’associazione Donne in Campo-Cia, che prevede l’offerta di servizi di catering a filiera corta, dove tutto nasce direttamente dal lavoro nei campi senza intermediazioni. Le imprenditrici in rosa, con questo progetto, si pongono due obiettivi principali: da un lato la valorizzazione dei prodotti locali, anche e soprattutto quelli dimenticati o a rischio perché fuori dai grandi circuiti distributivi, mentre dall’altro combattere la crisi creando una nuova forma di integrazione del reddito agricolo. Così si moltiplicano le attività di servizio e buffet a feste ed eventi, rigorosamente caratterizzate dall’offerta di prodotti del territorio.

Ritorno alla terra.Sono sempre di più i giovani che dribblano la crisi tornando alla terra, dove coltivano nuove idee – dichiara Maria Pirrone, presidente dell’Agia-Cia – molto spesso sono proprio loro a inventare nuovi mestieri legati all’agricoltura, complice spesso la provenienza da altri settori e molti studi. Oggi infatti il 90% degli agricoltori sotto i 30 anni ha una scolarità medio-alta. E non ci sono più solo i laureati in Agraria: oggi nel settore cresce il numero di giovani ‘dottori’ che decide di investire sulla campagna, ma partendo da percorsi formativi e familiari completamente estranei all’agricoltura: ci sono educatori e psicologi che si dedicano all’agricoltura sociale e alle fattorie didattiche; esperti della comunicazione che gestiscono il marketing e la promozione dei prodotti sui mercati stranieri; economisti che amministrano l’azienda; erboristi e farmacisti che scommettono sulla fitoterapia e sulla cosmesi naturale; architetti che fanno bio-edilizia producendo mattoni artigianali di argilla e paglia completamente eco-sostenibili e riciclabili“.

 Articolo di Emiliano Raccagni