Non solo latte

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Una moderna realtà produttiva il cui core business è la produzione di latte. Ma sugli ampi terreni su cui insiste l’azienda si produce anche altro. L’Azienda Maccarese S.p.A. si estende su una superficie di 3.200 ettari nel Comune di Fiumicino, tra l’aeroporto intercontinentale a sud, la cittadina di Fregene ed il litorale ad est, la ferrovia Roma – Genova ad ovest e l’abitato di Passoscuro a nord. Basta elencare la distribuzione degli ettari in base alle diverse produzioni per comprendere la rilevanza di tale realtà aziendale: 2.400 ettari coltivati a mais, grano duro, favino, orticole, loietto, 400 ettari sono costituiti da due macchie mediterranee di cui quella a sud è gestita dal WWF, 50 ettari sono costituiti da aree destinate in passato a vivaio, 36 ettari di laghetti utilizzati nel passato per l’itticoltura ed oggi aree di interesse ambientale, 30 ettari occupati dai due centri zootecnici, di cui uno in uso per il ricovero di una mandria di 3.300 bovini destinati alla produzione di latte e carne; il restante territorio è occupato da strade, tare, incolti, e dal sedime del Castello Rospigliosi e dal suo giardino, dall’area relativa al Polo tecnologico, e dal sedime delle costruzioni agricole utilizzate dall’azienda. All’interno è presente un allevamento di vacche da latte della capienza di 1.200 vacche in mungitura e altrettante in allevo.

“In azienda abbiamo due impianti di biogas da 625 KW e 999 KW alimentati da effluenti zootecnici e insilati di mais e cereali  autunno vernini, – aggiunge il direttore generale Claudio Destro – la nostra azienda partecipa ai bandi relativi al PSR per la misura investimenti e a quelli dell’INAIL relativamente alle misure che interessano la messa a norma delle macchine e attrezzature”. Tanto è stato sino ad oggi realizzato, molto altro è in cantiere. “E’ nostra intenzione concentrarci sulla produzione  di latte, che è il nostro core-business, migliorando le strutture esistenti e la cui finalità si deve tradurre in un miglioramento del livello di benessere delle bovine, – evidenzia Destro – secondo il nostro punto di vista, la difficoltà maggiore del comparto risiede nella scarsa propensione degli agricoltori di aggregarsi per migliorare e ottimizzare l’offerta. Bisogna seguire come esempio quello che hanno fatto gli altri Paesi. L’agricoltura ha bisogno di recuperare competitività, per questo tutte le misure che il Governo  adotterà e che vanno in questa direzione saranno le più gradite”.

Ad esempio? “Sgravi a coloro che investono in azienda, snellimento della macchina burocratica, facilitazioni al credito, via libera ai PSR e snellimento AGEA sono tutte misure necessarie e indifferibili, – risponde il manager – recentemente con la legge di stabilità sono stati enunciati provvedimenti che, se saranno convertiti in legge, aiuteranno il settore. Bisogna essere ottimisti. Il settore agricolo sconta l’incertezza e la volatilità dei prezzi dovuta alla globalizzazione intervenuta, pertanto ha bisogno di adattarsi a questa nuova prospettiva e per questo gli agricoltori tradizionalmente conservatori si devono evolvere trasformandosi in imprenditori. Devono quindi investire in innovazione per essere competitivi con i nuovi mercati che vanno delineandosi”.

Articolo di Antonio Longo