Necessario puntare sul biologico

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Una storia lunga ben sei generazioni che, con il trascorrere del tempo, ha trovato sempre nuova linfa vitale. Una passione chiamata agricoltura che dalle parti di Vittoria, in provincia di Ragusa, ha saputo coniugare in maniera egregia tradizione ed innovazione. Si chiama “FaunaFlora” l’azienda agricola che dal 2011 è guidata da Claudia Di Caro che ci conduce alla scoperta della realtà produttiva che la vede quotidianamente impegnata in prima linea. “Rappresento la sesta generazione di custodi di queste terre, – ci rivela – ho solo innovato la gestione, abbinando alla produzione, che ora ha la certificazione biologica, la trasformazione dei prodotti dell’azienda, la degustazione, la vendita diretta e on-line e l’ attività di fattoria sociale in attesa delle autorizzazioni per diventare fattoria didattica accreditata. FaunaFlora nasce dalla consapevolezza che gli stili di vita moderni sono insostenibili e che solo un deciso cambio di direzione può farci avvicinare a modelli più ecologici: la soluzione è stata l’avvicinamento a ritmi naturali, ad un’alimentazione stagionale legata al territorio e a un rapporto diverso con la terra e gli animali”.

Un’azienda innovativa ed al passo con i tempi che ha decisamente puntato verso la coltivazione biologica, senza tralasciare la diversificazione delle colture (uliveto, mandorleto, carrubeto, pereto, erbe aromatiche ed officinali, ortaggi a pieno campo), l’uso di energie rinnovabili, il recupero dell’acqua piovana ed il risparmio energetico, la chiusura della filiera, l’uso di innovazione tecnologica nella trasformazione dei prodotti, la multifunzionalità. Un mix rivelatosi vincente e che ha consentito a Claudia di raggiungere importanti risultati. “La FaunaFlora utilizza l’energia elettrica derivante dall’impianto fotovoltaico su tetto, il calore e l’acqua calda derivante da una caldaia multimateriale, l’aria condizionata da condizionatori di ultima generazione, per il risparmio energetico è stato progettato un impianto domotico con luci a led, – prosegue la Di Caro – nel 2010 l’azienda ha partecipato alla misura 121 del PSR e al bando sull’imprenditoria giovanile; il progetto sarà completato con un’aula didattica/sala degustazione, delle piazzole per camper ed un appartamento per gli eco-turisti, il tutto sarà assolutamente accessibile a tutte le categorie di utenti”.

Un’azienda ecosostenibile che tende alla conservazione del territorio e delle sue tradizioni abbinando, al contempo, le nuove tecnologie. Gestita da una giovane donna con le idee ben chiare e con tanti sogni nel cassetto. “Secondo me non c’è un’effettiva diversità delle difficoltà, a parte quelle fisiche, evidentemente, che incontrano uomini e donne nel settore agricolo – sottolinea Claudia -. Al momento le maggiori difficoltà che si incontrano in agricoltura sono rappresentate da una politica agricola sbagliata: troppa burocrazia, troppo tempo per il disbrigo delle pratiche burocratiche, poche reali agevolazioni all’inizio di un investimento agricolo per i giovani, troppe tasse per una nuova azienda agricola che ancora deve iniziare a lavorare. Infatti, non dimentichiamo che una nuova azienda si trova già con un debito gravoso dovuto alle sole tasse ancor prima di iniziare a lavorare. Le donne hanno anche un problema in più: se una donna imprenditrice agricola volesse metter su famiglia ed avere un figlio, a chi chiede la maternità? Non c’è alcuna protezione per gli imprenditori agricoli. Alla politica direi solamente di pensare da dove viene tutto ciò che dà vita alla politica stessa ed a tutta la società: dall’agricoltura. L’agricoltore, sia esso uomo o donna dovrebbe essere un lavoratore salvaguardato e sostenuto dallo Stato; inoltre terrei a precisare che dall’ Italia e dalla Sicilia, in particolare, si può avere tutto, o quasi, ciò che serve al fabbisogno alimentare italiano stesso. Se lo Stato favorisse e preservasse l’agricoltura Italiana nell’export anziché importare ciò che già produciamo…”. Un invito, un auspicio, per guardare con maggiore fiducia al futuro. “Io devo essere obbligatoriamente ottimista, altrimenti rischio di rovinare e disperdere le fatiche ed i risparmi di tutta la vita mia e dei miei genitori. Sono ottimista anche perchè all’estero tutto ciò che sto costruendo è molto riconosciuto, ricercato ed apprezzato”.

Articolo di Antonio Longo