Meno burocrazia: si parte in Emilia

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ruc

È operativo da agosto, ma è stato ufficialmente presentato nei giorni scorsi a Bologna alla presenza del Ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina. È il Ruc- Registro unico dei controlli, implementato dall’assessorato emiliano all’Agricoltura. Lo scopo è quello di mettere un freno alla burocrazia, universalmente riconosciuta come uno dei problemi più gravosi per chi è chiamato a produrre e, troppo spesso, a sacrificare tempo per procedure a volte farraginose, in altri casi doppie e triple, quasi sempre dispendiose. Il Ruc è un archivio informatico in cui vengono inseriti i risultati di tutti i controlli in azienda compiuti dai diversi Enti: Uffici regionali, Agrea, Province, Comunità montane, Unioni di Comuni, Arpa, Ausl. Attualmente, nel Ruc sono inseriti oltre 51 mila controlli eseguiti da 55 enti diversi, relativamente a 128 differenti tipologie, ma il sistema è costruito per contenere fino a 172 tipi di ispezioni. Ogni controllo ha una sua data di scadenza stabilita in 180 giorni. Entro tale termine l’esito del controllo è valido, non solo per l’amministrazione che l’ha effettuato ma anche per le altre, grazie a specifici accordi di mutuo riconoscimento. Per rendere ancor meglio la mole di lavoro contenibile nel registro, basti pensare che nella sola Emilia Romagna sono circa 10.000 le ispezioni effettuate ogni anno a carico di imprese agricole

Caso Scuola. Secondo il Ministro Martina, “Si tratta di un’iniziativa utile e concreta per lo snellimento della burocrazia che, non a caso, è già stata inserita dal Governo nel provvedimento di rilancio dell’agroalimentare italiano battezzato Campo Libero. Il Ruc emiliano romagnolo, sarà uno dei pilastri di quello che faremo a livello nazionale, un po’ anticipatrice del lavoro col registro unico dei controlli che nelle prossime settimane perfezioneremo.  Entro fine mese presenteremo al ministero dell’Interno la proposta di decreto da controfirmare. Conto da qui a fine anno di avere definito col ministero dell’Interno le norme del decreto e quindi, con il 2015, di sperimentare concretamente verso le imprese agricole questa piattaforma che aiuterebbe a snellire di molto il rapporto tra impresa e sistema dei controlli”. “Si tratta –ha commentato l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni-  di una risposta concreta che la Regione ha voluto dare alle stanze di semplificazione provenienti dal mondo agricolo” sottolineando che con il Ruc viene ridotto  il numero dei controlli e dunque alleggerito il peso della burocrazia sulle aziende, senza però rinunciare a quella capacità di vigilanza che costituisce la garanzia della qualità dell’agroalimentare italiano.

Consensi. Se la novità è stata pensata soprattutto nell’interesse degli agricoltori, al primo approccio si può dire apprezzato anche alle organizzazioni di categoria. Ad esempio da Agrinsieme, che riunisce Confagricoltura, Cia e l’Alleanza delle Cooperative agroalimentari e raggruppa in regione oltre 40mila imprese associate e più di 90mila occupati, che per bocca del coordinatore Guglielmo Garagnani ha espresso soddisfazione. “È necessario codificare una check list puntuale che non permetta libere interpretazioni da parte del controllore; evitare il ripetersi di verifiche su elementi già rilevati dalla P.A. e ridurre i soggetti preposti ai controlli, qualificandoli e rendendoli più professionali”  “Sarebbe opportuno che le check list diventassero anche uno strumento da mettere a disposizione delle aziende per consentire loro, tramite una sorta di auto analisi,  un importante percorso di crescita“.  Rivolgendosi poi a Martina, Agrinsieme Emilia-Romagna ha infine sottolineato “quanto sia essenziale, adesso, collegare il sistema regionale con il costituendo Ruc nazionale nell’ottica di valorizzare e favorire le finalità di semplificazione, razionalizzazione e coordinamento dei controlli”

A cura di Emiliano Raccagni