Manca l’asilo nido? Ci penso io

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È possibile trasformare la mancanza di strutture e servizi di un territorio in una straordinaria opportunità di occupazione e rinascita? La storia dell’impresa agricola Le Lame, e della sua intraprendente e tenace imprenditrice, ci dimostra di sì.

“La zona nella quale abitiamo, la Garfagnana, nonostante si trovi in Toscana, una delle più belle regioni d’Italia, è da sempre considerata un’area marginale e depressa, con poche prospettive di crescita e caratterizzata da una grande insoddisfazione delle persone che la abitano. È sempre stata, infatti, una terra contraddistinta da una forte emigrazione, costante nel tempo. Da questi presupposti è nata in noi, con forza, la voglia di far capire e dimostrare che fare impresa in questa stupenda valle è possibile, così come è possibile raggiungere soddisfacenti risultati attraverso un duro, ma determinato, lavoro”. Racconta così la nascita della sua azienda agricola Barbara Coli, neanche 40 anni e oggi direttrice e titolare, insieme al marito Marco Giannasi, di un agrinido e della fattoria didattica ‘Lo Spaventapasseri’, nata nel giugno di tre anni fa e situata a Lame di Sopra, nel Comune di Castelnuovo di Garfagnana (Lu).

Boschi, colture, frutteti e animali

Dopo diversi anni in cui il podere di famiglia era in buona parte inattivo e veniva conservato solo tramite qualche coltivazione, Barbara, nel 2006, decide di riavviare l’impresa sui terreni incolti e semiabbandonati di proprietà e, nel tempo, mette in piedi una realtà innovativa della quale oggi tutto il territorio circostante può usufruire. L’azienda agricola Le Lame, che dà lavoro a due dipendenti, ha un’estensione di 4,5 ha, costituiti da bosco ceduo, prevalentemente castagno, prati da pascolo e campi coltivati a patate, granturco, piselli e piccoli frutti. 50 sono le piante da frutto presenti (meli, peri, fichi e ciliegi), oltre a un orto, che produce pomodori, zucchine, insalate e fagiolini, e a stalle nelle quali trovano riparo i protagonisti della Fattoria didattica: un cavallo, un asino, due maiali, una capra, un cane, tre gatti e diversi animali di bassa corte. La struttura principale è costituita da un casolare in pietra ristrutturato e allestito per ospitare i piccoli bambini dell’agrinido, da 1 a 3 anni; sono inoltre presenti una struttura coperta in legno, adibita alla didattica, dotata di forno a legna, un’attigua casetta in legno che ospita i servizi igienici e una cucina, diverse stalle, un fienile e una serra che dà la possibilità di ottenere ortaggi fuori stagione, anch’essi, come il resto delle colture, coltivati prelevando direttamente il compost presente in fattoria e senza l’utilizzo di prodotti chimici e di sintesi.

Riscaldamento e acqua calda a km zero

La maggior parte dei prodotti aziendali viene consumata all’interno dell’impresa, per i pasti degli ospiti; tutto il resto della produzione propria è venduto direttamente attraverso uno spaccio. “Proponiamo ai visitatori della fattoria didattica degustazioni tipiche a base dei nostri prodotti – spiega Barbara –, freschi e trasformati . Li commercializziamo quindi attraverso il passaparola dei clienti che si recano da noi abitualmente e, dal momento che tutta la produzione viene consumata in azienda o venduta, per ora non abbiamo intenzione di andare sui mercati esteri”. Un pensiero alla vendita online, però, Barbara non nega di averlo fatto: “Aiuterebbe a migliorare la promozione di tutte le offerte didattiche; per questo ci stiamo organizzando anche per ottenere miele e implementare la produzione agricola”. Anche le energie rinnovabili hanno un ruolo di tutto rispetto all’interno dell’azienda, che dispone di pannelli solari termici e di una caldaia a legna alimentata con i materiali provenienti dai boschi di proprietà; questi due impianti permettono a ‘Le Lame’ di essere autosufficiente per quello che riguarda il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria. Una vasca per la raccolta dell’acqua piovana, inoltre, viene utilizzata per irrigare l’orto e le coltivazioni dei piccoli frutti, e per il futuro è prevista la realizzazione di un sistema fotovoltaico per la produzione di energia elettrica. “Consiglierei assolutamente l’installazione di questi impianti anche ad altri imprenditori agricoli – conclude Barbara–: la bolletta energetica di un’impresa come questa pesa troppo sul bilancio aziendale e rischia di diventare una vera e propria spada di Damocle in futuro”.

Articolo di Laura Turrini

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