Le riflessioni di un giovane viticoltore

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Enrico crola

Una sfida avvincente ma complessa. Un’avventura cominciata nel 2006 e che a distanza di un decennio regala soddisfazioni, con tanti sogni nel cassetto ancora da realizzare. A raccontarci la sua esperienza e’ il giovane viticoltore Enrico Crola: “Sono in pratica partito da zero, tutto da creare, logo, scelta bottiglie, capsule, tappi, disegno delle etichette, gli impianti sono stati realizzati ex novo, sono stati recuperati dei vecchi terreni ormai pieni di incolti e rovi, ma con ancora la presenza dei precedenti impianti abbandonati”. La prima produzione è stata nel 2009, in questa annata c’è stata la prima vendemmia che si è trasformata in 4.000 bottiglie di Giulia Colline Novaresi Nebbiolo, piĂą 2.025 litri che sono stati messi in affinamento barriques. “Anno dopo anno, in base alle disponibilitĂ  economiche, sono stati realizzati nuovi impianti e oggi l’azienda conta su tre ettari in completa produzione di Colline Novaresi Nebbiolo, – prosegue Crola – la mia idea iniziale era quella di realizzare un unico prodotto, 100% Nebbiolo diversificato dalle varie possibilitĂ  di affinamento, poi nel 2010 abbiamo avuto la possibilitĂ  di realizzare una base spumante completamente di Nebbiolo 100%”. A breve si punterĂ  anche sulle energie alternative. “Siamo prossimi ad installare sia una caldaia a pellet che un pannello fotovoltaico con relativo inseguitore, per il pellet inizialmente utilizzeremo del legno, spero in un secondo tempo di poter avere la possibilitĂ  di pellettizzare la nostra vinaccia e quindi usare questa soluzione – ci spiega Enrico -. Il fotovoltaico scelto è molto innovativo, siamo tra i primi ad avere un prodotto così tecnologico sul mercato, con pochi metri di suolo occupato abbiamo una resa molto elevata, quindi avremo la possibilitĂ  di essere molto green con una soluzione di cantina tecnologicamente molto all’avanguardia ad altissimo risparmio energetico”. L’azienda spera di poter contare sulle risorse previste dal PSR avendo presentato formale istanza. “Le difficoltĂ  sono infinite e gli imprevisti dietro l’angolo, il problema piĂą grande che stiamo vivendo in questo momento è sicuramente quello dei costi del personale, oggi è veramente troppo oneroso riuscire ad avere dipendenti, siamo ancora in fase di start-up ed avere costi fissi elevati, da dover giustificare mese su mese, è davvero difficile”. Riflessioni che, naturalmente, riguardano tutto il contesto produttivo. “Dal mio punto di vista siamo ancora molto lontani dall’avere una soliditĂ  e stabilitĂ  di lavoro in questo comparto, ogni singolo settore ha le proprie problematiche di gestione, di base quello che manca è una sinergia comune per aiutare soprattutto le aziende emergenti che naturalmente dimostrino che possono crescere – conclude Crola -. Come giustamente mi diceva un grande imprenditore del mondo del tessile ”i giovani servono per aiutarci con le loro idee innovative, ma se dietro a loro non ci siamo noi con le liquiditĂ  economiche, le idee tendono solo ad affossare”. Io sono, comunque, molto ottimista, se non lo fossi stato non mi sarei neanche impegnato così tanto con banche e collaboratori. Oggi abbiamo un’azienda quasi avviata con il business del vino, completata la cantina vorrò subito far partire parallelamente il business degustazioni/accoglienza in cantina che penso possa essere un nuovo indotto che mi possa aiutare a pagare gli investimenti con le banche e creare nuova forza lavoro da mettere sul mercato territoriale”.

Di Antonio Longo