Latte: il mercato dopo-quote

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Dall’aprile del 2015 sono state abolite le quote latte. Dopo 2 anni di assestamento ci si domanda quali scenari si apriranno nel settore lattiero caseario italiano. Un settore molto sfaccettato, con il 25% del latte utilizzato destinato a latte alimentare e panna, il 3% trasformato a latte fermentato e la quota restante destinata a formaggi. Un comparto che vale circa 15 miliardi di euro di fatturato e coinvolge oltre 3000 aziende sull’intero territorio nazionale, impiegando oltre 300.000 addetti. Certamente, il nuovo provvedimento europeo ha aperto una interessante opportunitĂ  nei mercati internazionali extra-UE, soprattutto quelli asiatici, con in testa la Cina, che si rivolgono sempre piĂą spesso all’import da quei Paesi, come l’Italia, che sono riconosciuti eccellenze nel campo della sicurezza alimentare e della qualitĂ  dei prodotti. Sebbene l’introduzione del Pacchetto Latte e la programmazione produttiva abbiano contribuito a razionalizzare il settore, resta il nodo di base, ovvero i costi eccessivi che ogni allevatore italiano deve sostenere a causa della burocrazia e degli elevati costi energetici e del personale, che incidono sui ricavi. Lo scenario è aggravato dal perdurante momento di difficoltĂ  del settore caseario sia in termini di volumi che di valore, sebbene il calo sia piĂą contenuto rispetto ad altri del comparto agroalimentare. I dati al consumo evidenziano una contrazione significativa dei volumi acquistati di latticini, latte alimentare in particolare, in parte compensata dalla crescita dei formaggi DOP e di quelli di prima fascia nel mercato interno – quelli piĂą economici – che però non devono rappresentare un’opportunitĂ  solo per le multinazionali del settore, che sempre piĂą importano latte da trasformare. A questo riguardo, il 19.01.2017 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto “Indicazione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattiero-caseari” in attuazione del regolamento UE n. 1169/2011, provvedimento che è entrato in vigore pienamente ad aprile 2017 e che apre la strada a nuovi scenari per il mercato del latte, in quanto anche il settore dei prodotti industriali non-DOP non potrĂ  ignorare l’appeal che l’attestazione di origine della materia prima eserciterĂ  su parte dei consumatori, indirizzandone scelte e preferenze. Si presenta dunque una grande opportunitĂ  di valorizzazione per il latte nazionale, anche attraverso l’innovazione tecnologica e la sinergia fra produzioni di qualitĂ  certificata e generiche, finalizzata a dare reddito, e futuro, alle imprese agricole e alla zootecnia nazionale. Con questa iniziativa, che vedrĂ  la partecipazione di illustri esponenti del mondo produttivo, industriale e accademico e della grande distribuzione organizzata, si intendono approfondire alcune delle problematiche che si presentano, e delle opportunitĂ  che si offrono, per il mercato del latte in Italia nel regime del dopo-quote.

 

Nel programma di Cremonafiere, all’interno della Sezione 5- TECNOLOGIA DEL LATTE 2/2 (27.10.2017, h. 14,30, sala Guarneri del Gesù), è prevista la Tavola Rotonda:

Venerdì 27 ottobre 2017

IL LATTE ITALIANO E LE ESIGENZE DELLA PRODUZIONE E DELL’INDUSTRIA NEL MERCATO DEL DOPO-QUOTE

Programma

  • 14.30 Introduzione ai lavori – Giorgio Giraffa (CREA-Centro di Ricerca Zootecnia e Acquacoltura)
  • 14.40 Il mercato del latte dopo le quote – Roberto Pretolani (UniversitĂ  degli Studi di Milano)
  • 15.10 Nuovi scenari per il latte italiano dopo l’entrata in vigore del DM 9.12.2016 sull’origine del latte in etichetta – Tiziano Fusar Poli (Latteria Soresina)
  • 15.40 Nuovo assetti industriali nel mercato del dopo-quote – Antonio Auricchio (Assolatte)
  • 16.10 La GDO: andamento dei consumi di latte e derivati – Giorgio Baldini (Settore latte e latticini – Esselunga)
  • 16.40 Incrementare la produzione di latte nazionale: quali margini? – Andrea Galli (CREA-Centro di Ricerca Zootecnia e Acquacoltura)
  • 17.10 Nuove tecnologie lattiero-casearie: uno sguardo al futuro – Germano Mucchetti (UniversitĂ  degli Studi di Parma)
  • 17.40 Discussione e Conclusioni