L’anima (digitale) del commercio

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La vendita diretta va oltre a spacci aziendali e mercati contadini: un approccio alla rete.

La vendita diretta, lo si legge ovunque e sempre più spesso, è il primo strumento di un’agricoltura moderna e multifunzionale. Lo sanno bene le migliaia di aziende che, negli ultimi anni, nel nostro Paese si sono attrezzate per offrire al consumatore un rapporto senza intermediari, che permetta di aumentare soddisfazione e profitti solo ai due estremi di una filiera agricola solitamente molto lunga e con troppi passaggi di mano. Utile per il contadino, perché offre prodotti freschi, tipici e prezzi concorrenziali, gestendo da imprenditore spese e guadagni. Utile per il cliente, che oltre a cercarsi specialità enogastronomiche che hanno un nome e cognome, con l’acquisto “sogna” di instaurare un rapporto fiduciario, dal campo alla tavola, con l’agricoltore, spesso riuscendo a superare l’anonimato dell’acquisto nei supermercati per toccare con mano dove nascono i prodotti che si porta a casa. I mezzi classici del “km 0”, dagli spacci aziendali ai mercati contadini che proliferano nelle città italiane, non sono però gli unici strumenti a disposizione. Internet, da questo punto di vista, sta (velocemente) rivoluzionando le abitudini del consumatore, abituato da tempo a trovare libri, dischi, capi di abbigliamento sul web, così come è ormai facile prenotare viaggi e biglietti di concerti. Il comparto agricolo, con un po’ più di lentezza, si sta adeguando anche a questa opportunità, utilizzando siti internet con shop online, ma anche storici siti dedicati alla compravendita (Ebay su tutti) e, lentamente, anche i social network come Facebook. Come muoversi in questa nuova giungla di offerte, sapendo che la rete moltiplica le opportunità e che ciascun prodotto è offerto, allo stesso consumatore, da molte aziende, in molte varietà diverse e con talvolta una spietata concorrenza sui prezzi? E quindi, oggi, perché il consumatore dovrebbe scegliere il proprio prodotto invece di quello di un altro, se per vendita diretta non si intende più la stretta di mano, il guardarsi negli occhi, il vedere da vicino i campi e le stalle della propria azienda? La risposta si chiama marketing, che ci serve per evitare improvvisazioni e investimenti azzardati.

L’abc dell’e-commerce

Il primo vantaggio della vendita in rete sta nel fatto che essa, per definizione, è un valore aggiunto, che non sostituisce mai completamente tutte le attività tradizionali dell’azienda. Questo, però, non vuol dire sia gratuito da attuare, almeno se si parla di siti strutturati. Facile sì, basta affidarsi a una società specializzata, ben sapendo però che non c’è nulla di peggio di un sito che non viene curato e aggiornato. Insomma, dev’essere una scelta consapevole. Si aggiunga anche che non tutti i prodotti si prestano ad essere conservati, imballati e spediti per lunghe tratte e che ormai online si trova di tutto e di più. Il consumatore è diventato diffidente e a maggior ragione bisogna sapersi ricavare la propria nicchia che possa funzionare. Se si decide di iniziare, si parte dallo strumento scelto per comunicare. Per vendere online, l’azienda deve dotarsi di un sito che, oltre agli aspetti classici (presentazione, specificità, gallery fotografiche, sezioni news) sia strutturato con un software di gestione per la vendita online, meglio se “bello” nella presentazione, ma soprattutto di facile uso per l’utente. In alternativa, molte aziende si affidano a delle piattaforme di e-commerce già online e pronte all’uso: tra di esse ci sono ad esempio Magento o Getshopped, soluzioni chiavi in mano che necessitano comunque di un supporto iniziale da parte di un programmatore o di un’azienda specializzata.

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