La riscossa della canapa

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Non sono passati secoli da quando l’Italia si posizionava tra i maggiori produttori al mondo di canapa da fibra. Una coltivazione abbandonata, progressivamente sostituita da altre utili all’alimentazione umana e per la zootecnia, mentre il boom delle fibre sintetiche ne riduceva progressivamente l’utilità. Oggi, seppur continuando a generare numeri di nicchia, questa storica pianta torna ad essere protagonista.

Nuovo impianto. Ha infatti aperto i battenti a Crispiano (TA), un impianto industriale per la trasformazione della paglia di canapa, il secondo in Italia per numeri potenziali dopo quello attivo a Carmagnola, in Piemonte. Realizzato dalla South Hemp Tecno, andrà a regime con sedici ore di produzione giornaliera a ciclo continuo, permettendo di lavorare la materia prima prodotta in circa 250 ettari seminati tra Abruzzo, Molise, Basilicata, Campania, Calabria e Puglia. La fabbrica consentirà di realizzare un prodotto utilizzabile nella filiera della bioedilizia. Materiali di diverso spessore e granulometria, con ottime prospettive come inerti nella realizzazione di cappotti isolanti e intonaci. Questo grazie al processo di lavorazione, in cui la paglia, inserita nell’impianto, viene progressivamente setacciata fino all’ottenimento della separazione tra la fibra e la parte legnosa, detta canapulo.

Prospettive di crescita.  “Quando si propone un nuovo modello di sviluppo occorre che l’idea –ha dichiarato l’assessore regionale alle Risorse Agroalimentari Fabrizio Nardoni – sia supportata da fatti e azioni concrete in grado di sostenerlo. Oggi la coltivazione della canapa (cannabis sativa) sul nostro territorio è una realtà che la Regione Puglia ha accompagnato e sostenuto. Mancava il tassello importante della trasformazione del prodotto. L’anello della filiera che consente di commercializzare e fare profitto su questo segmento agricolo originariamente demonizzato ed oggi finalmente riscoperto nelle sue potenzialità agricole, alimentari, di ambientalizzazione e per uso chimico e industriale”.

Un buon risultato, a cui è legata la speranza di vedere rinascere l’agricoltura locale, soprattutto perché, stando a quanto spiegano i coltivatori di canapa, la produzione è destinata ad aumentare nei prossimi anni.

A tal proposito l’Assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia sta predisponendo nell’ambito del documento di programmazione 2014-2020 gli strumenti economico-finanziari per sostenere lo sviluppo dell’agricoltura  anche nei territori a ridosso di grandi insediamenti industriali o in aree Sin.

“L’inaugurazione dell’impianto di trasformazione a Crispiano – aggiunge Nardoni – è la migliore risposta al disfattismo di chi pensa che non si possa partire dall’agricoltura per invertire la rotta di un territorio dalle grandi criticità ambientali, occupazionali e sanitarie”.

I numeri della canapa. Nicchia, si è detto. Ma ecco quanto “pesa” la canapa nel comparto agricolo nazionale. Secondo i dati forniti da Assocanapa, basati sulle vendite di seme sulle superfici o densità di semina dichiarate dalle aziende,  al 20 luglio 2014 la superficie totale, comprensiva delle semine dopo grano quest’anno ritardate dal maltempo, è arrivata a 1.289 ettari a cui se ne aggiungeranno altri 100 in Piemonte, tempo permettendo. Le aziende agricole che hanno seminato canapa sono 314. Dati incoraggianti, tanto da far dire all’associazione che la canapa  da fibra ha davvero messo piede in tutte le regioni italiane. Una curiosità finale:  la provincia con la superficie più elevata è quella di Arezzo. La crescita, va detto, potrà essere supportata solo con un progressivo accompagnamento alla parte agricola grazie a nuovi impianti di trasformazione. E’ Assocanapa stessa, infatti, a frenare i facili entusiasmi disincentivando chi vorrebbe seminare grandi superfici senza poter lavorare il prodotto agricolo.

Articolo di Emiliano Raccagni

fonte immagine: assocanapa.it