La minima lavorazione con il CLC di Kverneland

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Le Regioni italiane nei nuovi Piani di Sviluppo Rurale 2015-2020 hanno previsto nella misura M10 premi di alcune centinaia di euro all’ettaro per gli agricoltori che sostituiranno nei prossimi 5 o 6 anni l’aratura e le lavorazioni tradizionali con le cosiddette “lavorazioni conservative”, rappresentate dalla semina su sodo e dalle minime lavorazioni del terreno. Per quanto riguarda le minime lavorazioni, i PSR indicano come profondità massima di lavoro i 20 o i 30 cm, a seconda delle regioni, l’obbligo di non rivoltare le fette di terreno e di fessurarlo verticalmente con una leggera incorporazione dei residui colturali, con il divieto di usare attrezzature mosse dalla presa di forza del trattore. Per svolgere questo lavoro incassando i contributi, senza incorrere nelle penalizzazioni previste dalla normativa, occorre quindi dotarsi di attrezzature idonee e che rispondano ai requisiti fissati dai PSR regionali.La gamma di coltivatori CLC di Kverneland risponde a queste esigenze, normative ed agronomiche, grazie ad un progetto costruttivo che prevede, a seconda degli allestimenti, la presenza solo di due o tre file di denti, oppure in combinazione con una o due file di dischi, chiudendo posteriormente il cantiere di lavoro con dischiere di diverse tipologie.
Il cuore del CLC è il dente esclusivo Kverneland chiamato “ High Technology” che ha la particolarità di essere robusto ma elastico, cioè capace di flettere a destra e a sinistra fino a 20 cm, riuscendo così a disimpegnarsi anche di fronte ad ostacoli di notevoli dimensioni e su terreni molto irregolari. Il dente Kverneland, che non richiede manutenzione essendo trattato termicamente, presenta due angolazioni differenti. La prima angolazione apre il terreno e la seconda lo penetra verticalmente, miscelando i residui colturali al terreno. La pressione del dente è tarata a 640 kg e quindi anche in condizioni di lavoro molto difficili, il dente mantiene una stabilità eccezionale e l’effetto vibrante che imprime al suolo riduce lo sforzo di traino e anche la dimensione delle zolle nei casi in cui siano molto voluminose. Il telaio di elevata robustezza consente con i modelli da 3 metri di applicare potenze di traino fino a 240 HP, mentre nei modelli pieghevoli fino a 5 metri, le potenze possono arrivare anche a 350 HP.
Il CLC versione Evo
Il CLC evo, con telaio fisso o pieghevole e con larghezze di lavoro da 2,50 a 4,90 metri, può portare due o tre file di denti a seconda della tipologia e delle condizioni del suolo da lavorare, che vengono combinati con le dischiere dentate Gang e i rulli Actipack. Se si usa la doppia dischiera Gang, è opportuno abbinare le ruote di profondità, che aumentano la stabilità del cantiere regolando l’altezza di lavoro in maniera costante. Nel caso in cui si desideri preparare il terreno per la semina in un unico passaggio, è bene chiudere la successione di attrezzi con il rullo Actipack che, grazie ad un sistema di coltelli ammortizzati tra un disco e l’altro, impedisce alle zolle di fuoriuscire, assicurandone così una frantumazione perfetta. L’incidenza dei coltelli è regolabile, con la possibilità di escluderli completamente, qualora si voglia avere un terreno più arieggiato. Nel caso in cui si opera su terreni più sciolti, si può montare il rullo Actiring, che è la variante leggera dell’Actipack, dove il disco viene sostituito con anelli in acciaio che riducono il peso di almeno 50 kg, permettendo di usare trattori di media potenza.
Il CLC nella versione evo Wings porta meno denti sulla stessa larghezza di lavoro, spaziandoli fino a 420 mm nei modelli fissi e a 370 mm nei modelli pieghevoli. Questo particolare assetto è indicato se si deve lavorare su terreni con un’elevata presenza di residui, anche di notevoli dimensioni, aumentando così l’effetto di miscelazione ed evitando ingolfamenti.

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Pro per trattori di alta potenza
Il CLC nella versione Pro è concepito per utilizzi con trattori di alte potenze sino a 350 Hp e i telai possono essere abbinati a diversi tipologie di rulli e dischi Gang sia a V che a X. Un sistema a parallelogramma permette all’operatore di variare la profondità e l’aggressività degli utensili con estrema semplicità.
Il CLC nella versione Pro classic è più compatto e può essere utilizzato con trattori da 90 a 130 Hp. La parte posteriore del parallelogramma è sostituita con due barre in acciaio curve che fissano il rullo direttamente sul telaio riducendo la richiesta di sollevamento.
In conclusione, un CLC per tutti i terreni…

Fonte: Kverneland Group Italia  (anche su Facebook)