La cella di stagionatura a consumo zero

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A tutti piace il formaggio stagionato di qualità. E spesso è considerato un sinonimo di tradizione e rispetto dell’ambiente. Ma sappiamo quanto energia divora il processo industrializzato e quanto costa? Un esempio: un magazzino che conserva circa 4.000 tonnellate di formaggio tipo grana, delle dimensioni di 35.000 metri cubi, spende in bollette energetiche per la sola climatizzazione una cifra dell’ordine di 70.000 € all’anno. E cifre analoghe valgono per la stagionatura/maturazione di  altri formaggi, carni, frutta, vini, per la funghicoltura e così via.

Presso la sua azienda di Carpaneta (in comune di Bigarello, MN), ERSAF sta sperimentando qualcosa di innovativo al riguardo: si tratta della prima cella di stagionatura per l’industria Agri-Food a consumo energetico prossimo a zero. In che cosa consiste? Si sta utilizzando a Mantova una nuova “tecnologia di isolamento termico attivo” denominata ENERGAID che ha reso il processo industriale molto vicino a quello antico/tradizionale realizzato in grotta. L’applicazione ha consentito di ridurre alcuni handicap relativi sia all’ambiente naturale della grotta, sia a quello artificiale-industriale, mantenendo un consumo di energia primaria prossimo allo zero, tipico della grotta. Utilizzando la tecnologia ENERGAID, il costo per mantenere in temperatura il citato magazzino è quantificabile in circa il doppio della bolletta elettrica media della famiglia italiana (2,7 MWh/a).

Oltre al risparmio dello stagionatore, la collettività – nello stesso esempio – risparmierebbe ulteriori 12.000 € all’anno di costi esterni. Intendendo al riguardo le ricadute economiche passive relative all’inquinamento ambientale, alla sanità ecc. direttamente correlate all’impiego dei combustibili fossili. Il fattore decisivo per il raggiungimento della prestazione è il livello di efficienza dell’involucro della cella/edificio costruito con pannellature dalle particolari caratteristiche, completamente diverse da quanto applicato alle case passive. Ovviamente nulla in contrasto ai principi della termodinamica; la gran parte dell’energia termica impiegata a Mantova è di origine idrotermica. L’unica macchina presente per la climatizzazione della cella pilota è una pompa di circolazione, escludendo un deumidificatore.