La bufala campana doc targata Vannulo

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Oltre cento anni di storia. Oltre un secolo di brillanti risultati raggiunti. Un brand che si è affermato e che si rinnova ad ogni passaggio generazionale. A parlarci dell’azienda agricola biologica Vannulo, che opera nel salernitano, è il giovane Nicola Palmieri, nuovo capitano al timone dell’azienda di famiglia. “L’azienda nasce nel 1908 ad opera di Antonio Palmieri, a quel tempo si occupava di diverse attività agricole, tra le quali l’allevamento della bufala, la cui mungitura era fatta manualmente, – esordisce Nicola – l’impostazione originaria non è mutata con il trascorrere del tempo, più o meno è rimasta sempre la stessa”. Naturalmente, con l’avvento di nuove tecnologie e metodologie di lavoro, in azienda si asseconda l’evoluzione dei tempi. “Agli inizi degli anni Settanta, quando a condurre l’azienda è Antonio Palmieri, si sono apportate diverse novità, tra le altre la mungitura meccanizzata della bufala e la tecnica di conservazione dei foraggi con insilamento, – prosegue Nicola – Poi nel 1988 viene creato un caseificio aziendale dove vendere esclusivamente la mozzarella di bufala con latte proveniente dal proprio allevamento, seguendo un tipo di lavorazione artigianale fatta a mano. Successivamente, nel 1998, l’azienda diventa a tutti gli effetti biologica e continua la vendita della mozzarella a chilometro zero”. Tante iniziative che si sono succedute senza soluzione di continuità. Spesso con l’obiettivo di diversificare il core business. “Nel 2000 nasce la yogurteria dove vengono prodotti in maniera artigianale e naturale yogurt, gelati, budini e prodotti da forno, – aggiunge Nicola – nel 2008  viene creata la bottega della pelle dove si realizzano borse ed accessori in pelle di bufala conciata in maniera vegetale. Nello stesso anno viene realizzata la prima stalla al mondo con sistema di mungitura volontario ed automatico per innalzare il livello di benessere degli animali che possono seguire, così, dei ritmi più naturali. L’alimentazione delle bufale è fatta esclusivamente con foraggi biologici prodotti sui circa 110 ettari aziendali. In programma abbiamo anche la realizzazione di un impianto fotovoltaico per produrre in autonomia energia al fine di soddisfare i fabbisogni aziendali”.  Una storia di successo che può certamente servire da stimolo per i tanti giovani che intendono affacciarci nel comparto primario. “L’agricoltura nel corso degli anni ha subito diverse metamorfosi, l’Italia è famosa nel mondo per la qualità ed i prodotti nicchia, per questo ai giovani consigliamo di intraprendere una strada di questo tipo – suggerisce Nicola -. La politica deve, naturalmente, agevolare i processi di ingresso dei giovani in agricoltura, e questo già in parte avviene attraverso bandi e finanziamenti rivolti ai giovani imprenditori agricoli. A mio avviso, poi, vanno eliminate le lungaggini burocratiche. Il settore agricolo rimarrà un asset strategico del nostro paese e dovrà essere valorizzato ancora di più attraverso l’implementazione di un turismo legato alla natura ed ai prodotti enogastronomici di alta qualità”.

Articolo di Antonio Longo